L'atomo italiano a Giakarta di Enrico Benedetto

L'atomo italiano a Giakarta Goria in Indonesia propone aiuti e collaborazione tecnologica L'atomo italiano a Giakarta L'Ansaldo vende macchinari per la prima centrale del Sud-Est asiatico - Buone prospettive anche per Eni, Italimpianti, Fiat - Un grande Paese in difficoltà malgrado le vaste riserve petrolifere DAL NOSTRO INVIATO GIAKARTA — Ventun salve di cannone, gigantografie murali con il volto sorridente dell'ospite italiano, bandiere ovunque: l'Indonesia ha accolto <tuan> (Sua Eccellenza) Goria con onori senza precedenti. Suharto, 11 presidente che da vent'anni giusti regna su queste diciassette mila isole, la nazione islamica più grande (e povera) del mondo, sorrideva compiaciuto mostrando al primo ministro italiano la Merdeka, palazzo di qualche nostalgia coloniale da cui guiderà presto anche i Paesi non allineati. La sua elezione alla testa del Movimento viene infatti data per certa. I temi politici hanno cosi avuto, per la prima volta in questo blitz asiatico di Gorìa-Andreottl, uno spessore differente. Rapporti CeeAsean, Est-Ovest, ma soprattutto crisi regionali, quella cambogiana in particolare. Qui il ministro degli Esteri, Mochtar Kusumaatmadia, sembra favorevole ad aperture verso 11 Vietnam: Giakarta potrebbe ospitare una Conferenza internazio¬ nale sul problema. Ma sono stati 1 temi economici, ancora una volta, a prendere il sopravvento: fra ieri e oggi, una 48 ore d'incontri bilaterali, talora non facili, ma che hanno per lo meno ridato compattezza alla delegazione italiana, dopo lo «strappo» LucchiniGoria del giorni scorsi. La situazione indonesiana facile non è. 166 milioni d'abitanti vivono con 800 mila lire l'anno, il debito estero supera i 40 miliardi di dollari. Il giorno prima che arrivasse Goria, la tv riportava il messaggio di Suharto per l'anno nuovo: 'Sarà duro». E Ieri, sull'Asian Wall Street Journal, la rupia Indonesiana veniva presentata in caduta libera. Lo yen, intanto, si apprezza, strangolando con gli interessi la morosa Giakarta. 'Differenziate i Paesi creditori, esiste anche l'Europa e l'Italia», ha suggerito Goria. ' Già, 11 mode in Italy. Qui non vuol dire, come a Singapore, Benetton, Armarli o altre griffes, ma nucleare, per esempio. L'Ansaldo vende infatti tecnologia per quella che sarà la prima centrale atomica nel Sud-Est asiatico. Il luogo è Puspitek, 40 minuti in auto dalla capitale, fra risaie, villaggi di legno, qualche foresta. Attorno, sorveglianza militare strettissima, né potrebbe essere diversamente in un Paese dove 1 generali sledono alla Camera per legge. L'azienda genovese — spiega il responsabile locale — cura un centro ricerche annesso all'impianto, tutte le strategie di sicurezza, e 1 macchinari per il trattamento del materiale fissile. La centrale doveva esser pronta entro 187: ma senza bisogno di referendum, è bastata la burocrazia a farne slittare 1 tempi. Già si affacciano, tuttavia, due nuovi contratti per centrali termoelettriche a Kallmantan (ex Borneo), e nelle Molucche. Buone prospettive anche per Eni, Italimpianti, Fiat. L'azienda torinese assemblava già in passato vetture attraverso una joint venture. Ora la licenza potrebbe venire rinnovata entro l'anno. «La concorrenza si è stretta, ma le apriremo le porte», avrebbe promesso Suharto a Goria. Auto prescelta sui mercato locale, la Uno, forse seguita dalla Croma. Il presidente, quello che gli indonesiani chiamano bapak (padre), sollecita tuttavia l'Italia a muoversi anche nel campo della cooperazione, dove già Roma, con 90 milioni di dollari, occupa il primo posto assoluto tra i Sette. Garantisce la stabilità del Paese, respinge le critiche arrivate dal Vaticano sugli abusi contro i fedeli di Timor (l'ex colonia portoghese occupata militarmente nel 74), spiegando che nel suo governo figurano ministri cattolici, e oggi domanderà, soprattutto, fiducia. Lo meritano le Immense riserve petrolifere nazionali — 10 miliardi di barili accertati — ma anche un interscambio con l'Italia (500- miliardi nell"86) per quasi due terzi a suo favore. Per le vie di Giakarta. ostruite da un traffico convulso ove le motocarrozzelle sono padrone, si respira un'aria di precarietà. E' un Paese, questo, che deve creare dal nulla 1 milione 400 mila posti di lavoro nuovi ogni anno per reggere il tasso demografico. Enrico Benedetto

Persone citate: Goria, Suharto