Due vasi «non comunicanti»

Due vasi «non comunicanti » Due vasi «non comunicanti » Con i normali parametri i-abbondanza uguale ricchezza'! c (-.scarsità uguale povertà», dovremmo dire che l'agricoltura mondiale ha chiuso nell'87 un bilancio positivo. Infatti, la produzione, nel suo complesso, è aumentata, anche .se latte e cereali hanno segnato il passo. Ma ormai, in agricoltura, i tradizionali valori economici si sono rovesciati: «molte messi» non significano opulenza, perché il mondo occidentale ha sovrabbondanza di cibo, che non sa come smaltire: quindi, di fronte a un'offerta crescente e a una domanda stabile, i prezzi crollano e gli agricoltori ci rimettono. Allora, paradossalmente, nel consuntivo dell'anno clic è appena terminalo, il dato più negativo e appunto la produzione complessiva, che è continuata ad aumentare a un lasso supcriore a quello dei consumi, con la conseguente formazione di altre eccedenze, che non si riesce a far giungere ai molli Paesi che vivono al Ji sotto q ai limiti del sostentaménto. 1 ricchi da una parie, i poveri dall'altra, come due vasi «non comunicanti». Con il passare del tempo questo fenomeno ha finito per assumere carattere strutturale c costituisce oggi il nodo più intricalo dell'agricoltura mondiale. E' un nodo economico, politico, sociale, umano. E' giusto che. mentre i Paesi ricchi buttano il cibo, centinaia di milioni di uomini vivano ai limiti del minimo sostentamento, o al di sotto? Secondo il consuntivo dell'agricoltura 19X7, elaborato dal servizio economico della Confagricoltura. nel periodo I9X0-S6. nove Paesi, sui °4 che secondo le classifiche ufficiali della Fao vengono definiti «in via di sviluppo», hanno avuto un tasso di crescita negativo della produzione agricola (nel periodo 1970-80 questi Paesi erano dieci); 34 Paesi si sono mantenuti su livelli stazionari; il resto ha avuto un incremento della produzione agricola compreso tra il 2 c il 4 per cento e oltre. Se prendiamo in esame soltanto la produzione alimentare per abitante, sono 22 i Paesi che hanno avuto un tasso di crescita compreso tra l'uno e lo zero per cento e 34 quelli il cui tasso è stalo inferiore all'uno per cento. In totale sono dunque 56 (più della metà del totale) i Paesi in cui la disponibilità alimentare diminuisce, mentre il mondo occidentale — l'Europa verde in particolare — accumula nei suoi magazzini eccedenze di latte, carne, burro, cereali, che non possono arrivare là dove ce ne sarebbe bisogno, e che finiranno per marcire o essere vendute come scarti. Questa i una delle più macroscopiche contraddizioni dell'agricoltura (anzi, dell'economia) occidentale, di difficilissima soluzione perché i Paesi in sviluppo non hanno bisogno tanto di cibo, quanto di conoscenze, attrezzature, tecnici, che li mettano in grado di produrre da sé ciò dì cui hanno bisogno. Livio Durato

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