I quattro Grandi vegliano su Berlino di Alfredo Venturi
I quattro Grandi vegliano su Berlino Riunito il Consiglio di controllo, Mosca ha accolto una vecchia idea dell'ex presidente Reagan I quattro Grandi vegliano su Berlino «La riunificazione tedesca non riguarda solo i tedeschi» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un asciutto comunicato, ma una sottolineatura che più chiara di così non potrebbe essere. Nelle dieci righe lette da un portavoce al termine della loro riunione a Berlino, i quattro ambasciatori annunciano di essersi trovati d'accordo sulla «importanza della stabilità». Un avvertimento ai tedeschi in fermento di fronte al Muro crollato e alla nuova prospettiva unitaria: sulla necessità che la questione nazionale germanica non alteri gli equilibri europei i Quattro recuperano la vecchia intesa. La stessa riunione di ieri, la prima dopo quella che nel '71 portò all'accordo quadripartito su Berlino, è un segnale in sé: si tratta infatti della riattivazione di un meccanismo di controllo interalleato che la guerra fredda aveva ridotto a un fantasma. L'avvertimento è implicito ma chiarissimo e severo: la questione tedesca non riguarda soltanto i tedeschi. I quattro diplomatici si sono , riuniti nell'edificio che dopo avere ospitato il tribunale di Berlino è sede, dal 1945, del consiglio di controllo, suprema autorità di coordinamento ai tempi della concordia interalleata. Nel marzo del 1948 il maresciallo sovietico Sokolowski abbandonò tempestosamente la riunione. Cominciava così la guerra fredda il cui primo capitolo, di lì a poco, doveva essere il blocco di Berlino con la sua imponente risposta occidentale: il ponte aereo per rifornire la città. E' in questa sede carica di riferimenti significativi che ieri si sono incontrati l'ambasciatore sovietico a Berlino Est, Wiaceslaw Kocemassov, e gli ambasciatori occidentali a Bonn: l'americano Vernon Walters, il britannico Christopher Mallaby, il francese Serge Boidevaix. La riunione è stata determinata dal sì di Mosca, improvvisamente notificato venerdì, a una proposta occidentale avanzata da tempo, la cosiddetta iniziativa per Berlino. Si tratta di un appello lanciato da Ronald Reagan nel giugno di due anni fa. In visita nell'ex capitale tedesca, l'allora presidente degli Stati Uniti aveva proposto di studiare un miglioramento dei collegamenti aerei, e delle comunicazioni fra le due parti della città. Reagan aveva anche fatto una proposta che è stata ripresa al recente vertice di Malta: le Olimpiadi a Berlino indivisa. Infine aveva invitato solennemente Gorbaciov ad abbattere il Muro. Sono passati due anni, il Muro è caduto ma non è stato Gorbaciov ad abbatterlo: se non indirettamente, come una delle più vistose fra le conseguenze della sua politica. E' precisamente la caduta del Muro che ha spinto i sovietici ad accettare la proposta. Il comunicato evita accuratamente ogni informazione dettagliata. Si limita a far sapere che l'incontro è durato due ore e mezzo in un'atmosfera costruttiva, che «gli ambasciatori occidentali hanno presentato le loro proposte nel quadro dell'iniziativa per Berlino», che «l'ambasciatore sovietico ha manifestato un interesse favorevole». Che non si sia parlato soltanto di corridoi aerei emerge dall'accenno alle virtù della stabilità, e all'annuncio che i quattro confidano di potere contribuire alla stabilità stessa «sulla base dell'accordo quadripartito del 1971». Di interesse estremo quanto sibillino un'ultima notazione: «L'ambasciatore sovietico ha fatto alcune osservazioni generali di cui gli ambasciatori occidentali renderanno conto ai loro governi». Si interpreta ovviamente questo dettaglio come il segno che l'accordo, fra i Quattro, è lungi dall'essere totale. Si accenna poi a un aggiornamento: «Altre riunioni potranno aver luogo, al livello appropriato». Il cancelliere Kohl, che oggi vedrà James Baker, presiedendo a una riunione del suo partito a Berlino,' ha riaffermato i punti che dovrebbero rendere accettabile il suo piano unitario. Cioè un approccio basato su strutture confederali che non intaccano la sovranità dei due Stati tedeschi né la loro appartenenza a campi militari diversi. Ieri anche l'opposizione socialdemocratica ha messo a punto la sua politica intertedesca: contrapponendo al piano Kohl un piano Vogel che insiste con forza sulla rinuncia ai confini del 1937. Alfredo Venturi
Persone citate: Gorbaciov, James Baker, Kohl, Reagan, Ronald Reagan, Serge Boidevaix, Vernon Walters, Vogel
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