La funivia doveva bloccarsi di Giuliano Marchesini

La funivia doveva bloccarsi Prime ipotesi sulle cause della sciagura di Merano La funivia doveva bloccarsi D presidente della società di risalita: «Con la porta della cabina aperta l'erogazione di corrente avrebbe dovuto interrompersi» - Il circuito di sicurezza sarebbe stato sostituito il prossimo autunno DAL NOSTRO INVIATO MERANO — Il dramma della funivia di «Merano 2000» (un ragazzo ha perduto la vita volando dalla cabina con le portiere aperte e altri due sono rimasti feriti) risolleva gli interrogativi sulle garanzie di sicurezza per quanti si affidano a quei vagoncini per andare a trascorrere una giornata sui campi di sci. L'inchiesta sulla pazza corsa della cabina numero 4 della funivia «Monte Ivigna» è passata dalle mani del pretore di Merano, Aromolo, a quelle del sostituto procuratore della Repubblica di Bolzano, Alois Klammer. - Afa è ancora presto — avverte il magistrato — per poter dire qualcosa. Il caso è complicato e prima di muovermi voglio avere a disposizione certi elementi. So che si è recato sul posto il responsabile della Motorizzazione civile: aspetto da lui una relazione. Intanto si stonno facendo verifiche, prove per cercare di avere un'idea precisa di ciò che è accaduto, per capire chi, eventualmente, debba essere ritenuto responsabi.le.. Alois Klammer sospira: • Forse, se quei ragazzi fossero riìnasti fermi ai loro posti, non sarebbe finita in dram- man. Conferma, insomma, che la paura ha avuto una parte in questa sciagura. Ma questo non significa affatto che cosi si giustifichi tutto. Adesso si va alla ricerca del perché di quella porta spalancata che ha seminàto il panico tra gli sciatori stretti in un grappolo nella cabina. E' al lavoro anche la Commissione d'inchiesta nominata dal ministro dei Trasporti Marmino., In Alto Adige vi sono 443 impianti a fune: 30 funivie come quella di Merano, che con altre quattro è controllata dallo Stato, 11 ad agganciamento automatico, 108 seggiovie e 294 sciovie. In totale, un quinto degli impianti in funzione sull'intero territorio nazionale. Chi provvede, e come, al controlli di questi mezzi che in un anno, sulle montagne altoatesine, fanno registrare circa 80 milioni di passaggi? Per gli impianti a fune la competenza è dell'Ufficio funiviario dell'assessorato ai Trasporti della Provincia di Bolzano. Sono previste molte verifiche: quelle, anche quotidiane, delle aziende; quelle stagionali eseguite dai tecnici della Provincia. Controlli sull'impianto elettrico, sui dispositivi di sicurezza, sulle funi, sulle cabi¬ ne. Infine ci sono i lavori di ammodernamento: ogni dieci anni per le sciovie, ogni quindici per le seggiovie ad attacchi fissi, ogni 20 per gli impianti -bifuni» e ad agganciamento automatico. L'amministrazione provinciale contribuisce alla spesa in misure che vanno dal 10 al 15 per cento. Heinrich Brugger, capo dell'Ufficio funivlario, dice: «Certi incidenti, come quello alla funivia di Merano 2000, lasciano sbigottiti. Per quanto mi risulta, un fatto del ge- nere non era mal accaduto, in Alto Adige. Si sa, però, che anche la tecnica più avanzata a volte può tradire'. Ma tutto, alla stazione funiviaria di Merano, dipendeva da segnali luminosi? • Quello — risponde Brugger — è un circuito elettronico ed elettrico: se dà il cosiddetto consenso, significa che le portiere della cabina in partenza sono chiuse. Non ci sono altri sistemi. Del resto quell'impianto ha funzionato per ventanni sema provocare guai. Abbiamo altre 29 funivie di questo tipo, e non ci sono mai stati problemi di sicurezza». Ma l'altra mattina, alla stazione a valle di «Merano 2000», qualcosa d'incredibile è costato la vita a un ragazzo di 18 anni, ha sconvolto un gruppo di giovani che si stavano preparando a passare una mattinata sulle piste. Manfred Konig, presidente della società che gestisce la funivia di Merano, insiste sul guasto, sull'imprevedibile. 'Quando questo impianto cominciò a funzionare — dice — la chiusura delle cabine era meccanica, collegata con il freno della fune portante. Però succedeva che se uno dei quattro conduttori faceva una mossa sbagliata tutti i vagoncini si fermavano di colpo. Allora si decise di adottare un altro sistema: il circùito chiuso, a corrente elettrica. Se si apre la porta di una cabina, deve interrompersi tutto: il manovratore che sta a monte si rende conto, guardando il monitor, che qualcosa non funziona. Anche se sbagliasse e premesse comunque il pulsante per la partenza, la cabina non dovrebbe muoversi'. Manfred Konig sostiene che quello era un congegno •studiato bene». Aggiunge che gli apparati elettronici della funivia «Merano 2000, erano stati sottoposti a revisione nel luglio scorso. «Ci sono, poi, i lavori di ammodernamento: ogni ventanni si deve cambiare quasi tutto. Una parte sostanziale del nostro impianto l'abbiamo già cambiata». Ma non si è ancora posto mano al circuì to di sicurez?». -C'è tempo — spiega il presidente — fino all'autunno di quest'anno. E per l'intera opera occorre circa un miliardo e mezzo». Manfred Konig dice che domani la società chiederà il dissequestro della funivia •impazzita». «Presenteremo un documento in base al quale si dimostra che tutto è a posto». Giuliano Marchesini

Persone citate: Alois Klammer, Brugger, Heinrich Brugger, Manfred Konig

Luoghi citati: Alto Adige, Bolzano, Merano