Il dono d'un ragazzo che rifiutava la vita di Gian Piero Moretti

Il dono d'un ragazzo che rifiutava la vita Resta segreto il nome dèi donatore: 24 anni, era in coma da 4 giorni per un colpo di pistola Il dono d'un ragazzo che rifiutava la vita LIONE — E' di un giovane francese il cuore che da ormai 48 ore batte nel petto di Giuseppe Campanella, 11 primo italiano tenuto in vita per quasi una settimana con un cuore artificiale. Un giovane che, secondo la versione ufficiale del medici e della gendarmeria, sarebbe rimasto vittima di un incidente stradale alcuni giorni or sono à Vlriat, piccolo centro agricolo vicino a Bourg-énBressé, nel Dipartjmejnto dell'Ani, a metà strada fra Lione e la Svizzera, ma che, in realtà, si sarebbe suicidato con un colpo di pistola alla tempia. Per quattro giorni è stato tenuto in vita dal medici del reparto rianimazione dell'ospedale di Fleyriat. 'Era giunto in ospedale in coma profondo — ha detto 11 dottor Philippe Granier —. Ave¬ va il cranio sfondato, non c'era nulla da fare». La «morte clinica» è stata dichiarata nel tardo pomeriggio del 31 dicembre. I genitori del giovane (l'Identità non è stata rivelata) hanno accordato il permesso alla donazione degli organi che non avevano subito traumi nell'Incidente. Una .équipe di medici di Lione, coordinata da France Trasplants, un'antenna che riceve e dirama in Wtà Europa segnalazioni di richieste o di disponibilità di organi per trapianti, ha effettuato 11 prelievo del cuore, dei reni e del pancreas. Il cuore, dopo due ore, era già in Italia dove nel frattempo l'equipe del professor Mario Vigano, del «San Matteo» di Pavia, si accingeva a trascorrere la notte di San Silvestro in sala operatoria. * Reni e pancreas sono stati trapiantati su due pazienti francesi ricoverati a Lione. Giorni or sono a Nancy, nel Nord della Francia, è stato registrato un avvenimento analogo, quasi passato sotto silenzio: i genitori di un giovane morto suicida hanno permesso l'espianto di cinque organi del figlio: cuore, reni, fegato, pancreas e cornee: Anche in ^dèf'casd gli organi prelevati erano stafo utilizzati con tehipest'i^ vita, grazie al coordinamento di France Trasplants: il «cervellone, aveva segnalato priorità e urgenze, indicando a cuore, reni, fegato, pancreas e cornee la giusta destinazione. Il giovane morto all'ospedale di Fleyriat aveva 24 anni, studente universitario, pare primo di due o tre fratelli. La tragedia risale a do¬ menica 27 dicembre. Coma profondo 'depassé» si legge sul referto dei medici che lo hanno visitato subito dopo il ricovero. «Le sue condizioni erano disperate: lesioni irreversibili al cervello, elettroencefalogramma piatto, nessuna reazione alla terapia intensiva alla quale è stato sottoposto» ha ricordato il dottor Granier. »In quei còsi il paziente viene tenuto in vita artificialmente': può" resistere ore 0 giorni. Sono rari i casi in cui il fisico va oltre, settimane o, addirittura, mesi». Il giovane di Viriat è morto dopo quattro giorni. Appena 1 medici hanno staccato le sofisticate apparecchiature che lo avevano tenuto in vita fino ad allora, è scattato un meccanismo perfetto: gli organi sono stati prelevati, chiusi in speciali teche, e portati a Lione. Qui hanno preso strade diverse. Con un aereo privato il cuore è giunto all'aeroporto di Milano dove lo attendeva una staffetta della polizia stradale che lo ha portato al Policlinico di Pavia. Al «San Matteo» Giuseppe Campanella da sette giorni aspettava un donatore per il trapianto. Ma chi è il giovane che, con la sua morte, ha ridato speranza al primo «cuore artificiale».'italiano? Le autorità francesi hanno circondato la sua identità di una impenetrabile cortina di riserbo. Perché si è uc-iso? -E' morto, i suoi organi contribuiranno a salvare delle vite umane. Il nome non conta» e stato il commento del capo dell'equipe medica di Lione che ha effettuato l'espianto. • Inutile voler scavare». Gian Piero Moretti

Persone citate: France Trasplants, Giuseppe Campanella, Granier, Mario Vigano, Philippe Granier, Reni