La nuova Polonia abroga il Piano

La nuova Polonia abroga il Piano Privatizzazioni, Borsa valori ma anche stangata sui prezzi e tagli all'occupazione La nuova Polonia abroga il Piano Sì del Parlamento al diktat del Fondo monetario VARSAVIA. Dopo sette giorni di dibattito, interrotto solo dalle feste di Natale, il Parlamento polacco ha approvato a maggioranza le leggi di base del «piano di stabilizzazione» economica che a partire dal primo gennaio 1990 awieranno il Paese dall'economia comunista centralizzata verso quella del mercato libero. Il Parlamento ha dato il proprio avallo al programma del vice primo ministro e ministro delle Finanze Leszek Balcerowicz, elaborato sotto l'egida del Fondo monetario internazionale. Il programma deve permettere, con provvedimenti drastici, il risanamento dell'economia polacca che si trova in condizioni drammatiche. Il piano Balcerowicz prevede la privatizzazione delle imprese statali e la razionalizzazione dei mezzi di produzione, la convertibilità dello zloty — inizialmente solo interna — per dare in questo modo uno stimolo al commercio con l'Occidente, l'eliminazione quasi totale delle sovvenzioni, un controllo severo degli aumenti salariali, l'adozione di un sistema bancario che abbia una reale influenza sulla politica monetaria dello Stato, la riforma fiscale, la creazione di un mercato di azioni e di una borsa valori, nonché nuove tariffe doganali uguali per tutti i settori dell'economia. Lo scopo principale del «pacchetto legislativo» è soprattutto quello di combattere l'infla- zione che ha raggiunto quest'anno il livello del mille per cento e di ridurla alla fine dell'anno prossimo al 140 per cento. Questo programma, presentato dal governo di Mazowiecki come l'unica soluzione possibile per sanare l'economia in maniera radicale, avrà effetti concreti, che possono d'altra parte costituire un serio rischio per quanto riguarda l'appoggio della società. Prevede da una parte un notevole abbassamento del tenore di vita della popolazione, al quale si arriverà con aumenti dei prezzi intorno al 60 percen¬ to nel primo trimestre del 1990, e aumenti salariali inferiori per scoraggiare i consumi. Dall'altra, la chiusura di imprese non redditizie o fallite, fenomeno finora sconosciuto in questa parte dell'Europa, farà perdere il lavoro al tre per cento della popolazione attiva del Paese creando un vero esercito di oltre 400 mila disoccupati. Secondo alcuni deputati di Solidarnosc questa cifra potrebbe superare due o addirittura tre volte le previsioni governative. Nello stesso tempo si prevede per l'anno prossimo un calo del 5 per cento della pro- duzione, mentre il debito estero dovrebbe arrivare a 43,2 miliardi di dollari rispetto ai 39 miliardi nel 1989. Il governo — che attualmente gode dell'appoggio del 95 per cento della popolazione, fatto senza precedenti nei sondaggi sulla fiducia verso un primo ministro — potrebbe tuttavia ricevere critiche sul programma soprattutto da parte degli agricoltori, secondo ì quali questa politica pone ostacoli allo sviluppo della produzione agricola. Il premio Nobel Lech Walesa ha espresso una certa preoccupazione riguardo alle mi¬ sure economiche proposte dal governo, sottolineando che pur dando il suo appoggio al «piano di stabilizzazione» deve constatare che questo programma significa per la società un nuovo periodo di austerità. Se le riforme non saranno accelerate, per l'uomo della strada ciò significherà che sarà privato ancora una volta di una parte dei suoi soldi. Il primate della Chiesa cattolica polacca, cardinale Glemp, si è recato ieri in visita al Parlamento che aveva dibattuto un emendamento costituzionale sulla abolizione del ruolo guida riconosciuto al partito comunista nella società polacca. La visita di Glemp, nell'intervallo dei lavori parlamentari, è la prima di un cardinale primate di Polonia al Parlamento polacco nel dopoguerra: i parlamentari hanno salutato il suo ingresso in aula intonando canti natalizi tradizionali, e Glemp ha risposto esprimendo il proprio «grande rispetto per tutti i convenuti in aula», e porgendo «auguri sentiti, franchi e patriottici». Dopo avere reso omaggio alle fatiche profuse dai parlamentari, Glemp ha aggiunto: «Vi auguro di avere abbastanza forza per l'anno che viene, e che il legame fra la nazione e il Parlamento divenga più forte e trovi maggiore comprensione. Vi prego di accettare questi auguri dalla Chiesa, della quale io sono un umile servitore». (Ansa]

Persone citate: Balcerowicz, Glemp, Lech Walesa, Leszek Balcerowicz, Mazowiecki

Luoghi citati: Europa, Polonia