Van Basten infila un pallone d' oro

Van Basten infila un pallone d' oro I rossoneri superano all'ultimo minuto la squadra di Salvemini imbattuta da dieci giornate Van Basten infila un pallone d' oro Prodezza dell'olandese, e il Milan punta dritto sul titolo ASARI BARI DAL NOSTRO INVIATO Altro che galletto amburghese: quello barese, rosolato al punto giusto, è piaciuto assai al Milan anche se ha dovuto aspettare 90 minuti, esattamente 89' e 38 secondi per apprezzarlo nel modo giusto. Questione di cottura. Il gran «cuoco» si vede in questi frangenti: Van Basten, imbeccato da quell'ottimo garzone di cucina che è Fuser, appena entrato al posto di Massaro, ha compiuto un'autentica prodezza, una scivolata che è un vecchio ricordo dello sport praticato in gioventù in Olanda, il baseball, quando correva e appunto scivolava sulle basi. Quella di ieri con tocco d'esterno destro, recupero di mercoledì prossimo col Verona permettendo, vale il secondo posto in classifica alla pari dell'Inter. A giochi quasi fatti, nonostante la nettissima supremazia dei > <*■ rossoneri concretizzatasi in 75' di controllo della palla, in tre occasioni da gol e nella traversa di Ancelotti (63'), ecco sbucare in area il piede malandrino di Van Basten per fare crollare un'imbattibilità barese che durava ormai da dieci incontri. Il Bari ha retto bene all'urto dei campioni del mondo: ogni tanto con affanno, a volte per la bravura dei singoli, ma a forza di essere lavorato ai fianchi ha finito per cedere in extremis, quando forse pensava di avercela fatta. Quell'unica distrazione ha coinciso col colpo di classe di Van Basten. Ma anche Rijkaard aveva seguito con tempismo l'azione di Fuser ed era pronto a sovrapporsi al compatriota qualora il «pallone d'oro» non avesse intercettato il centro. Il potere logora davvero chi non ce l'ha. Il Milan, reduce da Tokyo, si è rigettato in mischia nel campionato con vigore an\ ■ che se ha rischiato di lasciare sulla strada un punto prezioso perché il pareggio era quasi fatto nonostante il predominio. Per due terzi la squadra di Sacchi ha funzionato: il resto del meccanismo, pur oliato a dovere, doveva fare i conti con un terreno infame, gelato sulle estreme soprattutto dove la tettoia della tribuna impedisce al sole di accarezzare il campo. Per Donadoni ed Evani, calciatori dall'accelerazione breve, su media distanza, quel terreno finiva per essere una dannazione: mai che potessero scattare ed inserirsi con quei passetti che sono il terrore dei difensori di gamba lunga. Così nell'economia dèi gioco rossonero è mancato proprio l'apporto di due pedine così essenziali anche se il loro dovere, sul piano dell'impegno, l'hanno fatto sino in fondo. Cosicché alle nervose accelerazioni di Ancelotti, agli inserimenti di Tassotti e \ Maldini, sempre vigorosi, finivano per aggiungersi quelli di Baresi, pronto a chiudere le falle in difesa e a portarsi in attacco con la potenza che contraddistingue questo campione davvero unico. Quasi a volere ribadire, nel duello personale ma amichevolissimo con Van Basten, che il vero «pallone d'oro» è lui anche se l'olandese gli ha risposto allo scadere con una prodezza a sua volta degna del fuoriclasse che conosciamo. Per l'ottimo Bari di Salvemini questa sconfitta può anche avere il sapore di una beffa, ma fra le due squadre c'era stata una differenza sostanziale. Calcio abbastanza improvvisato ed intuibile quello dei «galletti»; calcio ragionato, a tutto campo, frizzante e incisivo quello dei rossoneri. Potevano già segnare Massaro e Van Basten se Mannini non avesse compiuto una doppia prodezza su entrambi nell'arco di pochi secondi re- spingendo le conclusioni, specie la rovesciata dell'olandese. Poteva segnare Ancelotti con quella sbérla che faceva tremare la traversa (al 63' su punizione di Donadoni e tocco al compagno). Ma il Milan poteva anche essere sorpreso da Carbone, partito a 3' dalla conclusione in contropiede. Visto Pazzagli fuori dai pali cercava di sorprenderlo con un insidioso palli- lonetto. Ci sarebbe riuscito se Pazzagli con un gran colpo di reni non si fosse tuffato all'indietro salvando in angolo, realizzando la sua unica ma importante parata dell'incontro. Poi lo spunto di Fuser, il tocco magico di Van Basten e il silenzio in uno stadio sino ad allora acceso da cori ed urla. Giorgio Gandolti BARI A MILAN MANNINI 6,5 %V PAZZAGLI 6.5 LOSETO 6,5 TASSOTTI 6,5 CARRERA 6,5 MALDINI 6.5 TERRACENERE 6 ANCELOTTI 6.5 CERAMICOLA 6,5 COSTACURTA 6,5 CARBONE 6 BARESI 8 URBAN 6 DONADONI 6 GERSON 5,5 RIJKAARD 6,5 JOAO PAOLO 6 VANBASTEN 7 MAIELLARO SV EVANI 6 8'PERRONE 6 MASSARO 6 MONELLI sv 77'FUSER 6 19 SCARAFONI 6 All.: SALVEMINI 6 All.: SACCHI 6.5 Arbltro: PAIRETTO 7 1 Rete: 90' Basten. Ammoniti: 14' Loseto e Ancellotti, 75' Costacurta. Spettatori: paganti 20.176, incasso 475.161.000; abbonati 10.855, quota abbonati 286.883.951.

Luoghi citati: Olanda, Tokyo, Verona