«Studiate il Vangelo, farete 13» di Francesco Cevasco

«Studiate il Vangelo, farete 13» Schedine per insegnare il catechismo ai ragazzi: in premio palloni, sci e biciclette «Studiate il Vangelo, farete 13» Parroco del Varesotto ha ideato il Totoavvento VARESE DAL NOSTRO INVIATO «Al catechismo non ci pensano niente, questi ragazzi. Gli interessano le mountain-bike, gli skate-board e basta. Dovevo ben fare qualcosa, mica potevo arrendermi così..». E allora, se i pargoli non vanno al Signore, il Signore, attraverso il suo servitore don Aldo Milani, ha deciso di andare ai pargoli. E, siccome i ragazzini hanno più dimestichezza con Maradona, Gullit, Zavarov e il calcio (e il Totocalcio) che con le Sacre letture, il Verbo ha deciso di'farsi carta: le schedine del «Totoavvento», o « «Totovangelo». Funziona così: in questi giorni il coadiutore della parrocchia del Santissimo Crocefisso a Lavena Ponte Tresa (paese di quattromila abitanti scarsi, sul Lago di Lugano, gente che parla più il dialetto ticinese che l'italiano) ha distribuito seicento cartelline, tipo quelle della Sisal. «Uno», «Ics», «Due»: bisogna indovinare. Al posto di Juve e Milan, Toro e Sampdoria ci sono Mose e Gesù, il profeta Isaia e San Sebastiano. Il meccanismo del gioco, tuttavia, è lo stesso: vince chi indovina, chi trova la risposta esatta. Facciamo qualche esempio. Chi morì bruciato sulla graticola: san Lorenzo («Uno»), Bartolomeo («Ics») o Sebastiano («Due»)? Il quesito è troppo facile? Per ridurre il numero di chi può far tredici ci sono anche enigmi più sofisticati: «Che cosa fanno le donne nel Vangelo la prima domenica di Avvento?». O trabocchetti diabolici: Caino fu ucciso da Abele con un bastone («Uno»), un sasso («Ics») o non venne ucciso per niente? Sembra facile: ma, se si vuol essere sicuri di azzeccare il tredici, almeno un ripassino del catechismo bisogna farlo. Altrimenti oltre alla brutta figura si perde la possibilità di una vincita che può essere anche sostanziosa. Ecco qui la chiave del gioco: perché mai don Milani ha inventato il «Totoavvento»? Per costringere i ragazzini (e le loro famiglie) che pensano solo a bici, skate e discoteche a perdere qualche mezz'ora' anche sulle Sacre Scritture. Don Milani, comunque, non è certamente uno che ama la vita cenobitica o che vuole vietare i momenti di divertimento e svago ai suo parrocchiani. Biciclette, skate, sci, palloni e buoni acquisto costituiscono, infatti, il montepremi per i tredicisti. Sabato alle ore 17 il botteghino di don Milani chiude: si trattiene la «matrice» della schedina e si consegna la «figlia» in oratorio. La «macchina» è artigianale (niente computer), ma efficiente. Tra quattro settimane lo spoglio: chi ne avrà azzeccate di più vincerà e, intanto, nella sua testa sarà rimasto inciso per i secoli dei secoli che, per esempio, Abele non uccise mai Caino, semmai viceversa. Per don Milani sarebbe già qualcosa: «Da queste parti viene in chiesa un ragazzo ogni dieci, a dir tanto. Serviva qualcosa per creare un po' di interesse attorno al Natale, attorno a Gesù. Per arrivare a un coinvolgimento autentico m'è sembrato che potesse servire anche il giochino. Così ho distribuito le schedine del "Totoavvento". Credo, spero che l'idea funzioni davvero». Ponte Tresa, Cadegliano-Viconago, Arbizzo, Cugliate, paesini che il sabato si svuotano perché si va a fare benzina in Svizzera e si riempiono perché gli svizzeri vengono a fare un po' di shopping, sono coinvolti nel concorso. «Da queste parti è tutto di transizione — dice ancora don Milani —. Il lavoro: tanti frontalieri. La gente: tanti immigrati. I giovani: tanti giovanotti della Guardia di finanza che vanno e vengono». I soldi girano e si pensa più a consumare oggetti di moda che i gradini della chiesa: «Edonismo — aggiunge don Milani —. Lo sapete di che cosa scrivono i ragazzini nei temi sul Natale? Di pacchi dono! Altro che di Gesù!». E a messa non ci vanno, al catechismo nemmeno e all'oratorio un po', ma solo se c'è da giocare al pallone. Delusioni dai giovani parrocchiani, in quest'anno e mezzo speso a Ponte Tresa, quel giovanottone di don Milani ne ha avute tante: «Volevo formare un gruppo giovanile collegato alla_parrocchia, ma non ci sono riuscito: mancava la gente. Sapesse quanta amarezza...». Ha trentun anni, nove passati in una fabbrica di lampadine a Lecco, poi nel seminario considerato più «in», quello dell'allora cardinale Giuseppe Siri a Genova, il viceparroco di Ponte Tresa sabato prossimo comincerà a tirar su schedine: spera che attaccata ci resti qualche anima. Francesco Cevasco

Persone citate: Aldo Milani, Don Milani, Gesù, Giuseppe Siri, Gullit, Maradona, Tresa, Zavarov

Luoghi citati: Cadegliano-viconago, Genova, Lavena Ponte Tresa, Lecco, Lugano, Ponte Tresa, Svizzera, Varese