«L'Intifada diventerà una rivoluzione»

«L'Intifada diventerà una rivoluzione» ISRAELE Nuove violenze in Cisgiordania mentre Tel Aviv compie un raid nel Libano meridionale «L'Intifada diventerà una rivoluzione» Ipalestinesi promettono guerra totale nei territori occupati TEL AVIV. L'Intifada, la rivolta palestinese cominciata il 9 dicembre '86, passa alla fase rivoluzionaria. Lo ha affermato il «Comando unificato» nel suo ultimo comunicato, che ha per titolo «Dichiarazione di scoppio della rivoluzione». Il documento contiene l'ordine di inasprire la lotta contro Israele fino al 1° gennaio, il «Fatali day». Quel giorno, 25 anni fa, fu fondata questa organizzazione palestinese che gode di grande seguito nei Territori occupati e di cui è leader lo stesso capo dell'Olp, Yasser Arafat. Per commemorare lunedì prossimo l'anniversario il «Comando unificato» ha indetto marce e manifestazioni: ha chiesto agli automobilisti di suonare alle 13 i clacson dei loro veicoli e alla popolazione di riunirsi nelle strade alle 17 per cantare l'inno nazionale palestinese. L'annuncio avviene in conco¬ mitanza di nuove violenze nei Territori: a Jina un palestinese di 26 anni è caduto sotto il fuoco dei soldati israeliani, mentre altri venti sono rimasti feriti. Sospettati di collaborazionismo, un palestinese trentenne è stato ucciso a Gaza e un altro è stato ferito a Hebron. Il coprifuoco è in vigore a Rafah, grosso centro nella striscia di Gaza, dove l'altro ieri i soldati di Tel Aviv hanno sparato per disperdere alcuni gruppi di dimostranti palestinesi. Altre manifestazioni si sono svolte nei campi profughi di Jabalya e di Shati: il bilancio è stato di circa venti palestinesi feriti. Ma l'Intifada si insinua sempre di più anche nel territorio israeliano. Tre attentati si sono verificati nelle ultime 72 ore: una bomba incendiaria è stata lanciata contro alcune auto in una via centrale di Gerusalemme, un'altra è esplosa in una stazione di pullman vicino a Tel Aviv e un gruppo di palestinesi ha appiccato il fuoco a un autobus nei pressi di Jenin. Israele, d'altra parte, ha scelto la linea dura non solo nei Territori ma anche nel Libano meridionale. Quattro aerei con la stella di Davide hanno bombardato ieri il quartier generale del partito comunista libanese a Rmaile, a 37 chilometri da Beirut, uccidendo tre guerriglieri e ferendone 15. L'attacco aereo è avvenuto poche ore dopo un'incursione via terra contro la base del partito comunista a Nabi Safi, nella valle della Bekaa. Il comando è penetrato per 13 chilometri oltre la zona di sicurezza nel Libano meridionale. Fonti militari israeliane hanno ricordato che fu il partito comunista libanese a organizzare nel novembre '88 un attentato in cui rimase ferito Antoine Lahad, comandante del filoisraeliano Esercito del Libano Sud. Un'atmosfera di tensione ha accompagnato anche la visita natalizia dell'arcivescovo anglicano del Sud Africa, Desmond Tutu, a Beit Sahur, la cittadina cristiana alle pendici di Betlemme, distintasi per la sua tenace disobbedienza civile all'occupazione israeliana. L'incontro nel Campo dei pastori, dove gli angeli annunciarono la nascita di Gesù, ha avuto luogo sotto gli occhi di decine di soldati che hanno chiuso gli accessi a Beit Sahur e che pattugliavano le strade. Come nella vicina Betlemme era in corso uno sciopero generale di lutto per le vittime dell'Intifada. La tensione ha raggiunto il suo apice la scorsa notte quando Tutu è stato costretto a interrompere per dieci minuti la celebrazione della messa natalizia nella chiesa anglicana di St. George, a Gerusalemme, in seguito a un falso allarme per la presenza di una bomba. [Ansa]

Persone citate: Antoine Lahad, Desmond Tutu, Tutu, Yasser Arafat