Chi è il nuovo leader di E. St.
Chi è il nuovo leader Chi è il nuovo leader Da uomo dipartitoci esponente del dissenso Era agli arresti per l'appello anti-regime Funzionario di partito dal 1945, ministro degli Esteri di Bucarest negli Anni 60 e negli ultimi tempi tra le figure più autorevoli del dissenso romeno. E' questo, in sintesi, il ritratto di Corneliu Manescu, 73 anni, che ieri ha preso la guida del neonato «Fronte di salvezza nazionale». Manescu è nato l'8 febbraio del 1916 a Ploiesti, una città della Romania meridionale; suo padre era un dipendente della casa reale. Dopo aver studiato a Bucarest entrò nel partito comunista che operava in clandestinità. Nel 1945 il governo del primo ministro Petru Groza copto il giovane Manescu nella direzione della cellula politica dell'esercito. Da quel momento la carriera di Manescu procedette velocemente. Nel 1948 venne nominato sottosegretario alla Difesa e tre anni più tardi divenne il numero due della pianificazione di Stato. Dal 1960 iniziò la sua camera nella politica estera: fu infatti inviato a Eudapest come ambasciatore; dopo un anno fu richiamato dal segretario del partito Gheorghe GheorghiuDej che lo nommò ministro degli Esteri. Sei anni più tardi, nel 1967, Manescu fu eletto presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, era il primo rappresentante di un paese socialista a ricoprire questa carica. Nel 1972 però Manescu cadde in disgrazia e fu relegato all'incarico di vicepresidente del Fronte dell'Unità nazionale, un'organizzazione ufficiale che raccoglie rappresentanti delle varie minoranze che vivono in Romania. Ricoprì questo ruolo fino al 1977, poi fu nominato ambasciatore a Parigi, dove rimase fino al 1982. Al suo ritorno in patria, sette anni fa, Manescu scomparve quasi completamente dalla scena politica. E' tornato alla ribalta nel marzo scorso, quando insieme ad altri cinque esponenti politici romeni ha firmato una lettera aperta contro il regime di Ceausescu. Nel documento si protestava contro l'esportazione di prodotti alimentari destinati a ripagare il debi¬ to estero, che aveva aggravato la crisi economica ed acuito le sofferenze della popolazione; Manescu e i suoi compagni chiedevano anche l'abolizione del lavoro coatto la domenica e la fine delle violazioni sistematiche dei diritti dei cittadini, come la censura sulla posta. Insieme a lui hanno firmato la lettera il decano del partito comunista romeno, Constando Pirvulescu, 94 anni, l'ex primo ministro Gheorghe Apostol, l'ex ambasciatore negli Stati Uniti Silviu Drucan e due ex membri dell'ufficio politico: Ion Grigore Racenau e Alexandru Birladenu. Dopo la clamorosa protesta, Manescu e gli altri firmatari sono stati sottoposti a pesanti pressioni. In aprile si è saputo che l'uomo politico era malato e si trovava agli arresti domiciliari in una fattoria alla periferia di Bucarest. A giugno il governo di Bonn e quello di Parigi hanno rivolto un appello alle autorità romene perché rendessero possibili i contatti con Manescu. [e. st.]
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