Piove velluto sul freno

Piove, velluto sul freno Guida invernale: diminuisce l'aderenza, attenti all'aquaplaning Piove, velluto sul freno Gli spazi di arresto,si allungano in misura notevole ed èfacile perdere il controllo Il problema dei pneumatici «ribassati»-fondamentale lo spessore del battistrada «Giusto come la pioggia» recita la saggezza popolare inglese, un proverbio che certo l'automobilista non si sente di condividere. La guida sul bagnato rimane spesso un'incognita, un problema trascurato che può' punire la presunzione di un approccio, incosciente con gravi conseguenze anche a bassa velocità. E' sufficiente pensare a quanti tamponamenti porta un semplice temporale estivo. Spesso l'automobilista non considera la repentina variazione dell'aderenza, specie nelle fasi iniziali di pioggia quando il terreno non è ancora stato, come si suole dire, «lavato» dall'acqua e si forma una viscida patina di umidità, polvere e smog. Lo spazio di arresto è la somma dello spazio di percezione e decisione (quello percorso nel tempo di reazione fisiologica e meccanica prima che inizi l'azione frenante) e dello spazio di frenatura (proporzionale al quadrato della velocità e inversamente proporzionale al coefficiente di aderenza). Il primo è, mediamente, una costante che a 100 km/h fa percorrere circa 40 metri prima che inizi la frenata. Per il secondo l'aderenza su asfalto asciutto è quantificabile in valori di 0,66, mentre quella su bagnato si avvicina allo 0,32 e ancor meno. Questo si traduce in spazi di frenatura che, per una berlina media, a 100 km/h, variano da 60 a oltre 120 metri. In frenata sul bagnato diventa inoltre probabile il bloccaggio di una o più ruote con completa perdita di aderenza e l'impossibilità di mantenere il controllo della vettura. Occorre allora agire con grande sensibilità, sollevando il piede dal freno ogni qual volta si avverte un accenno di slittamento per ristabilire l'aderenza. Si sa che più aderenza viene usata in frenata più ne viene a mancare per sterzare. E' quindi importante frenare sempre con la vettura diritta e, dovendo evitare un ostacolo improvviso, togliere il piede dal freno un attimo prima di sterzare. E' questa una manovra assolutamente non istintiva, la cui utilità può essere sperimentata da tutti senza pericolo su un piazzale: mettete un birillo sulla vostra traiettoria immaginaria e puntatelo a media velocità, a 10-20 metri da esso «inchiodate» a fondo e tentate di sterzare. Andrete dritti, mentre interrom-. pendo la frenata prima di curvare riuscirete a evitare l'ostacolo. Solo se siete al volante di una vettura equipaggiata con Abs potete continuare a pigiare sul freno: spetterà alla centralina elettronica interrompere la frenata in fase di bloccaggio di ruota. Un altro fenomeno che può sorprendere l'automobilista è quello dell'aquaplaning, ovvero la formazione di un cuscino d'acqua tra terreno e pneumatico capace di annullare l'aderenza del pneumatico stesso. E' bene allora tentare di evitare la pozzanghera e considerare che il crescere della velocità aumenta il rischiò di aquaplaning. In sua presenza bisogna alleggerire leggermente la pressione sull'acceleratore conservando però la vettura in trazione ed evitando manovre brusche. Con una trazione anteriore consigliamo, inoltre, di tenere saldamente il volante poiché il girare a vuoto di una ruota sulla pozza d'acqua tende a far voltare la vettura della stessa parte. La tendenza a montare pneu¬ matici «ribassati» (con rapporto tra altezza del fianco e larghezza inferiore allo 0,80), con sempre maggiore area di impronta a terra, può in teoria aumentare il rischio di aquaplaning, anche se la definizione geometrie di battistrada adatte all'estrazione dell'acqua e di mescole opportune può superare questi problemi; e, per la maggiore rigidità laterale dell'area di impronta, percorrendo una stessa curva, man mano che il profilo si ribassa, occorre un minore angolo di sterzo, fatto che, anche sul bagnato, consente una maggiore accelerazione in curva. Una guida sicura sul bagnato è in larga misura legata alle condizioni ed al tipo di pneumatico: dal disegno del battistrada, oggi simulazioni matematiche alCad consentono, ad esempio, nel Pirelli P2000 un incremento di circa un terzo del volume d'acqua scaricato rispetto alle gomme della precedente generazione, al tipo di mescola, mentre sul P700 Z l'alta isteresi a bassa temperatura porta il pneumatico a dissipare energia e a scaldarsi conferendo buone doti di tenuta sul bagnato. La pressione dev'essere quella consigliata dalle Case, meglio se vicina a quella massima che a quella minima anche se si penalizza un po' il comfort, mentre fondamentale è lo spessore del battistrada. Su un pneumatico nuovo è circa 8 mm, la legge si accontenta di 1 mm, ma consigliamo la sostituzione a circa 3 mm (al di sotto di questo valore raddoppia la possibilità di aquaplaning). Anche sul bagnato, piede di velluto e responsabilità sono spesso la scelta vincente. Roberto Piatti Spazio di frenata a 50,90 e 130 Km/h con coefficienti medi di aderenza. Per avere lo spazio totale di arresto occorre aggiungere lo spazio di reazione che alle stesse velocità misura circa 20, 35 e 50 metri. GLI SPAZI DI FRENATA O 50 Km/h 9ÓKm/h 130 Km/h 100 m. cu 50 Km/h I 130 ni. 90 Km/h HSH 99 m. 130 Km/h HHMHMH 207 m

Persone citate: Roberto Piatti