Ucciso segretario comunale di Enzo Laganà

Ucciso segretario comunale Ucciso segretario comunale In un paese della Locride, dopo il consiglio REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE In un agguato mafioso è stato ucciso il segretario comunale di Ciminà, uno dei più piccoli centri della provincia (appena 750 abitanti), 25 chilometri da Locri, alle falde del versante jonico dell'Aspromonte, noto per una lunga faida che ha causato oltre trenta morti. La vittima si chiamava Lorenzo Giuseppe Angelone, 44 anni, e abitava da solo a Condonili. Da molti anni lavorava al Comune a Ciminà. Un funzionario serio, dicono in paese, sempre cordiale, ma abbastanza riservato. Quasi ogni giorno percorreva i 50 chilometri che separano Condofuri da Ciminà a bordo della sua Golf; ma da qualche tempo aveva cambiato auto preferendo un fuoristrada Toyota. La nuova auto gli serviva per poter superare meglio le asperità delle strade di queste zone, impervie, in alcuni tratti poco asfaltate. E' proprio al volante della sua nuova auto che i killer lo hanno sorpreso nelle prime ore del pomeriggio di ieri, a tre chilometri dall'abitato, dove la strada che porta a Ciminà si innesta alla provinciale Ardore-Civella di Piatì, ai margini del torrente Capitano. La località denominata Ponte San Giovanni è un luogo ideale per agguati. Due anni fa, pare per un errore di persona, alcuni sicari spararono proprio nello stesso posto al parroco, don Vincenzo Tropeano. Qui ci si può dileguare facilmente, in auto lungo una delle tre strade che colti uiscono al trivio, oppure a piedi nella boscaglia che si stende da un lato, o ancora attraverso il greto del torrente stesso. L'agguato deve essere avvenuto intorno alle 16. Fino a pochi minuti prima, infatti, l'Angelone aveva preso parte come sempre ai lavori del Consiglio comunale presieduto dal sindaco democristiano Francesco Parrelli, insegnante elementare e presidente anche della Comunità montana del versante jonico meridionale. Come sempre aveva redatto i verbali della seduta, verificato le presenze per la validità del consiglio. Il sindaco Parrelli lo aveva convocato non solo per discutere i vari punti all'ordine del giorno, ma anche per scambiare con i vari consiglieri i tradizionali auguri di fine anno. Ieri in aula ce n'erano 15 (12 consiglieri de e 3 pei). Al termine della seduta e dopo gli auguri di rito, il dottor Angelone era salito sul suo fuoristrada. I killer lo avevano seguito e lo aspettavano. Armi in pugno, gli hanno sbarrato la strada. Secondo le prime ricostruzioni della polizia, hanno bloccato il segretario comunale sparandogli da lontano. Poi si sono avvicinati all'auto. A pochi metri di distanza hanno fatto fuoco. Una sequela di colpi inesorabili. Angelone non ha nemmeno avuto il tempo di reagire, di tentare la fuga. I killer lo hanno colpito al volto, sfigurandolo. Quando si sono accertati che l'uomo era morto, se ne sono andati indisturbati. E' stato il comandante della locale stazione dei carabinieri, il maresciallo Orazio Sangiorgio, che rientrava in caserma, a notare la Toyota ai margini della strada e a dare l'allarme. Difficile, se non impossibile, dare per il momento una spiegazione al delitto. Forse il movente è da ricercare nell'attività del segretario comunale e quindi in qualche «favore» non concesso o forse nella sua vita privata, che però sembra ineccepibile. Angelone — dicono i carabinieri del posto — aveva il pregio dell'onestà. Da queste parti però, aggiungono, può anche diventare un terribile difetto. Nulla di strano che sia entrato nel mirino dei killer. Il funzionario potrebbe anche aver fatto qualche torto involontariamente. A Ciminà, come un po' in tutti i piccoli centri della zona, non si va molto per il sottile per presunti torti subiti. Vent'anni fa, a due chilometri da dove ieri è stato ucciso Lorenzo Angelone è stato assassinato il parroco del paese, don Antonio Esposito: si disse allora che aveva fatto qualche confidenza di troppo agli investigatori su un. pericoloso latitante nella zona. Ciminà, in fondo, non dista troppo da luoghi «caldi» come San Luca e Piatì dove l'anonima gestisce quasi tutti i sequestri in Calabria. La terribile faida locale iniziata vent'anni addietro e la cui ultima vittima risale al gennaio dello scorso anno, pare abbia avuto origine proprio da un sequestro. Quello famoso di Paul Getty. Enzo Laganà