Industriale scompare con 850 milioni

Industriale scompare con 850 milioni Doveva versare in banca a Milano i soldi della ditta: si pensa a una fuga, non si esclude il sequestro Industriale scompare con 850 milioni E' titolare della Maggiora dolciumi e amministratorepsi MILANO. E' scomparso mercoledì scorso portando con sé ottocentocinquanta milioni di proprietà della ditta di cui è unico titolare. Fuga o sequestro? Non ci sono per ora elementi per scegliere un'ipotesi sulla sorte di Emanuele Ducrocchi, di trentasette anni, proprietario della casa dolciaria «Maggiora», e nominato da due mesi responsabile amministrativo regionale del partito socialista. A dare l'allarme è stata, intorno alle 21, Mariella Meucci, che insieme con Ducrocchi vive in un appartamento al numero nove di via Ausonio, a Milano. L'industriale e la sua compagna avevano appuntamento alle 20 nel ristorante «Giannino», dove il presidente del Registro Aeronautico offriva una cena, ospite d'onore il sindaco Paolo Pillitteri. Mariella Meucci ha atteso Ducrocchi a casa. Era convinta che il suo compagno sarebbe passato a prenderla, come di solito faceva in quelle circostanze. Non vedendolo arrivare, la donna si è avviata verso il ristorante. Ma dopo Un'ora di attesa nel locale non ha .avuto dubbi: doveva essere successo qualcosa di grave. La polizia ha cominciato le ricerche, setacciando gli ospedali della città e dei dintorni. Una volta esclusa l'ipotesi di un incidente, ha ricostruito la giornata dell'industriale. L'ultima persona a vederlo è stata la portinaia dello stabile, che ha riferito di averlo incontrato alle 13,45, mentre stava uscendo con una valigetta del modello «24 ore». La testimonianza ha suscitato le prime perplessità. Nella ditta, infatti, i collaboratori hanno raccontato che, nel pomeriggio di quel giorno, Ducrocchi avrebbe dovuto recarsi in tre banche per effettuare alcuni versamenti. Occorre al massimo un quarto d'ora di macchina per raggiungere gli uffici di quegli istituti di credito (Lombarda Depositi, Ambrosiano, Banco di Napoli). Aveva un appuntamento precedente, l'industriale? E con chi? Un altro particolare può essere significativo: la portinaia ha aggiunto di non avere visto auto pubbliche ad aspettare. Ducrocchi non ha un'automobile. Nessuna delle cinque centrali di radiotaxi attive a Milano ha registrato, a quell'ora, una chiamata da via Ausonio. Non potendo tuttavia escludere una telefonata al vicino posteggio, ora la polizia sta cercando i vari autisti in servizio a quell'ora. Di sicuro, comunque, c'è che in quelle banche Emanuele Ducrocchi non è mai arrivato. La ricostruzione delle ore immediatamente precedenti ha aggiunto altri interrogativi. Alle 12,30, Giovanni Pizzarelli, funzionario della «Maggiora», dagli uffici della ditta in via Larga, nel centro di Milano, aveva raggiunto l'industriale nella sua abitazione. Gli aveva consegnato 850 milioni in contanti. Sarebbero serviti proprio per quei versamenti che Ducrocchi avrebbe dovuto compiere nel pomeriggio. Ma, fino ad allora, l'industriale non era mai ricorso al sistema di farsi portare in casa, in contanti, i soldi della sua ditta. Alle varie operazioni anzi era solito provvedere dalla sede dell'azienda. Poco dopo aver consegnato il danaro, Pizzarelli se n'è andato intorno alle 13, contemporaneamente alla cameriera di casa DucrocchiMeucci. Nemmeno i ricordi della mattinata servono a fare luce. Guido D'Aprile, che da anni è l'avvocato della famiglia (originaria del Varesotto) e dello stesso industriale, riferisce di averlo incontrato intorno alle undici del mattino, in piazza della Scala: «Abbiamo chiacchierato per una decina di minuti; mi è parso dell'umore di sempre, del tutto normale». L'ipotesi della fuga potrebbe trovare un qualche indizio concreto in grosse difficoltà finanziarie, oppure in un periodo di profonda crisi personale. La Maggiora, con centonovantacinque dipendenti, ha gli uffici a Milano e due stabilimenti a Latina. Ducrocchi acquistò quello di Borgo San Michele nell'87, da un ente pubblico. La fabbrica era in crisi e da allora non si è ancora risollevata; pochi giorni fa la cassa integrazione è stata rinnovata per altri sei mesi. Di recente, anche l'altro stabilimento sembra coinvolto in difficoltà di gestione. Può essere sufficiente questo per indurre un industriale a fuggire con i soldi di un'azienda florida per tanti anni? D'Aprile esclude anche un disagio personale. «La sua vita con Mariella Meucci era tranquilla. Avevano da tempo programmato anche un viaggio in Bretagna, a fine mese, per riposarsi. Tra loro, si vedeva che non c'erano problemi di gelosia né di altro genere. E' inspiegabile, quel ch'è successo». Finora, non sono giunte telefonate né in casa Ducrocchi-Meucci, né a parenti o collaboratori dell'imprenditore. Eguali reazioni di stupore negli ambienti del partito socialista, nel quale Ducrocchi milita da tempo. A Varese è stato anche, a lungo, assessore alla Viabilità. Nella zona la famiglia è molto nota. Dall'83 fino al maggio scorso ha pure ricoperto la carica di presidente della squadra di hockey su ghiaccio di Varese. Attilio Ducrocchi, il padre dell'industriale, è l'amministratore unico del Palaghiaccio . della città. Omelia Rota

Luoghi citati: Borgo San Michele, Latina, Milano, Napoli, Varese