Il Brasile sceglie la continuila di Mimmo Candito

Il Brasile sceglie la continuità Dopo 30 anni di generali e di crisi, le prime elezioni libere segnate dalla paura di un taglio netto col passato Il Brasile sceglie la continuità De Metto presidente, sconfitto il radicale Lula BRASILIA DAL NOSTRO INVIATO Nelle strade, nelle piazze affollate di bandiere e di gente, ieri si è fatto festa dovunque, come in un felice carnevale strappato in anticipo al calendario. La dittatura ora è finita davvero, c'è un nuovo presidente. Lo designa un Brasile che ha scelto decisamente la moderazione, ma che forse ha ceduto anche alla paura di un cambio radicale, l'antica paura del comunismo. Questo nuovo presidente, il primo eletto dal popolo dopo 30 anni di generali, di crisi politiche, di attese spesso frustrate, è Fernando Collor de Mello, quarantenne, ex governatore dello Stato di Alagoas, campione karateca e prodotto riuscito di un perfetto lancio televisivo. Sconfitto è stato il Brasile che invece chiedeva uno spostamento netto verso il sociale, la fine del tempo dei privilegi e delle miserie estreme, e votava con molte illusioni per Ignacio da Silva detto Lula, 44 anni, sindacalista, operaio metallurgico, con la quarta elementare nella sua breve carriera scolastica. I due sono arrivati al ballottaggio di. domenica dopo aver battuto 21 concorrenti, eliminati nel corso della prima tornata di voto, un mese fa. Allora avevano ottenuto la preferenza, rispettivamente, del 29 e del 14 per cento dei votanti; l'altro ieri si sono accaparrati il 53,7 e il 46,3 dei voti validi. Li differenziano 7 punti e mezzo di percentuale, un distacco molto largo rispetto agli ultimi pronostici della vigilia, che li davano appaiati nelle preferenze degli elettori. La vittoria di Collor s'era capita già nelle prime ore dopo l'inizio dello scrutinio, domenica sera, quando i sondaggi d'opinione avevano fatto conoscere gli orientamenti di voto che gli elettori rivelavano all'uscita dai seggi. Lula veniva dato perdente dovunque con un distacco che dal mezzo punto delle prime ore montava fino ai 7 punti e passa delle ultime cifre comu¬ nicate dal tribunale elettorale. La giornata del voto se n'era andata via senza i temuti incidenti. Per gli 82 milioni di elettori (il 75 per cento di loro votava per la prima volta il presidente) i seggi restavano aperti fino alle 17, poi cominciava un'attesa lunga: in un Paese sterminato la raccolta dei voti è un'operazione molto complessa, che andrà avanti ancora fino a dopodomani e con molte, probabili, contestazioni. Tanto che la designazione ufficiale è rinviata fino al 29 di questo mese. Tra le possibili contestazioni sembra ci possano essere anche le tempeste di pioggia che han¬ no spazzato una vasta regione del Brasile, dal Nord dello Stato di Minas Gerais fino al Piauì, cioè un territorio grande quanto l'Italia e reso impraticabile dall'acqua. Ancora più certa è la contestazione che verrà sollevata sul boicottaggio delle imprese di trasporto pubblico. In molte grandi città del Brasile, a cominciare dalla stessa Rio, poi Fortaleza, Salvador, tutta la Baixada Fluminense, i padroni del trasporto collettivo (che qui è in mano ai privati) hanno fatto lavorare meno della metà dei loro autobus, rendendo difficile per molti l'esercizio concreto del diritto di voto. E sul computo finale dello scrutinio, appare già una cifra significativa: le astensioni, o comunque la mancata pratica del voto, superano il 13 per cento e rendono anche legittimo, in qualche modo, il dubbio che forse tutti questi assenti avrebbero potuto cambiare il risultato ufficiale. E lo Stato di San Paolo, il più grande della federazione brasiliana, ha fatto ora vincere Collor dandogli il 57 per cento dei voti, più che sufficienti a pareggiare la forte maggioranza che Lula aveva invece avuto a Rio de Janeiro: 5 milioni di preferenze, contro un milione e 900 mila andato al nuovo presiden¬ te. . E' ancora presto per approfondire l'analisi del voto, anche perché il conto ufficiale ha rag- fimito solo il 70 per cento deiintero scrutinio; tuttavia, da una prima lettura appare già evidente che, mentre le grandi città hanno votato massicciamente a vantaggio di Lula, lo sterminato mondo dell'interno brasiliano ha preferito Collor. Il senso politico del voto l'ha dato ieri pomeriggio la Borsa: ha chiuso con una risalita, quasi 9 punti per il sollievo dopo le tante paure di un «comunista» alla porta. Mimmo Candito I Collor t'e Me"° festeggiato dai suoi sostenitori dopo l'annuncio del successo

Persone citate: Lula, Minas