«Fateci sapere cosa succede a Est»

«Fateci sapere cosa succede a Est» Bucarest soffoca tutte le notizie, ma gli esuli diffondono testimonianze sugli scontri «Fateci sapere cosa succede a Est» Sos dalla Romania: «Siamo all'oscuro di tutto» PARIGI NOSTRO SERVIZIO Si diffondono in tutto il mondo le reazioni alla strage di Timisoara e arrivano insieme le prime ricostruzioni dei sanguinosi incidenti scatenati dalla brutale repressione del regime di Céausescu. Da Parigi, la Lega dei diritti dell'uomo in Romania ha così rievocato la sequenza degli avvenimenti dello scorso fine settimana. Venerdì 15 dicembre, in serata: circa '200 persone, soprattutto ungheresi desiderosi di impedire l'arresto del pastore protestante Laszlo Toekes, formano una catena umana davanti alla chiesa dove si' trova Toekes. Sabato 16: il numerò delle persone aumenta, agli ungheresi si uniscono i romeni. Verso le 10 i primi scontri con la milizia. Verso' mezzanotte i manifestanti sono un migliaio, moltissimi i romeni; gridano ai miliziani «andatevene». Agenti della polizia politica in borghese prendono il posto dei miliziani. Alle due del mattino, nuovi incidenti. Domenica 17: nella chiesa, Toekes officia davanti a 5 mila persone che intonano l'inno della rivoluzione romena del 1848, «Svegliati, romeno». Dopo il servizio religioso, i manifestanti si dirigono in corteo verso la sede del Consigliò popolare regionale e del Consiglio municipale. Tra le 12 e le 16, 10 mila persone manifestano nel centro della città, prendono d'assalto i locali dei due Consigli, saccheggiano le vetrine delle librerie sequestrando ritratti di Céausescu per bruciarli. Le forze di polizia arrivano coi carri armati, blindati, cannoni ad acqua, mentre elicotteri sorvolano la città. Si sentono colpi d'arma da fuoco, si vedono circolare, ambulanze, un camion dei pompièri viene incendiato. Alle 16 di domenica, l'ordine è ristabilito a Timisoara. Alle 19, radio Bucarest lancia un appello al rispetto della legge e mette in guardia la popolazione contro «le influenze straniere nefaste», alludendo agli ungheresi. Le frontiere con l'Ungheria e la Jugoslavia sono chiuse. Molti gli arresti, si parla anche di morti. Toekes è arrestato. I manifestanti, secondo la Lega, erano soprattutto giovani. Testimoni jugoslavi confermano. Secondo il premier ungherese Miklos Nemeth, la protesta anti-governativa si sarebbe estesa ad altre città della Romania. La dichiarazione di Nemeth è venuta nel corso della conferenza stampa congiunta tenuta a conclusione della visita del cancelliere tedesco Helmut Kohl. Il premier non ha precisato quali siano gli altri centri in rivolta contro il regime del presidente Céausescu, ma assieme a Kohl ha esortato le autorità romene a concedere riforme. Intanto dalla Romania giungono sos all'Occidente, soprattutto si chiedono informazioni su ciò che sta accadendo nel Paese e in Europa. «I capi non vorrebbero che lo sapessimo: ma noi lo abbiamo appreso dalle radio straniere che tutto l'Est europeo è cambiato. Vi preghiamo teneteci informati»; è il drammatico appello raccolto in Romania dall'inviato della Neue Krone Zeitung di Vienna. Iigiornalista, Michael Jeanhee riferisce di avere parlato con molte persone e riporta le dichiarazioni di una donna, il cui maritò è morto di polmonite per mancanza di antibiotici. La donna ha riferito che il giornale locale ha fornito solo pochi giorni fa l'informazione che «il compagno Honecker, della Germania Orientale, ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute» e che se non fosse per «Radio Europa Libera» ed altre emittenti occidentali «non sapremmo che tutti i capi comunisti sono già caduti». Anche la Tass ieri ha dato notizia degli incidenti di Timisoara, citando un dispaccio dell'agenzia ungherese Mti e dilungandosi sugli scontri. Dalla sua residenza svizzera, l'ex re Michele di Romania si è detto profondamente emozionato dal coraggio dimostrato dai suoi connazionali nella protesta contro Céausescu. A Ginevra e Losanna sono comparsi manifesti ostili al regime di Bucarest. Nessuna eco dei disordini di Timisoara si registra nelle note e nelle dichiarazioni ufficiali del presidente Céausescu, in visita ufficiale in Iran. [e. st.] Il leader romeno Nicolae Céausescu (a sinistra nella foto), arrivato a Teheran per una visita di tre giorni, assiste alla sfilata del picchetto d'onore con il presidente iraniano Rafsanjani. La Romania ha chiuso i confini con la Jugoslavia e l'Ungheria e ha proibito l'ingresso ai cittadini austriaci Il leader romeno Nicolae Céausescu (a sinistra nella foto), arrivato a Teheran per una visita di tre giorni, assiste alla sfilata del picchetto d'onore con il presidente iraniano Rafsanjani. La Romania ha chiuso i confini con la Jugoslavia e l'Ungheria e ha proibito l'ingresso ai cittadini austriaci