Annunciò la strage: ritratta

Annunciò la strage: ritratta Al processo di Bologna confusa deposizione di un testimone-chiave Annunciò la strage: ritratta Un mese prima dell'attentato denunciò: «Ho sentito in carcere che succederà un fatto di eccezionale gravità» - In seguito fu aggredito in cella - Ora «non ricorda» ed è denunciato BOLOGNA — Aveva anticipato al suo avvocato di fiducia e al giudice di sorveglianza di Padova che di 11 a poco sarebbe avvenuto un attentato di tale gravità che ne avrebbero parlato giornali e televisioni di tutto il mondo: ma ieri, nell'aula della corte d'assise di Bologna, Presilio Vettore ha ritrattato tutto. Allora — in un periodo «non sospetto», vale a dire alcune settimane prima della strage del 2 agosto 1980 — disse che glielo aveva confidato poco tempo prima nel carcere di Padova Roberto Rinani, che adesso è imputato con l'accusa di aver compiuto quella strage: ma ieri Vettore ha perfino stentato a riconoscerlo. Ha presentato certificati medici che lo qualificano come alcolista, ha ripetuto di non essere in grado di intendere e volere, ha implorato un rinvio. Il pm Libero Mancuso ha chiesto che Vettore, un malavitoso padovano di 49 anni con un passato di attivista nel msi-dn. venisse arrestato in aula. Il presidente della corte ha deciso di lasciarlo libero per due motivi: il suo stato attuale di evidente agitazione e il fatto che qualche mese dopo queste dichiarazioni subì un'aggressione in carcere dalla quale si salvò rifugiandosi sotto una branda, n 21 novembre '80. infatti, sei uomini incappucciati lo ferirono a colpi di coltello e punteruolo. Nei sette anni trascorsi, per Presilio Vettore la straRe che aveva annunciato è diventata «un'assurda montatura». Agli aiti del processo ci sono però le sue lettere, documenti e verbali d'interrogatorio del suo avvocato. Nel giugno 1980 Vettore parlò all'avv. Franco Tosello di un imminente attentato al giudice padovano Stiz da parte di elementi dell'estrema destra travestiti da carabinieri. Il 9 luglio spedi un telegramma al legale in cui per la prima volta fece rife¬ rimento anche a un attentato di eccezionale gravità, che avrebbe dovuto precedere quello contro il magistrato. Chiese anche un colloquio urgente con lo stesso avvocato e cor. il sostituto procuratore Guido Calogero, oppure con il giudice di sorveglianza dott. Tamburino. L'incontro richiesto avvenne il giorno dopo: davanti a Tamburino e Tosello. Vettore confermò tutte le sue dichiarazioni senza fare tuttavìa ancora il nome della fonte delle sue informazioni. Subito dopo la strage, il giudice di sorveglianza di Padova informò la Procura della Repubblica di Bologna di quella -premonizione.. Interrogato dai magistrati bolognesi. Vettore spiegò che era stato Rinan: a fare cosi compromettenti affermazioni in carcere. Disse che Rinani, detenuto per un'aggressione contro un piovane autonomo, si era lasciato andare a quelle con fidenze perché ormai sco¬ raggiato dalla mancata concessione della libertà provvisoria. -Porranno pure tenermi in galea — gli avrebbe detto Rinani con stizza — ma vedrai che la prima settimana di agosto succederà qualcosa di grosso di cui parlerà l'opinione pubblica internazionale e poi rideremo insieme-. Al giudice Zincani, Vettore aggiunse che non aveva ancora fatto tre nomi importanti e che non li avrebbe fatti mai; ma che aveva depositato un documento da un notaio. Quando il presidente della corte Mario Antonacci gli ha contestato tutto ciò. Vettore ha bisbigliato che non ne sa niente. Ha negato di essere stalo autore di una lettera; ma ha ammesso di aver conosciuto Rinani in carcere, mentre l'imputato ha sempre asserito di non averlo mai incontrato. L'avvocato dello Stato Fausto Baldi ha accennato anche a possibili legami tra Vettore e i servizi segreti (Ansa)

Luoghi citati: Bologna, Padova