Kohl a Dresda, giorno trionfale di Tito Sansa

Kohl a Dresda, giorno trionfale Il leader di Bonn nella Ddr, per Natale riaprirà anche la porta di Brandeburgo Kohl a Dresda, giorno trionfale «Sei il nostro Cancelliere» DRESDA DAL NOSTRO INVIATO «Dio benedica la nostra patria tedesca». Quando il cancelliere di Bonn, Helmut Kohl ha pronunciato queste parole a chiusura di un discorso alla popolazione di Dresda, la folla è esplosa, scandendo il grido «Deutschland, Deutschland» e sventolato un mare di bandiere della Germania federale. Quello stesso grido era echeggiato ossessivo per tutta la giornata nelle strade della vecchia capitale della Sassonia accompagnando ogni movimento del Cancelliere, venuto quaggiù per incontrare il capo del governo della Dar, Hans Modrow. Dresda si è dichiarata compatta per la riunificazione, pochissimi, e completamente isolati, erano alcuni gruppi di studenti che hanno dimostrato per il mantenimento della sovranità. Tre ore è durato il colloquio tra Kohl e Modrow. Ha portato i primi risultati che il capo del governo della Ddr ha annunciato senza entusiasmo: la porta di Brandeburgo verrà aperta ai pedoni prima di Natale, e, a partire dal 24 dicembre, con una settimana di anticipo sul previsto, i cittadini della Germania federale potranno venire liberamente, senza visto e senza cambio obbligatorio di valuta, nella Ddr. Sul piano politico, Modrow ha concordato con Kohl la creazione di una commissione mi- sta per preparare quella «comunità contrattuale*-tra Bonn e Berlino Est da lui enunciata quando assunse il governo. Che cosa s'intenda esattamente per «comunità contrattuale» non è ben chiaro. Per Modrow-dovrebbe essere una «confederazione» tra due Stati sovrani, a capire Kohl dovrebbe essere invece una «federazione» tra Lander di uno stesso Stato. Durante la conferenza stampa congiunta, il Cancelliere ha comunque evitato la parola «riunificazione», ha richiamato alla «responsabilità comune» e invitato i tedeschi dell'una e dell'altra Germania a essere pazienti, perché «l'impazienza e il radicalismo potrebbero mettere in pericolo quanto stiamo realizzando». Tra poco più di un mese, o a fine gennaio o ai primi di febbraio, Kohl e Modrow s'incontreranno di nuovo nella Germania federale. Su due argomenti Kohl e Modrow non si sono trovati d'accordo: l'esistenza di due Stati sovrani indipendenti e le riparazioni dei danni di guerra. E' risultato che dei 100 miliardi di marchi di riparazioni per danni di guerra causati dal Reich nazista, la ricca Germania occidentale ha pagato solo il 2 per cento e la povera Ddr il 98 per cento all'Urss, impoverendosi. Nel frattempo il debito è salito a 700 miliardi di marchi, ma Kohl non lo riconosce. Non è disposto a pagare un conguaglio, ma soltanto a inviare «aiuti», mentre Modrow, diplomaticamente, ha detto che «la questione si risolverà in futuro». Più che Kohl e Modrow, protagonista della giornata è stata la folla di Dresda. Già all'arrivo del Cancelliere all'aeroporto, gli operai di alcune fabbriche (dove gli iscritti al partito ex comunista sono la stragrande maggioranza) avevano abbandonato spontaneamente il lavoro e si erano ammassati lungo il percorso verso il centro, sventolando bandiere della Germania federale e gridando «Helmut, Helmut» e «Deutschland, Deutschland». «La folla è imprevedibile», ha ammonito il sindaco di Dresda, Wolfgang Berghofer. Parlando con giornalisti, Berghofer ha detto: «In un Paese che si trova in uno stato di emergenza e di dimostrazioni incontrollabili, per non dire di violenza, corriamo un grave rischio. Una popolazione divisa potrebbe impedire lo svolgimento di libere elezioni il 6 maggio». Ha poi invitato i tedeschi dell'Est a non scendere in piazza. Il contrario ha fatto Kohl. Il Cancelliere ha incitato il pubblico (forse 50 mila persone) dicendo, come, in un comizio elettorale: «Lottate per la libertà nella Ddr!». E la folla, impazzita, ha ripreso a urlare: «Deutschland, Deutschland». Kohl ieri era davvero come a casa sua. Tito Sansa Il cancelliere tedesco Kohl con II premier di Berlino Est Modrow