Il «Popolo» attacca i giornalisti del Tg3

Il «Popolo» attacca i giornalisti del Tg3 Il «Popolo» attacca i giornalisti del Tg3 «In seigiorni mai usata la parola comunista» Il direttore replica: l'audience ci dà ragione ROMA DALLA REDAZIONE Il Tg3 ha fatto un buon lavoro con la sua lunga diretta sulla Romania, peccato soltanto che in sei giorni di trasmissione abbia omesso un dettaglio per nulla trascurabile: Nicolae Ceausescu, oltre ad essere «un tiranno» e un «Dracula», era anche un comunista. Ieri con un articolo del direttore Sandro Fontana, oggi con un corsivo, il quotidiano della de 12 Popolo ha criticato la lunga diretta dedicata dal telegiornale di area comunista agli avvenimenti della Romania. Un'indiretta rampogna al Tg3 è arrivata anche dai sottosegretario alla presidenza del Consiglio Nino Cristofori, secondo il quale «non va sottaciuto il tentativo di qualche commentatore, anche della tv nazionale, teso a sfumare la vergogna del sistema comunista di potere». Alle critiche ha risposto il direttore del Tg3 Alessandro Curzi, facendo appello soprattutto al successo della trasmissione: «Il Tg3 — ha detto — grazie all'impegno di tutto il personale giornalistico, tecnico ed impiegatizio e soprattutto degli inviati e degli operatori che trasmettevano in condizioni difficilissime dalle piazze di Bucarest, nelle sue varie dirette da venerdì 22 a martedì 26 è stato seguito da circa 20 milioni di telespettatori. Nella giornata di martedì, dalle 14,30 alle 19,30, il 23 per cento degli spettatori era sintonizzato su Raitre. Nelle cronache e nei commenti ci siamo limitati ai fatti». Il Popolo in edicola questa mattina replica di nuovo a Curzi. «La parola "comunista" era stata bandita per il crollo del muro di Berlino come per le manifestazioni di Praga. Nelle dirette sui fatti di Romania, a parte il merito degli inviati, delle troupe, dei tecnici, il sistema di informazione è andato via via perfezionandosi, poiché si è passati da una lettura quasi asettica, dove la parola "comunista" era regolarmente bandita dai commenti, ad una sottile manipolazione. Nella lettura dei giornali II Popolo è stato censurato». Al responsabile per le comunicazioni di massa Luciano Radi, che lo aveva criticato per alcune battute sulla Romania pronunciate nel corso di una trasmissione natalizia, ha replicato ieri il comico Enrico Montesano: «Non c'è stata al cuna banalizzazione da parte mia dei fatti romeni. Forse Radi non ha sentito bene o le mie battute gli sono state riferite in modo impreciso. Quando abbiamo registrato il programma, non avevamo notizie certe sulla Romania e abbiamo evitato ogni riferimento preciso».

Persone citate: Alessandro Curzi, Curzi, Enrico Montesano, Luciano Radi, Nicolae Ceausescu, Nino Cristofori, Sandro Fontana

Luoghi citati: Berlino, Bucarest, Praga, Roma, Romania