Agli sciatori solo piccoli paradisi artificiali di Gigi Mattana
Agli sciatori solo piccoli paradisi artificiali Con il ponte di Sant'Ambrogio parte la stagione: la neve non arriva, al lavoro sulle Alpi più di mille cannoni Agli sciatori solo piccoli paradisi artificiali Nelle Dolomiti l'innevamento migliore A Sestriere aperta la pista della Coppa E' raro che un santo benedica i cannoni, ma questo lungo «ponte» di Sant'Ambrogio, pur così deludente per lo sci, probabilmente non esisterebbe neppure se alcune migliaia di pacifiche bocche da fuoco non sparassero su tutte le Alpi quella neve che le nuvole non hanno lasciato cadere. Questi benedetti cannoni che possono salvare l'avvio dell'inverno hanno fatto la loro prima comparsa sulle piste di Mohawk Mountain nel Connecticut una quarantina di anni fa e si sono sparsi a macchia d'olio prima nelle stazioni statunitensi per approdare negli Anni Ottanta in Europa. ' L'Italia, svantaggiata dal fatto di trovarsi sul versante Sud delle Alpi, è stata la nazione che ha usato gli impianti di innevamento programmato in misura più massiccia, la Francia e l'Austria quelle che più li hanno snobbati. I costi non sono indifferenti: un chilometro di linea ad alta pressione (dove cioè le tubazioni di aria compressa e acqua arrivano insieme ai cannoni fissi lungo le piste e lì vengono miscelate) costa mediamente mezzo miliardo; per contro la neve prodotta (a un prezzo che in condizioni sfavorevoli può anche toccare le duemila lire il metro cubo) ha una consistenza cinque volte superiore a quella caduta dal cielo. Da domani la Via Lattea apre a Sestriere (che in questo campo è ancora la stazione-guida) sei skilifts e la seggiovia quadriposto al Colle e Borgata per un totale di 15 chilometri di piste; funzioneranno anche i due skilifts del campo scuola di Sansicario e la seggiovia di Clotes a Sauze d'Oulx; nelle scorse settimane il grosso del lavoro è stato però effettuato sulla pista della Banchetta che martedì prossimo ospiterà gli atleti di Coppa del Mondo per il supergigante. E' un tracciato splendido, su 650 metri di dislivello e due chilometri e mezzo di lunghezza che sarà aperto ai turisti sabato e domenica. Discese «artificiali» anche a Bardonecchia, dove nel settore del Colomion due seggiovie e tre skilifts servono due chilometri e mezzo di piste; chi le ha già provate dice che la neve è particolarmente farinosa e piacevole. Limone Piemonte invece (domenica scorsa già in 800 sciarono a Limonetto) punta su un po' di neve naturale conservata gelosamente che consente di aprire tre seggiovie di arroccamento e otto skilifts. Forse per la prima volta nella sua storia (l'anno scorso, in piena controtendenza, insieme con La Thuile fece registrare un sensibilissimo incremento di fatturato) Cervinia non è invasa dagli sciatori: domenica scorsa un migliaio di persone, pagando il «giornaliero» 46'mila lire, è salito fino a Plateau Rosa per sciare sui 1400 metri di dislivello dal Piccolo Cervino a Furgg; in questi giorni apri¬ ranno due piccoli skilifts del Cretaz, poi, se la penuria dovesse continuare, si inneverà artificialmente la pista della seggiovia Bardoney. A Courmayeur si potrà sciare lungo la pista servita dalla telecabina da Col Chécrouit a Pian Chécrouit e, sul versante della Val Veny, sulla prima parte della pista Intemazionale servita dalla seggiovia Bertolini. Cogne, già regina dello sci da fondo, attende di mettere in opera i suoi cannoni accanto al nuovo prestigioso impianto di risalita (un «pulsé» costruito dalla Leitner che sostituisce la vetusta bidonvia), mentre anche il Monterosaski deve rinviare l'apertura e si consola con una gara di survival da cui sono state escluse le prove «nevose». Pila sta sparando a tutto spiano ma la quantità è ancora insufficiente, mentre La Thuile preferisce ritardare l'apertura di almeno una settimana conti¬ nuando ad allargare il nuovo percorso «artificiale» che dai piedi di Chaz Dura porta al fondovalle per consentire ad almeno duemila sciatori di usarlo con soddisfazione. Nelle altre regioni alpine la situazione è mediamente migliore delle Alpi Occidentali. Escluso l'«eterno» ghiacciaio del Presena, in Lombardia si scia grazie ai cannoni a Bormio, Santa Caterina di Valfurva, Livigno, Ponte di Legno, Tonale e Monte Campione; più difficile per ora la situazione nelle valli bergamasche. Quasi impossibile elencare le piste aperte nel comprensorio del Dolomiti Superati: il più grande consorzio sciistico del mondo (450 impianti di risalita al servizio di oltre mille chilometri di piste) da parecchi anni, e più segnatamente l'estate scorsa, ha investito decine di miliardi nell'innevamento programmato, tanto che ormai sono oltre 250 i chilometri di piste agibili «artificialmente»: fra Trentino, Veneto e Alto Adige da Pian de Corones a Obereggen, dalle Dolomiti del Brenta a San Martino di Castrozza, dall'Alta Gardena à Cortina d'Ampezzo la «guerra bianca» che si sta combattendo ogni notte consente, dal ritmo delle prenotazioni ricevute, un «ponte» non da record, ma almeno senza lacrime. Gigi Mattana
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