Banche interviene il magistrato di Francesco Grignetti

Banche, interviene il magistrato Più dura la polemica tra sindacati e Assicredito sulla responsabilità dei disservizi Banche, interviene il magistrato A Sassari: «E' interruzione di pubblico servizio» ROMA. E' terminata con una coda giudiziaria che potrebbe avere pesanti conseguenze la «tre giorni» di sciopero dei bancari. A Sassari è intervenuta la magistratura ipotizzando, a carico dei bancari in sciopero, il reato di «interruzione di pubblico servizio». La stessa accusa mossa ai controllori di volo della Lieta. Il procuratore della Repubblica Giovanni Mossa ha mobilitato i carabinieri per verificare la situazione in città e provincia. Il magistrato aveva ricevuto un esposto da un'agenzia del Credito italiano: l'istituto segnalava che erano in giacenza diverse pensioni, ma che lo sciopero dei dipendenti ne rendeva impossibile il pagamento. «Non è neppure possibile — ha segnalato il Credito italiano di Sassari — provvedere al rifornimento delle apparecchiature Bancomat». I rappresentanti sindacali si sono incontrati con il prefetto di Sassari per ribadire la loro disponibilità ad aprire uno «sportello sociale» e replicare ai dirigenti del Credito italiano. Secondo Luigi Marmiroli, segretario generale del sindacato autonomo Fabi, il vertice della banca, a Sassari come a Bologna, si è rivolto a prefetti e a magistrati prima di verificare se esistesse la possibilità di allestire con il sindacato un servizio d'emergenza. L'episodio di Sassari è emblematico del mezzo fallimento degli «sportelli sociali», che do- vevano garantire il pagamento di stipendi e pensioni. Su questo fronte, la polemica è infuocata. Secondo l'Assicredito (Associazione degli istituti di credito) i disagi vissuti in questi giorni dai cittadini sono tutti da addebitare allo sciopero. «La nostra disponibilità — scrive l'associazione di categoria — era ovviamente condizionata dalle difficoltà oggettive e dalle mutevoli situazioni: gli scioperi hanno determinato, nella prevalenza dei casi, l'indisponibilità del personale tecnicamente indispensabile». Secondo i sindacati, invece, la loro buona volontà è stata vanificata da un atteggiamento ostruzionistico. «Ci sono obblighi di correttezza — sostiene Elio Porino, segretario generale della Uil-bancari — che le banche finora hanno dimostrato di non voler assolutamente riconoscere». E il sindacato autonomo Fabi: «L'impegno del sindacato per garantire stipendi, pensioni e tredicesime a milioni di lavoratori è stato mantenuto nonostante le difficoltà, spesso frapposte dalle stesse banche». Il terzo giorno consecutivo di sciopero, ieri, ha presentato il «solito» copione a base di code davanti alle poche banche aperte, gente demoralizzata con il portafogli a secco, turisti stranieri senza valuta, caccia agli ultimi Bancomat funzionanti: ancora una giornata di caos per gli sportelli bancari. Per incassare un assegno o per pagare il mutuo, però, bisognerà aspettare la riapertura delle agenzie, martedì 2 gennaio. E finalmente sarà una settimana tranquilla per i correntisti italiani. Ma non a Milano dove è previsto un ennesimo sciopero per un terzo degli sportelli. E forse altre agitazioni sono in preparazione dopo il 5 gennaio. Critiche le dichiarazioni del presidente della Assententi, Giuseppe Scrofina: «Se il governo non fosse in ritardo nell'aprire ai privati le Casse di risparmio e le grandi banche meridionali, oggi forse avremmo una presenza più attiva dello stesso governo sulla vertenza». Soddisfatti invece i sindacati: «L'adesione allo sciopero è stata massiccia», dicono. Insieme ai disagi, intanto, crescono le polemiche. La Cisl si è schierata contro la Uil sull'ipotesi di un'autoregolamentazione anche per i dipendenti delle banche, come per ferrovieri e medici. Il segretario generale della Uil, Giorgio Benvenuto, ha auspicato che anche le banche siano considerate un «servizio pubblico essenziale» e che i bancari rispettino il codice di autoregolamentazione. Contrario invece Sergio Ammarinati, segretario della Cisl-bancari: «Questa proposta, avallata anche da parti sindacali, non può essere affrontata oggi sull'onda dell'emotività». E in ogni caso, secondo Ammannati, «l'inserimento del credito nell'elenco dei servizi pubblici essenziali sarebbe giuridicamente errato e in contrasto con recenti sentenze della Cassazione». Nel bilancio della «tre giorni» di sciopero, i sindacalisti ammettono anche i disagi causati ai cittadini. Forse — riflette qualcuno — il prezzo pagato, agli occhi dell'opinione pubblica, è stato troppo alto. «Abbiamo commesso qualche sbaglio. Se ci sarà uno sciopero ancora, sarà a piccole dosi», ammette Renato Zini, della Cgil-Fisac. E Marmiroli, della Fiba: «Voghamo creare un clima più disteso. Martedì si decide: pensiamo a comunicati sui giornali, magari a una manifestazione». Francesco Grignetti

Persone citate: Elio Porino, Fabi, Giorgio Benvenuto, Giovanni Mossa, Giuseppe Scrofina, Luigi Marmiroli, Renato Zini, Sergio Ammarinati

Luoghi citati: Bologna, Milano, Roma, Sassari