Una valanga uccide sei ragazzi svizzeri

Una valanga uccide sei ragazzi svizzeri Erano usciti senza accompagnatori per un'esercitazione premilitare alla base del Fletschorn Una valanga uccide sei ragazzi svizzeri Sul Sempione: due sono morti cercando di salvare gli altri • - * ! DOMODOSSOLA. Sei ragazzi svizzeri, tutti fra i diciassette e i diciannove anni, sono stati travolti e uccisi, durante un'escursione sul Sempione, da una valanga di enormi proporzioni che si è staccata dalla parete del Fletschorn, 3996 metri di quota, una delle vette che sovrastano la fascia montuosa di confine fra l'Ossola e il Vallese. Quattro sono morti per asfissia sotto la neve. Due che erano riusciti ad evitare di rimanere sepolti e che hanno cercato di aiutare i compagni, sono stati stroncati dalla fatica e dal gelo. I loro cuori non hanno retto allo sforzo di muoversi con la neve fino alla cintola a venti gradi sottozero. Fino al tardo pomeriggio di ieri la polizia svizzera non aveva ancora reso noti i nomi delle giovanissime vittime della morte bianca: non tutti i familiari erano ancora stati avvertiti. I ragazzi risiedevano tutti nei Cantoni della Svizzera centrale di lingua tedesca. Soggiornavano in un piccolo ostello al Passo del Sempione gestito dall'organizzazione «Sport e gioventù» che cura fra 1 altro la preparazione premilitare dei giovani svizzeri. Per tutto l'anno la zona del massiccio del Sempione è teatro di esercitazioni e manovre dell'esercito elvetico che, dopo un breve ma impegnativo addestramento delle giovani reclute, è basato su periodi di richiamo annuali fino a cinquantanni di età. Ma ancora prima di indossare la divisa i giovani effettuano normalmente periodi di addestramento in alta montagna attraverso appunto l'organizzazione «Sport e gioventù», stages di quindici giorni con marce sulla neve, escursioni in quota sotto la guida di istruttori. Per ospitare questi giovani l'amministrazione militare elvetica ha riadattato un vecchio ospizio sul passo del Sempione e ha affittato le dipendenze di alcuni alberghi situati nella zona del colle. I sei ragazzi erano partiti giovedì dalla dipendenza dell'Ho¬ tel Bellevue al passo del Sempione diretti alla base del Fletschorn, che offre suggestivi itinerari d'alta quota molto frequentati anche da alpinisti e sciatori che praticano il fuori pista. Una marcia di circa tre ore sulla neve. Avrebbero dovuto bivaccare alla base del colosso alpino in un rifugio degli stessi monaci Agostiniani che gestiscono l'Ospizio del Sempione e rientrare venerdì dopo un'escursione lungo la parete con gli sci ai piedi. Non sono tornati e subito è scattato l'al, larme. Si è levato in volo un elicottero dell'Air Zermatt che ha preso a bordo il responsabile della colonia del soccorso di Briga Rolando Nanzer e altre guide del Vallese. Dotato di potenti riflettori, il velivolo ha sorvolato in piena notte la fascia montuosa attorno al Sempione. E il pilota, Bernard Van Dornick, una lunga esperienza di voli fra i ghiacciai, ha visto gli inconfondibili segni del distacco di un grossa massa nevosa sulla parete del Fletschorn. E' riuscito ad atterrare sul nevaio: lì i soccorritori hanno trovato i primi due corpi assiderati. Sotto un metro di neve c'erano gli altri quattro cadaveri. «Uno spettacolo terribile, ho visto tante tragedie in montagna ma i corpi di quei ragazzi non li dimenticherò mai», ha detto il capo del soccorso alpino di Briga. Le pendici del Fletschorn dalle quali si è staccata la valanga sono battute da forti raffiche di vento che formano alti cumuli di neve instabile. Non è escluso che «tagliando» la parete con gli sci la stessa colonna di escursionisti abbia provocato la caduta della valanga. Una massa nevosa di enormi dimensioni, lunga un chilometro, che si è staccata con un fragoroso boato dal fianco della montagna investendo in pieno la comitiva. Secondo una ricostruzione attendibile, due ragazzi sono stati trascinati verso valle per alcune decine di metri ma sono rimasti in superfice. Uno ha cercato di scavare con le mani ri hanFi siila fra i cumuli (i soccorritori no trovato tracce di graffi neve) per cercare i compagni sepolti: lo choc e un collassogli sono stati fatali. L'altro è crollato, anche lui vittima di una crisi cardiaca, nel disperito tentativo di scendere verso valle, affondando nella neve, per chiedere aiuto. Mentre le salme delle giovani vittime vengono allineate nell'obitorio di Naters, una cittadina vallesana ai piedi del Sempione, sorgono i primi interrogativi sulla tragedia. Ci si chiede perché i sei giovani si fossero avventurati nella traversata d'alta quota senza accompagnatori. E come mai non fossero dotati, pur appartenendo a un'organizzazione premilitare, almeno di apparecchi ricetrasmittenti. Qualcuno ricorda anche che l'osservatorio nazionale di Davos nel suo bollettino della neve aveva dato i'allarme, segnalando il pericolo del distacco di valanghe e slavine sui versanti alle quote più alte. Adriano Vedi

Persone citate: Agostiniani, Bernard Van Dornick, Naters, Rolando Nanzer, Vallese

Luoghi citati: Domodossola, Ossola, Svizzera