«Il mondo deve aiutarci » di E. St.

«Il mondo deve aiutarci » «Il mondo deve aiutarci » Appello di Noriega ai Batallones de la dignidad CITTA' DI PANAMA. Il generale Noriega non si arrende, «combatterà fino alla morte» e noi al «suo fianco». Gli appelli di Radio Nacional rimbombano per le vie di Città del Panama: «Alérta, aléna, batallones de la dignidad — tuona l'emittente —. Soldati, rientrate nei ranghi, difendete il Paese dall'invasione imperialista. Gli Stati Uniti non hanno occupato la città, hanno fallito, hanno bombardato solo alcune caserme. Non è vero che sono venuti a portare migliori condizioni di vita, sono venuti ad aggredire un piccolo Paese, mentre il genocida Bush tratta con il dirigente sovietico Michail Gorbaciov». Anche se un'operazione militare nordamericana era attesa, l'attacco, scattato all'una di notte locale, ha colto di sorpresa la popolazione. La gente era come impazzita, tutti correvano, a bordo delle vetture o a piedi, per cercare di raggiungere velocemente le rispettive , abitazioni. Nel volgere di pochi attimi, il popoloso quartiere del Chorrilio, nel cuore della città, dove ha sede il comando generale delle Forze Armate, ha preso fuoco. Le testimonianze sono drammatiche. Gli abitanti, molti sorpresi nel sonno, non avevano la possibilità di fuggire: tra le vittime vi sono bambini, donne e vecchi. Radio Nacional si è trasformata in una sorta di quartier generale delle forze fedeli a Noriega: «E' stata creata una catena nazionale della resistenza formata da varie radio — ha di- chiarate l'emittente —; siamo disposti a difendere il Paese». «Manuel Antonio Noriega — ha dichiarato un portavoce che si è qualificato come sergente Quiroz — è alla testa delle truppe, in qualche parte della capitale, per contenere l'invasione Usa». «Non cederà mai — dice Raymond Takiff, avvocato del dittatore —. Piuttosto che arrendersi, il generale Noriega si farebbe uccidere». La radio continua a diffondere notizie: «Si sentono costantemente tiri di mortaio. La distruzione è grande, è stato un bagno di sangue». Un testimone, con il volto pieno di orrore, grida: «La notte è stata lunga. Gli aerei sorvolavano a bassa quota e bombardavano. I mortai scuotevano la città dalle cui zone centrali si levavano dense nubi di fumo». Un altro gli fa eco: «Il battaglione Macho de montes (specializzato nella lotta contro la guerriglia, ndr) si è asserragliato in un edificio ma, vicino, non c'è apparentemente scambio di tiri. Molti panamensi si sono rifugiati nelle chiese Eer sfuggire agli scontri armati, anno raggiunto i luoghi di culto a piedi, nella notte». Le scuole sono state chiuse per decreto del ministro della Pubblica Istruzione: «Vogliamo garantire la protezione degli alunni e dei professori», ha aggiunto. E il titolare degli Esteri sostiene di aver passato la giornata a leggere i messaggi di solidarietà. Nella sede del ministero, è attesa la conferenza stampa del presidente della Repubblica Rodriguez, già rimandata più volte. Il governo lancia un appello al mondo contro «l'invasione», chiede una riunione immediata del Consiglio di Sicurezza dell'Orni. Poi, finalmente, il presidente parla: «E' un'aggressione criminale — denuncia — contro un popolo pacifico il cui unico delitto è quello di aver difeso con energia il diritto di essere una nazione libera e sovrana». [e. st.]

Persone citate: Bush, Manuel Antonio Noriega, Michail Gorbaciov, Noriega, Raymond Takiff, Rodriguez

Luoghi citati: Citta' Di Panama, Città Del Panama, Stati Uniti