Accordo vicino per Kabul Il segnale arriva da Mosca

Accordo vicino per Kabul Il segnale arriva da Mosca Shevardnadze: «Esistono requisiti per risolvere la crisi e ritirarci» Accordo vicino per Kabul Il segnale arriva da Mosca «I colloqui di febbraio potrebbero essere gli ultimi» - Najib: «La situazione è favorevole» KABUL — Conclusa la •visito di lavoro- a Kabul, 11 ministro degli Esteri sovietico Eduard Shevardnadze è rientrato a Mosca e la Tass ha finalmente rotto 11 silenzio sul tre giorni di colloqui che il capo della diplomazia ha avuto con il presidente afghano Najib e gli altri esponenti del regime, compreso 11 primo ministro Ali Keshtmand, che Ieri lo ha accompagnato all'aeroporto. Secondo l'agenzia sovietica, la parte afghana ha espresso •alcune nuove idee sul modo di dare impeto alla realizzazione della politica di riconciliazione nazionale e a una nuova soluzione del problema afghano nel suo insieme*. Queste idee hanno .un carattere preciso e si fondano su una analisi realistica della situazione all'interno e all'esterno» del Paese. Secondo Najib, i colloqui in corso tra le parti si stanno sviluppando in una situazione favorevole». Da parte sua She vardnadze ha aggiunto che 1 contatti del recente passato (chiaro il riferimento al vertice Reagan-Gorbaciov) con fermano che esistono . bu -mi prerequisiti internazionali per la soluzione della crisi e la fine delle interferenze negli affari afghani», n ministro sovietico- ha aggiunto che, se tutto andrà bene l'Armata Rossa lascerà l'Afghanistan entro dodici mesi. Parlando ieri a New Delhi, anche il viceministro degli Esteri sovietico Anatoli Ada mishin ha voluto sottolineare che i prossimi colloqui di Ginevra tra Afghanistan e Pakistan, previsti per la meta di febbraio con la me diazione del rappresentante speciale dell'Onu Diego Cor dovez, potrebbero essere gli ultimi e concludersi con un accordo. Adamishin ha precisato che su un certo numero di questioni - fc. già stata raggiùnta una intesa e che adesso quella principale costituita dai tempi del ritiro delle truppe sovietiche. Quest'ultimo, ha aggiunto, ( in connessione con le interferenze In Afghanistan dal territorio pachistano. Il viceministro ha ribadito che l'Urss ha preso la ferma decisione di ritirarsi dall' Afghanistan entro 12 mesi • ma il ritiro potrebbe avvenire anche prima». Un fattore importante per la siste¬ mazione politica dell'Afghanistan — ha concluso il viceministro sovietico — è l'andamento della politica di riconciliazione nazionale: ma questo, ha precisato, è un affare interno poiché sono gli afghani che debbono decidere quale tipo di governo vogliono avere. Secondo 11 Washington Post, che cita a sua volta Cordovez, l'Unione Sovietica ha promesso che il mese venturo presenterà a Ginevra una nuova proposta in base alla quale 11 ritiro delle proprie truppe dall'Afghanistan potrebbe essere completato in meno di un anno. Cordovez, che il mese scorso ha compiuto un viaggio a Mosca, avrebbe detto che i sovietici vorrebbero che la prossima sessione ginevrina sulla questione dell'Afghanistan fosse anche l'ultima e che in quell'occasione presenteranno il nuovo piano L'alto funzionarlo dell'Onu — che la prossima settimana dovrebbe incontrare il sottosegretario di Stato americano Michael Arma cost e successivamente dovrebbe recarsi a Kabul e Islamabad per colloqui con i governanti dell'Afghanistan e del Pakistan — non ha però Indicato i termini della nuova proposta sovietica, ma ha affermato che 1 sovietici lasceranno cadere la loro richiesta di legare al ritiro delle truppe il riconoscimento del partito democratico popolare (marxista) nella nuova coalizione di governo afghana. Il quotidiano di Washington aggiunge che secondo un funzionarlo sovietico non identificato il ritiro delle truppe potrebbe cominciare a marzo e, secondo il consigliere di Gorbaciov, Ievghleni Primakov, concludersi a fine anno. Anche per Armacost è giunto il momento per un credibile accordo sull'Afghanistan che permetta un rapido ritiro delle truppe sovietiche, l'autodeterminazione per 11 popolo afghano, un Afghanistan libero e non allineato ed infine il ritorno del profughi. Anche Armacost è stato per tre giorni a Islamabad dove si è incontrato oltre che con il generale presidente Zia, con Yunus Khalis, capo di una alleanza di sette partiti di opposizione afghani. (Ansa)