Un'arma antiquata in attesa della legge di Giovanni Trovati

Un'arma antiquata in attesa della legge Un'arma antiquata in attesa della legge DI nuovo è intervenuta la Procura della Repubblica di Roma, in supplenza del governo e del Parlamento, per gli scioperi nel servizio aereo. Già si era occupata di Fiumicino nel dicembre di due anni fa, ma evidentemente quell'inchiesta ha sortito poco, sinora, se i controllori di volo della Lieta continuano ad astenersi dal lavoro. L'impressione è che gli strumenti in mano al magistrato siano poco efficaci. Il ministro Bernini aveva ordinato la precettazione, non è stato ubbidito. Forse i precettati si sono decisi a tanto avendo constatato che in questo Paese si grida molto poi non segue nulla. La precettazione è stata disposta in base al regio decreto del 3 marzo 1934 che approvava il testo unico della legge comunale e provinciale. L'art. 20 autorizza i prefetti «a emettere ordinanze di carattere contingibile e urgente in materia di edilità, di polizia locale e igiene e di sicurezza pubblica interessanti l'intera provincia o più comuni della medesima». Non si parla di trasporti: con buona volontà si è estesa la precettazione a questo settore, considerando che gli scioperi esasperano una larga massa di utenti e quindi creano un problema di ordine pubblico. Nessuno crede più al mitq della certezza del diritto, ma è pur sempre ardito caricare j una legge con interpretazioni adattabili a ogni circostanza. In ogni caso il decreto del '34 è un'arma troppo vecchia. Per questo l'attesa legge sul «funzionamento dei servizi pubblici essenziali» si preoccupa di precisare quali sono questi servizi e di fissare norme nuove per la precettazione. Essa è ferma alla Camera da un anno e mezzo: se fosse votata nel testo approvato dal Senato, sarebbe di dubbia utilità, perché indica soltanto caute sanzioni disciplinari — esclusi la perdita del posto o trasferimenti — per i lavoratori che non os servino le disposizioni del prefetto. Il decreto del '34, oltre le pene pecuniarie, prevedeva l'arresto sino a 10 giorni: era un deterren te. Ma le Confederai mi non vogliono sentir parlare di misure detentive. (Richelieu diceva che è meglio non dare ordini, se non si ha la forza di farli rispettare, perché si perde ogni credibilità.) Il ministro Bernini minaccia di ricorrere ai militari. Lo ha già detto troppe volte. Nell'estate del '48 De Gasperi incaricò i militari di sostituire gli addetti al trasporto del petrolio per assicurare i rifornimenti. Avvertì, poi ordinò. Gli scioperi dei controllori di volo della Lieta ripropongono il problema dell'arbitrato. Poiché gli scioperanti accusano l'Alitalia di inadempienze — è la ragione della protesta —, si dovrebbe istituire un organo capace di affermare, con riconosciuta autorevolezza, se esse sono vere o presunte. Anche su questo importante punto la legge alla Camera è fumosa. Prevede una Commissione che sente le parti, esprime un giudizio, riferisce al Presidente del Consiglio, il quale trasmette il rapporto alle Camere (o viceversa) e assicura che il contenuto sia fatto conoscere ai cittadini tramite giornali, radio, tv. Si confida che la pressione dell'opinione pubblica induca a recedere la parte dichiarata in torto. Conoscendo i tempi romani c'è da sorridere: dal momento in cui la commissione si mette ih mòto' al momento in. cui i cittadini sono informati passano non i giorni, ma i mesi. E poi c'è ancora chi crede al peso della pubblica opinione? Forse che i viaggiatori bivaccati negli aeroporti non inveiscono? Forse che la gente, almeno quella che solitamente usa gli aerei, non si indigna? Anzi, gli scioperanti si servono di questa «rabbia» per premere sulla parte avversa. Perché il suo contributo sia valido la commissione deve avere l'autorità di emettere un lodo obbligatorio, come nelle cause civili. Il disegno di legge tarda a venire e per di più è lacunoso. Che cosa pensare? Che il Parlamento è incapace? 0 timoroso? O paralizzato dagli interessi contrastanti dei partiti? Giovanni Trovati «ti |

Persone citate: Bernini, De Gasperi

Luoghi citati: Roma