LAZZARATO

LAZZARATO LAZZARATO Da noi troppe maestrine prendono la penna EROMA editoria dei ragazzi si prepara al gran pranzo di Natale. Ma nei primi 9 mesi di quest'anno ogni cento copie vendute nemmeno 8 erano per bambini. E dei dieci titoli bestseller^ dell'infanzia solo uno, al nono posto, era italiano, il vecchio «Cipì» di Mario Lodi. Lo si ripete da anni: gli stranieri sono mille volte più bravi di noi. Di chi la responsabilità? Degli editori, degli autori o del pubblico? «Di tutti un po'» sostiene Francesca Lazzarato. Lei è nel settore una delle «esperte» più grintose e entusiaste, traduce e scrive, consiglia e critica. Ma si definisce semplicemente una «compilatrice»: ha appena pubblicato le filastrocche «Straccia buratta, la micia e la gatta» da Mondadori e l'antologia «Arrivano i mostri» da Salani. Predilige tra tutti Ted Hughes, «il più grande del mondo», poi Dahl e Garfield, che sa raccontare ai ragazzi il passato «come uno specchio in cui riconoscersi»: sono scrittori con «carriere parallele», scrivono sia per adulti sia per ragazzi, capaci di farsi leggere da entrambi. Proprio quelli che mancano da noi. «La nostra iattura? Per i ragazzi scrivono quasi solo mamme e maestri», dice la Lazzarato, e i risultati si vedono: «Trame poco inventive, noia, moralismo, un'estetica dello zuccheroso. Troppi orsetti e coniglietti». L'alternativa? «Più avventura e mistero, anche un po' di sangue. E tanta ironia e umorismo. Gli adolescenti oggi sono figli di Antonio Ricci, cresciuti con "Drive in'. Vedo mio figlio, e i suoi compagni: occupano la scuola e sui muri scrivono "Godzilla è con noi"». Tra gli autori italiani non c'è proprio nessuno in grado di competere, a livello europeo?. Francesca Lazzarato non nasconde l'imbarazzo («Ce ne sono, anche amici miei carissimi, però...»), poi sceglie un nome: «Bianca Pitzorno è la più brava di tutti». Preferisce ricordare due esempi di outsider: i racconti di vampiri di Furio Jesi e le filastrocche di Toti Scialoja: «Purtroppo han sempre avuto poco successo. E' un serpente che si morde la coda: in Italia il pubblico dell'infanzia è ancora scarso, leggere resta un privilegio di famiglia. Libri intelligenti e raffinati, anche illustratori come Ungerer e Sendak, da noi non riescono ad aver presa. E gli editori non vogliono rischiare troppo (solo ora l'Einaudi sta per pubblicare il Pinocchio di Roberto Innocenti, da anni famosissimo all'estero). Pochi sanno «investire» nei lettori di domani. Così restiamo la retroguardia. Anche la Spagna ormai è più vivace di noi». La Lazzarato non vorrebbe apparire pessimista, o peggio disfattista. Dice che, a cercare, «qualche bravo esordiente sta venendo fuori, Andrea Molesini ad esempio». Soprattutto è convinta che l'importante è far leggere i ragazzi: «Anche libri brutti, van bene lo stesso. Certo, l'ottimo è una dieta sana, ricca e variata. Ma alla fine pane e nutella è meglio di niente. I ragazzi digeriscono tutto. Persino le fiabe della Sip. Purché l'adulto sappia far da mediatore». Morale della favola: mamme, nonne e zie che a Natale regaleranno un libro, non si dimentichino di leggerlo. Magari insieme. U.g.1

Luoghi citati: Italia, Spagna