«Gorbaciov danneggia il partito» di Emanuele Novazio
«Gorbaciov danneggia il partito» Il Comitato del pois di Mosca attacca il leader alla vigilia di un improvviso Plenum «Gorbaciov danneggia il partito» «Il comunismo perde influenza nel mondo» La «bomba baltica» alla riunione di oggi MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il plenum del comitato centrale si riunisce stamani per discutere «misure capaci di migliorare la situazione economica» e il prossimo piano quinquennale: il primo ministro Ryzkhov terrà una relazione sull'argomento, annunciava ieri sera la Tass. Ma nonostante il suo rilievo «tecnico», come tutte le riunioni del parlamento del partito anche questa avrà ricadute politiche sempre diffìcili da valutare in anticipo ma di sicuro rilievo, che un duro attaco del partito di Mosca a Gorbaciov, ieri sera, anticipava. Il plenum è convocato alla vigilia della seconda sessione del «Congresso del popolo», la Camera bassa di 2250 deputati che si aprirà martedì e che, di nuovo, lascia prevedere scontri fra «destra» e «sinistra». E sarà la prima occasione formale e plenaria per discutere sul ruolo guida del partito, dopo la decisione lituana di introdurre il multipartitismo nella Repubblica baltica e quella, favorevole in linea di principio, del comitato centrale d'Estonia. La coincidenza degli eventi renderà probabilmente agitato il dibattito e Gorbaciov, che da martedì affronterà in Parlamento l'opposizione radicale, potrebbe trovarsi esposto oggi all'offensiva dei settori più conservatori e ortodossi del partito, come una dichiarazio- ne contro' il multipartitismo di Egor Ligaciov, capofila dei conservatori, lasciava intendere ieri sera. Perché la prima reazione del vertice alla decisione lituana ha infastidito molti: un editoriale della Pravda, non firmato ma scritto dal nuovo direttore Frolov che di Gorbaciov è stato consigliere ideologico, non escludeva ieri per la prima volta la fine del ruolo dirigente del partito. «Qualsiasi disposizione costituzionale, compreso l'articolo sei — quello che sancisce la supremazia del pcua — può essere riesaminato, modificato e anche abrogato», scrive il quotidiano del partito, pur insistendo che «questo problema va affrontato all'interno di un riesame radicale e costruttivo dell'insieme della Costituzione». Nessuna discussione affrettata dunque, nessun dibattito al «Congresso del popolo» come Andrei Sacharov e molti radicali vorrebbero: perché «bisogna vedere se l'esame di un solo articolo della Costituzione sarebbe giustificato», e «bisogna capire, senza emozioni né appelli irresponsabili, se la campagna per l'abrogazione immediata dell'articolo 6, attizzata in maniera artificiale, sarà utile alla perestrojka». Ma neppure difese a oltranza e «a ogni costo» del monopolio del pcus. E' una scelta che solleverà certo obiezioni e contrasti in consistenti settori del partito, ai quali il plenum di oggi potrebbe fornire un'occasione e una voce, secondo fonti vicine al comitato centrale. Tanto più, notano le stesse fonti, che già un articolo teorico di Gorbaciov pubblicato dalla Pravda dieci giorni fa ha suscitato perplessità nell'apparato per la sua «rimessa in discussione di alcuni principi fondamentali della dottrina comunista». L'articolo si intitolava «Dove andiamo? Il senso e la missione della pere- stroika», e s'interrogava su alcune analisi di Marx: «Marx ha sottovalutato la capacità di autosviluppo del capitalismo, che ha saputo integrare i risultati della rivoluzione scientifica e tecnica, organizzare strutture socio-economiche che assicurano la sua vitalità e creare una prosperità relativamente alta». Quanto basta per dar consistenza alle ipotesi di un'offensiva dei conservatori, che un documento del partito di Mo¬ sca, ieri sera, pareva anticipare: il comitato del pcus nella capitale rimprovera al vertice del partito di «aver mal preparato la perestrojka nel campo ideologico». Il risultato è «la diminuzione dell'influenza della visione comunista e degli ideali socialisti nel mondo». Un riferimento, all'Est europeo, e un rimprovero, a Gorbaciov, sin troppo chiari. Emanuele Novazio Gli estoni continuano a invocare giustizia contro II patto tra Stalin e Hitler che ha consegnato il loro Paese all' U rss
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