Una lite al tavolo della Lega di Roberto Ippolito

Una lite al tavolo della Lega Scontro fra le tre Coop e la Federconsorzi attorno al polo da 10 mila miliardi Una lite al tavolo della Lega Alimentare, troppi debiti ROMA. Non c'è pace nel settore agroalimentare; Adesso la Federconsorzi fa litigare anche le coop. Le tre centrali cooperative sono infatti divise sull'opportunità di averla come alleata. C'è molta incertezza e po-. irebbe addirittura saltare il progetto concordato da Lega, Confcooperative e Agica di unire gli sforzi e mettere insieme le rispettive aziende. Se l'operazione andasse in porto, nascerebbe un gigante da 10 mila miliardi di fatturato comprendente marchi come Giglio, Granarolo, Pasta Chigi e Conservitalia. La Federconsorzi entrerebbe con Polenghi e Massalombarda. A favore della sua partecipazione si è schierata la Confcooperative irritando Filippo Mariano, presidente dell'Anca, l'associazione delle cooperative agricole aderente alla Lega: «Il documento è una forzatura che non corrisponde alla realtà. Il progetto in discussione riguarda solo le cooperative». Ieri è sceso in campo anche Alfredo Reichlin, responsabile economico del pei, che ha lanciato un segnale distensivo, difendendo «i processi unitari». Reichlin ammette che entri in gioco anche la Federconsorzi, ma pone alcune condizioni, a cominciare da «un'effettiva condizione paritetica tra le componenti». Inoltre chiede «una ridefinizione del ruolo della Federconsorzi, riconducendola nell'ambito dell'ordinamento cooperativistico». A questo punto, è in ballo la sostanza dell'accordo. La Confcooperative vuole che si dia vita a «una società gestita in forma unitaria» nella quale confluirebbero le attività finora svolte separatamente: nascerebbe un'holding che avrebbe il controllo delle diverse aziende. L'Anca, invece, non ha scelto fra l'ipotesi di costituire una società comune e quella meno vincolante di formaVe uii'associazione per coordinare le strategie. Domani se ne discuterà nella giunta dell'Anca. Al di là delle divergenze fra le centrali, ci sono problemi in casa di ognuno: debiti non mancano a nessuno. La giunta dell'Anca era prevista per oggi e lo slittamento ha provocato voci di dissidi. Anche nella Federconsorzi ci sarebbe chi non vede di buon occhio il patto con le cooperative. In effetti, la Federconsorzi è stata spinta a prendere parte all'operazione da Arcangelo Lobianco, presidente della Coldiretti che è l'azionista di maggioranza (la minoranza è in mano alla Confagricoltura). «Il progetto unitario è indispensabile per il rilancio del settore agroalimentare italiano», insiste Lobianco, Con lo schema del presidente della Coldiretti, l'holding in cantiere sarebbe controllata con il 25% ciascuno da Federconsorzi, Confcooperative, Lega e Agica. i primi due soggetti sono bianchi (cioè di area de), la Lega è rossa (pei, psi e in parte pri), l'Agica è verde (laici, soprattutto pri). L'Anca-Lega giudica questo equilibrio troppo sbilanciato verso «i bianchi». «Al massimo — dice Mariano — la Confcooperative può cedere una parte della sua quota alla Federconsorzi che dovrà ristrutturarsi». Mariano propone di dare il 40% ciascuno a Lega e Confcooperative e il 20 ali Agica o di affidare un terzo a testa. Per ora, quindi, la contrapposizione è netta. Lobianco insiste sulla sua linea, ma ha già avvertito i dirigenti della Federconsorzi che andrà avanti comunque. Paradossalmente, la dialettica interna potrebbe aiutarlo a trovare l'intesa con la Lega. Lobianco è convinto che il progetto sia valido e non significhi sommare debiti a debiti. Mariano mette le mani avanti: «Non si può sperare sui finanziamenti pubblici per tappare i buchi». Roberto Ippolito Il presidente delle «Coop rosse», Lanfranco Turd

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