L'influenza spaventa l'Europa

L'influenza spaventa l'Europa E' il virus orientale più violento degli ultimi 14 anni: come si può prevenire L'influenza spaventa l'Europa A Londra 100 morti, timori in Belgio e Francia Alcuni mesi fa l'Oms diede le prime notizie sul virus influenzale della stagione 1989-1990. L'influenza aveva già incominciato il suo cammino nell'emisfero Nord più presto che negli anni precedenti, con fiammate in Giappone e nel Nord America. Si trattava di un virus con caratteristiche strutturali indicate con le sigle H1N1 e H3N2. Il virus influenzale viaggia in fretta. Ora ha invaso la Gran Bretagna: 102 morti in una settimana, migliaia di casi. Solo nell'inverno del '75-'76 andò peggio. Dall'Inghilterra è passata in Francia, in Belgio, in Svizzera. C'è già chi teme una nuova epidemia del tipo della Hongkong del 1969, anch'essa dovuta a un virus H3N2, e che mise a letto milioni di italiani. Ma per ora non c'è nulla che lo faccia supporre. Naturalmente con il freddo è arrivata come sempre l'influenza. Sarà poi vera «influenza» nel senso classico della parola? Oltre al virus influenzale propriamente detto con i suoi tipi A e B, e precisamente A/Taiwan, A/Shangai e B/Yamagata, ossia quelli in circolazione nell'attuale stagione e con i quali è stato preparato il vaccino in vendita nelle farmacie, ve ne sono sempre altri, diciamo così minori, che possono causare gli stessi sintomi. Ma la terapia e le precauzioni per ridurre le probabilità di ammalarsi sono uguali. L'influenza è benigna, tranne quando colpisce gli anziani e certi gruppi a rischio come coloro con insufficienza respiratoria cronica, i cardiopatici, i malati renali e gli affetti da deficienze immunitarie. La sintomatologia è nota: febbre che può raggiungere grado elevato, mal di capo, dolori diffusi, tosse, talvolta anche dolori addo¬ minali. In genere, se curata correttamente, la malattia dura qualche giorno, poi i sintomi si attenuano rapidamente. Vi sono anche casi più sfumati, altri che si limitano a poco più di un comune raffreddore, altri in cui tutto si riduce a un passeggero malessere e ad una modesta faringite, oppure a una febbricola di poche ore. Viceversa talora si vedono ammalati con disturbi particolarmente intensi, o con febbre che persiste per molti giorni, che scende e risale, si da far pensare in un primo momento a qualche altra malattia infettiva. Non c'è una terapia specifica, un farmaco che combatta il vi¬ rus, se si eccettuano la amantadina e la rimanta dina, attivi però soltanto contro il tipo A, e da considerare piuttosto come preventivi che come curativi, ossia tali da ridurre i,sintomi e la frequenza e gravità delle complicazioni solo se presi entro 24-48 ore dal contagio. C'è viceversa una buona terapia sintomatica, ossia che allevia i disturbi e può evitare le complicazioni. E' prescrizione assoluta stare a letto, in una camera aerata e con aria non troppo secca, possibilmente mantenendo un certo isolamento. E bere, bere abbondantemente. Una buona idratazione e gli antifebbrili di solito so-' no sufficienti. La vitamina C, presente nelle spremute di arance o di limoni, accresce la resistenza dell'organismo. Gli antifebbrili sono tanti, ricorderemo solo la comune aspirina. Naturalmente sarà il medico a indicarli. Quanto agli antibiotici, contro il virus non agiscono, per cui non si prendano mai di propria iniziativa. Non è escluso che debbano essere prescritti, ma questo lo dirà il medico quando insorgano complicazioni dovute ai batteri, specialmente a carico dell'apparato respiratorio: bronchiti, broncopolmoniti, polmoniti, pleuriti. Si ritiene anche utile dare antibiotici allo scopo di preservare dalle complicazioni gli anziani, i cardiopatici, i bronchitici, i bambini delicati. Chi si è vaccinato nei mesi scorsi ha molte probabilità di non infestarsi. Vaccinarsi oggi? SI, tenendo conto che per raggiungere l'immunità occorrono una quindicina di giorni; Il consiglio riguarda le persone oltre i 65 anni d'età, i cardiopatici, i diabetici, i bronchitici, ì bambini con patologie polmonari croniche e altre forme Che facilitano le complicazioni. La vaccinazione è infatti indicata per tutti i soggetti a rischio di complicazioni. Ulrico di Alchelburg