«Sovietici, è ora di salvare la perestrojka» di Emanuele Novazio
«Sovietici, è ora di salvare la perestrojka» Gorbaciov è sotto tiro, ma il direttore della Pravda smentisce che abbia offerto le dimissioni al Plenum «Sovietici, è ora di salvare la perestrojka» Appello del Comitato centrale, i conservatori attaccano MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «La situazione è drammatica, la perestrojka è arrivata al culmine della tensione, se riusciremo a farvi fronte ci sarà un passo avanti, altrimenti ci sarà un balzo indietro», dice l'appello del Comitato centrale al popolo sovietico che compare sui giornali di stamane, mentre si apre una sessione del Congresso del popolo che annuncia dibattiti accesi e un nuovo confronto fra moderati e radicali. Perché «c'è una rottura col passato e la novità viene accettata dolorosamente, il mercato è squilibrato, le penurie premono, gli scioperi e i conflitti nazionali scuotono la società». Ma se dal Comitato centrale si levano diagnosi amare, la battaglia politica s'infiamma in Urss e contro la perestrojka tornano le accuse di «rivedere o rifiutare il socialismo»: costringendo Gorbaciov a «sostenere con vigore», al plenum di sabato, «il suo attaccamento alla perestrojka rivoluzionaria», secondo la testimonianza del direttore della Pravda Ivan Frolov, che ha tuttavia smentito «in modo categorico» «offerte di dimissioni del Segretario generale». Proprio la polarizzazione dello scontro e l'affiorare della grinta moderata, tuttavia, sembrano aver avuto ieri un effetto inaspettato: la «giornata d'azione» chiesta al Paese da Andrei Sacharov e da un gruppo di deputati radicali per sollecitare l'abolizione dell'articolo che sancisce il ruolo dirigente del partito, ha avuto effetti ridotti. Soltanto le miniere di Vorkuta, già protagoniste di un lungo sciopero dalle motivazioni economiche e politiche, si sono fermate per due ore. Un po' poco per un appello rivolto a tutti i lavoratori. Molti, anche fra i radicali, non hanno voluto «provocare altri danni a Gorbaciov», come ammetteva un deputato presente alla riunione del «Gruppo regionale» che ha discusso a lungo la proposta Sacharov, domenica. Perché gli ultimi giorni hanno confermato l'offensiva dei settori più ortodossi del pcus, e a provarlo non c'è soltanto il documento del partito di Mosca che accusa Gorbaciov di «aver preparato male la perestrojka da un punto di vista ideologico» e «di aver fatto diminuire l'influenza della visione comunista e degli ideali socialisti». C'è, soprattutto, il drammatico plenum del Comitato centrale, dove i rimproveri al Presidente sovietico sono stati numerosi ed espressi con durezza, secondo testimonianze concordanti. In un'intervista al quotidiano di Tallinn «Noorte Haal», il primo ministro estone Indrek Toome riferisce che Alexander Melnikov, capo del partito a Kemerovo, in Siberia, ha rinfacciato a Gorbaciov l'eccessiva simpatia del mondo capitalista, «segno che qualcosa non fun- ziona nella sua politica». Altri «hanno manifestato la propria insoddisfazione per l'attuale politica di perestrojka», chiedendo di «rallentare il passo delle riforme». Gorbaciov ha reagito «con tutta la forza del Segretario del partito», secondo il capo del partito estone, Vaino Valias. «Non è riuscito a controllarsi», riferisce ancora Toome: «A Melnikov, Gorbaciov ha detto: "Se è così che la pensate, discuteremo il problema. Non sono aggrappato al mio posto. Tutto quel che faccio, lo faccio per la democratizzazione e la glasnost"». Secondo Frolov, molti hanno ripreso le accuse di Melnikov, con toni e accenti diversi: «Alcuni gli hanno rimproverato che le riforme in Urss allontanano dal socialismo, alcuni hanno mostrato di interpretare la perestrojka come una revisione o un rifiuto del socialismo», ma la maggioranza ha appoggiato Gorbaciov, e lo stesso Melnikov si è poi scusato con il Segretario generale, riconoscendo di aver usato «toni duri e espressioni infelici»: «Dopo la discussione», ha detto ancora Frolov in una conferenza stampa, «il Comitato centrale ha manifestato un appoggio unanime a Gorbaciov e alla perestrojka». Non si è parlato mai di dimissioni, dunque, e secondo Frolov «le voci» in proposito «sono soltanto false informazioni». Ma Gorbaciov ha fatto chiaramente intendere di essere disponibile solo per la perestrojka: «L'ha difesa con grande forza, perché è la sola linea che può salvare il Paese e la sola che è disposto a gestire». Un modo per dire che se ci sono alternative è il momento di manifestarle. «Di altre linee invece», commentava ieri Frolov, «non si è parlato al plenum». Emanuele Novazio I moscoviti manifestano per l'abrogazione dell'articolo sei della Costituzione sovietica, quello che sancisce il ruolo guida del partito comunista
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