Si allarga lo scandalo in Belgio, indirettamente coinvolta la centrale di Caorso di Fabio Galvano

Il giallo delle scorie nucleari scomparse Si allarga lo scandalo in Belgio, indirettamente coinvolta la centrale di Caorso Il giallo delle scorie nucleari scomparse Traffici di sostanze radioattive e bustarelle • Secondo un settimanale belga il materiale mancante sarebbe finito nel Terzo Mondo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BRUXELLES — Potrebbe anche esserci una »Italian Connection», legata alla centrale di Caorso, nello scandalo legato agli illeciti traffici di scorie radioattive fra Belgio e Germania. L' affare Transnuklear», dal nome dell'azienda tedesca specializzata in quel genere di trasporti, si allarga a macchia d'olio e potrebbe toccare anche Francia e Svizzera. Peggio, il giro di bustarelle (14 miliardi di lire, due persone già spinte al suicidio negli ultimi mesi) potrebbe anche toccare Paesi come Pakistan e Libia, quindi infiammarsi di risvolti politici. Non si è ancora alle certezze, ma a questo lavorano gli inquirenti tedeschi e belgi: e bisogna accontentarsi, come ha fatto ieri il settimanale belga Le Vif, di raccogliere fatti nuovi e suggerire ipotesi. Secondo quanto rivela Le Vif. l'Italia e Caorso non sarebbero che involontari coprotagonisti di questa vicenda. Il 10 luglio scorso è stato firmato un contratto fra la Transnuklear e il vicedirettore del centro di riciclaggio nucleare di Mol, presso Anversa, per il trattamento di talune scorie provenienti da Caorso. Mol, si ricorderà, è al cuore dello scandalo: il suo direttore è stato accusato di corruzione e. licenziato. Due consegne italiane sono state fatte nei mesi seguenti: una di 114 metri cubi, l'altra di 54. Altre scorie dovevano arrivare, ma sono state bloccate alla frontiera belga — spiega il settimanale — •in seguito all'embargo sulle importazioni decretato dalle autorità belghe dopo l'affare Transnuklear». Ci si domanda quindi se le scorie di Caorso — come quelle provenienti dalla centrale svizzera di Muehl o dalle centrali francesi — fossero regolari o se Invece rientrassero anch'esse nel grande gioco internazionale della Transnuklear. Già l'anno scorso l'Italia era stata al centro di interrogazioni parlamentari in merito alla spedizione di scorie In Belgio: il ministero dell'Energia aveva chiesto spiegazioni a Mol, che se l'era cavata con risposte vaghe. Per quanto è stato finora possibile stabilire — ma le indagini sono ben lontane dalla conclusione — la Transnuklear ha effettuato fra il 1982 e il 1987 centinaia di trasporti fra le centrali tedesche e Mol. Molti di quei carichi, tuttora immagazzinati in Belgio, sarebbero stati più radioattivi di quanto dichiarassero i documenti d'accompagnamento. La stessa Transnuklear avrebbe poi trasferito da Mol alla Germania materiali ufficiai mente «ricondtrtonari. che erano, in realtà, scorie belghe contenenti pericolose quantità di plutonio e cobalto altamente radioattivi. Finora sono stati rintracciati in Germania 1942 fusti: alcune centinaia più pericolosi di quanto consentano le norme in vigore; molti, si è scoperto, pieni di sabbia. Di qui l'allarme: che è stato delle sostanze dichiarate? Sottolinea il settimanale Le Vif che fin dall'inizio degli Anni Ottanta — di fronte a una crisi economica che ne minacciava e minaccia tuttora la sopravvivenza — 11 centro di Mol aveva tendenza ad accettare anche scorie che i suoi impianti non sarebbero poi stati in grado di riciclare. A Mol erano anche disposti a un -gioco pericoloso» ricercando contratti con Paesi «sensibili, quali Libia e Pakistan. Risulterà un giorno che l'eventuale atomica di Gheddafl e del generale Zia sono passate per Mol? E' impossibile affermarlo, almeno per ora: sta di fatto che le tangenti pagate dalla Transnuklear superano largamente i vantaggi finora rivelati dalle indagini. Certo è che V-affare», nato come squallida vicenda di corruzione fra due Paesi confinanti, sta assumendo proporzioni inattese. Mercoledì scorso il ministro tedesco dell'Ambiente, Klaus Toepfer, è venuto a Bruxelles per discuterne con il suo omologo belga, Firmin Aerts. In seguito Toepfer ha anche avuto contatti con la Commissione Cee, che segue da vicino lo sviluppo della vicenda e suggerisce ora l'Introduzione di norme comunitarie che regolino il trasporto delle scorie a medio e basso tenore di radioattività. Fabio Galvano

Persone citate: Firmin Aerts, Klaus Toepfer, Toepfer