Nuovo test sulle nascite di M. V.

Nuovo test sulle nascite Dal sangue della madre si può conoscere il sesso del feto Nuovo test sulle nascite E' stato scoperto, dopo 20 anni di ricerche, da scienziati di Oxford Provato su 19 donne: faciliterà le diagnosi sulle malattie genetiche Un gruppo di ricercatori del John Radcliffe Hospital di Oxford ha messo a punto un particolare esame del sangue che permette di identificare il sesso di un feto a partire dal sangue della madre. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista medica «Lancet», è stato fatto su di un gruppo di 19 donne in gravidanza. Si tratta di un test molto sensibile che seleziona ed evidenzia alcuni geni presenti soltanto nelle cellule maschili. Questi geni sono stati trovati in 12 delle 19 donne. Tutt'e 12 hanno avuto'un maschio. Le altre 7 una femmina. E' il primo successo dopo i tanti fallimenti di una ricerca cominciata negli Anni 70. L'ipotesi di lavoro, che si è rivelata esatta, è che nel sangue delle donne incinte siano presenti anche cellule del feto in quantità tali da poter essere analizzate. L'applicazione pura e semplice del test sarà senz'altro controversa, perché porterebbe ad aborti selettivi quando il sesso del figlio non fosse gradito ai genitori. Invece si ipotizzano test che riconoscano, nelle cellule che navigano nel sangue della madre, gli eventuali geni delle malattie ereditarie. Il primo punto da verificare, comunque, è se il test sia affidabile anche su larga scala. Poi si potrebbero studiare i nuovi test del sangue materno, che sarebbero molto più sicuri delle attuali diagnosi prenatali, amniocentesi ed esame dei villi coriali. Entrambi comportano l'introduzione di un ago nell'utero della donna, con una percentuale di rischio di aborto dell'uno per cento. L'amniocentesi, che viene fatta a partire dalla sedicesima settimana di gravidanza, consiste nell'inserzione di un ago nell'addome per prelevare una piccola quantità del liquido in cui è immerso il feto e delle cellule fetali che vi navigano dentro. L'esame dei villi coriali, che viene fatto intorno alla decima settimana di gravidanza, utilizza un catetere per prelevare le appendici villose che circondano il sacco fetale all'inizio della gravidanza e sono fatte di cellule fetali che possono essere esaminate. Il rischio di aborto fa sì che queste analisi vengano consigliate soltanto alle donne a rischio (età superiore ai 35 anni e predisposizione famigliare). Secondo le statistiche, però, la maggior parte dei nati con malattie genetiche sono figli di coppie non a rischio. L'8Ò per cento dei bambini con la sindrome di Down, ad esempio, ha una madre con meno di 35 anni. Il test del sesso potrebbe già ora allargare il numero delle donne che ricorrono alla diagnosi prenatale selezionando quelle che effettivamente ne hanno bisogno. Alcune malattie genetiche infatti sono legate a un determinato sesso. E' il caso della distrofia muscolare, che si manifesta soltanto nei maschi. Ora, prima di ricorrere ai più pericolosi test invasivi, si potrebbe cercare di sapere se il feto è maschio o femmina e passare all'amniocentesi o all'esame dei villi coriali solo se è maschio, [m. v.]

Persone citate: John Radcliffe

Luoghi citati: Oxford