Meno pessimismo per i Fondi

Meno pessimismo per i Fondi Meno pessimismo per i Fondi MILANO — I gestori dei fondi possono tirare 11 fiato: i riscatti in dicembre sono drasticamente dimezzati a 1085 miliardi contro i 2711 miliardi di novembre. Ma, detto questo, devono continuare a stare molto all'erta, e soprattutto devono ridisegnare molte delle politiche che fino ad oggi hanno perseguito. E' infatti evidente che 1 tre milioni di famiglie che si sono avvicinate al fondi, lo hanno fatto perseguendo un'ottica non di medio-lungo ma di breve periodo, con la conseguenza di punire questo tipo di investimento alle prime avvisaglie di pericolo, dopo averlo inseguito, il famoso «boom italiano» dei fondi, si è rivelato un boomerang destabilizzante e pericoloso. Sempre in dicembre, la raccolta è anche calata a 435 miliardi, contro 1 689 di novembre. L'enfasi posta sul nuovo strumento, la corsa a gon- tiare le reti, la moltiplicazione geometrica delle reti stesse e dei prodotti, hanno impresso a questo tipo di investimento un'aura miracolistica che si è rivelata perdente. Dunque è tempo di cambiare tipo di informazione e forse anche tipo di approccio al cliente. Ieri una buona notizia è arrivata per ! fondi comuni di investimento esteri operanti in Italia, 1 cosiddetti • lussemburghesi»: il ministro del Commercio Estero, Renato Ruggiero, ha emanato una nuova disposizione che li autorizza a investire sui mercati di altri Paesi una parte della raccolta effettuata in Italia, imponendo però l'obbligo di mantenere il 50% in titoli italiani fino all'entrata in vigore del Mercato Unico Europeo e chiedendo che, comunque tale disinvestimento dalla nostra Borsa avvenga gradualmente, in modo da non superare proporzionalmente una quota mensile massima pari ad un sesto dell'ammontare totale. Nonostante i molti tormenti, 11 1987 si chiude per i fondi italiani con un bilancio attivo, seppure di un soffio, vale a dire per 33 miliardi. Nel 1986, anno fantastico, l'afflusso complessivo netto era stato di 37.542 miliardi. Rispetto al dicembre 1986, il patrimonio risulta a fine 1987 ridotto di 5628 miliardi-a 59.449 miliardi (erano 60.914 a fine novembre). Vediamo i consuntivi. OBBLIGAZIONARI — Hanno migliorato il segno negativo passando dai -834 miliardi di novembre ai -368 miliardi di dicembre: il calo del riscatti, scesi da 1109 a 528 miliardi ha compensato la riduzione (pari a 115 miliardi) della raccolta che non ha superato i 160 miliardi. Nel 1987 però questo tipo di fondo ha avuto un andamento buono: la raccolta netta complessiva è stata positiva per 4787 miliardi, mentre il patrimonio è cresciuto di oltre 2700 miliardi, portandosi a fine anno a 22.701 miliardi. BILANCIATI — Il loro patrimonio, tra novembre e dicembre, è diminuito di 743 miliardi mentre il saldo negativo è sceso dagli 815 miliardi di novembre a 253 miliardi, grazie al crollo dei riscatti, passati dai 997 miliardi di novembre a 354 miliardi. Le nuove sottoscrizioni sono scese da 182 a 101 miliardi, mentre il patrimonio si è ridotto da 22.007 a 21.264 miliardi, quasi 7000 miliardi in meno rispetto all'inizio dell'anno. Complessivamente, nel corso del 1987. i bilanciati hanno avuto un deflusso netto di 4067 miliardi. AZIONARI — La raccolta netta negativa per 29 miliardi in dicembre, ha portato il totale del 1987 a -687 miliardi. Novembre si era chiuso con una perdita di 373 miliardi, in seguito a riscatti per 605 miliardi e sottoscrizioni per 232 miliardi. A dicembre i riscatti sono stati pari a 203 miliardi e la raccolta lorda è risultata di 174 miliardi. Il patrimonio a fine anno si è attestato a 15.484 miliardi contro i 16.053 miliardi di novembre e i 19.039 miliardi di gennaio. Nel corso del 1987 sul mercato sono entrate quattro nuove società di gestione e sono stati lanciati 12 nuovi fondi. A dicembre, le quote in circolazione erano scese a 4.1 miliardi dai 4.5 miliardi di luglio. v- s- UN ANNO DI FONDI (in miliardi di lire) 2.883 2.711 2.360

Persone citate: Renato Ruggiero

Luoghi citati: Italia, Milano