Roma, liberi tre brigatisti

Roma, liberi tre brigatisti Erano stati condannati per l'attentato all'economista Da Empoli Roma, liberi tre brigatisti Sentenza depositata con poche ore di ritardo ROMA. Per il ritardo nel deposito dell'ordinanza di rinvio a giudizio, che fu consegnata in cancelleria proprio all'ultimo giorno utile, ma comunque do- §o l'orario di chiusura al publieo dell'ufficio giudiziario, tre brigatisti rossi dell'«Unione dei comunisti combattenti» sono stati scarcerati per decorrenza dei termini della custodia cautelare. A lasciare il carcere sono Fabrizio Melorio, Paolo Cassetta e Geraldina Colotti, tutti arrestati dai carabinieri dopo un conflitto a fuoco il 22 gennaio del 1987. Proprio una settimana fa, i tre brigatisti sono stati condannati dalla terza Corte d'assise di Roma perche riconosciuti responsabili di r irtecipazione a banda armate dell'attentato al consulente economico della presidenza del Consiglio dei ministri Antonio da Empoli, durante il quale morì la terrorista Cecilia Massara. Cassetta ha avuto 15 anni e dieci mesi, Melorio 12 anni e sei mesi, la Colotti 12 anni e quattro mesi. Tutti, però, sono stati prosciolti, al termine del processo, dall'accusa più grave di concorso nel delitto del generale dell'Aeronautica Licio Giorgieri. Il loro difensore, l'avvocato Maria Causarono, subito dopo la sentenza, aveva chiesto alla stessa Corte d'assise di disporre la scarcerazione dei suoi assistiti perché, per i reati loro contestati, era stata depositata oltre il termine massimo consentito dalla legge — un anno e mezzo dal giorno dell'arresto — l'ordinanza di rinvio a giudizio. L'istanza dell'avvocato è stata ritenuta legittima dal presidente della Corte d'assise Turchetti. In sostanza, è stato accertato che l'ordinanza di rinvio a giudizio fu depositata nella cancelleria dell'ufficio istruzione soltanto alle 19,30 del 22 luglio 1988, mentre il termine per tale atto, ai fini della scadenza dei termini della custodia cautelare, cadeva improrogabilmente alle 14 dello stesso giorno. Secondo la Corte d'assise, infatti, «il termine per il compimento di atti di un ufficio giudiziario si considera scaduto nel momento in cui l'ufficio stesso viene chiuso al pubblico» e «... il carattere penale della norma, prevista dall'art. 181 del codice di procedura penale, non consente differenziazioni tra atti provenienti da' privati ed atti compiuti dall'autorità giudiziaria». L'ordinanza del presidente Tarchetti che riconosce la decorrenza dei termini di custodia cautelare a Melorio, a Cassetta ed alla Colotti impone a tutti e tre di presentarsi una volta alla settimana al commissariato di zona per firmare il registro. [Ansa]

Persone citate: Antonio Da Empoli, Cassetta, Cecilia Massara, Geraldina Colotti, Licio Giorgieri, Maria Causarono, Paolo Cassetta, Tarchetti

Luoghi citati: Roma