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I commenti I commenti La Cir: siamo molto sorpresi MILANO. La decisione del giudice Gabriella Manfrin, che considera scaduto il consiglio Mondadori fin dal 20 aprile scorso, pone al gruppo editoriale non pochi problemi. Se infatti nulla cambia per l'acquisto dell'Espresso, deliberato il 13 aprile, teoricamente potrebbero considerarsi nulle molte delle decisioni prese dagli amministratori successivamente tra cui, ad esempio, l'Ops (offerta Eubblica di scambio) che avrebe dovuto favorire gli azionisti Espresso, e che è stata sospesa a causa delle ultime vicende. Il nuovo consiglio della casa editrice, che l'assemblea ordinaria convocata dai sindaci dovrà nominare, avrà quindi molto da fare. Ieri, Cristina Formenton ha commentato «Sono contenta di quello che è avvenuto. La Mondadori ora può andare avanti, e questo vuol dire che un po' di Mondadori rimangono in azienda». Contento, ovviamente, della decisione del giudice anche Vittorio Dotti, il legale che ha coordinato in queste settimane il collegio di avvocati di Fininvest: «Abbiamo vinto il match di andata. Sono soddisfatto che il giudice abbia riconosciuto la validità dello statuto». Berlusconi ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Più critici, ovviamente, i legali di Carlo Caracciolo, Guido Rossi e Aribeito Mignoli. Congiuntamente, essi hanno osservato: «Il provvedimento sorprende, perché si discosta dalla più autorevole dottrina della giurisprudenza costantemente seguita dallo stesso tribunale di Milano. La decadenza del consiglio che, per il giudice istruttore, risale al 20 aprile 1989, pone delicati problemi di ordine giuridico in relazione alla attività svolta da quella data in avanti. Attività alla quale, sino al momento delle loro dimissioni del 2 dicembre scorso, i rappresentanti della famiglia Formenton hanno attivamente partecipato». A firma del senatore socialista Eugenio Bozzello Verole, compare oggi svlYAvanti! un attacco a Carlo De Benedetti. Bozzello accusa il presidente di Olivetti di aver tentato di monopolizzare la Mondadori «per esercitare a modo suo un'impropria influenza sul sistema dell'informazione». Alla luce di queste mosse, sembra avvalorarsi l'ipotesi che Eugenio Scalfari decida di fondare un nuovo quotidiano. [v. s.l

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