McEnroe perde i tifosi

McEnroe perde i tifosi Il campione americano movimenta il Masters di New York con una maxi-sceneggiata McEnroe perde i tifosi Batte Chang tra i fischi della gente NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO C'era attesa per la nuova sfida McEnroe-Chang. L'ultimo asso del tennis americano e la rivelazione dell'anno, la speranza del futuro. In palio l'accesso alle semifinali del Masters. John McEnroe ha vinto e ha confermato quello che la classifica Atp aveva già sancito riportandolo al quarto posto della gerarchia mondiale. Però l'impresa è stata più difficile del previsto. McEnroe poche settimane fa aveva già superato Chang (6-3, 6-4) nei quarti di Parigi-Bercy dopo averlo stracciato nell'88 sempre a Parigi. Si pensava quindi a una terza facile affermazione. Invece, dopo il primo set, la partita si è ingarbugliata per McEnroe. Chang rispondeva benissimo e in difesa era un furetto nel raccogliere e rinviare palle che sembravano punti finiti. «Mac» giocava un grande tennis, ma gli faceva difetto un pizzico di brillantezza atletica in più e arrivava talvolta con una frazione di ritardo all'appuntamento con i colpi al volo, sbagliando proprio dove è più forte. Chang aveva quasi sempre la possibilità di break sul micidiale servizio del rivale, ma riusciva a trasformarne solo tre su venti. Il giovanotto si aggiudicava il secondo set ma non minava la sicurezza di McEnroe che nel successivo tornava a dominare sino al punto di fallire tre palle che potevano portarlo sul 5-0 con tre break di vantaggio. A quel punto aveva un calo di tensione. Chang continuava a correre a tutto spiano recuperando l'impossibile, aggredendo le bordate di servizio e sul 52, 30-15, servizio di McEnroe, si arrivava alla scena madre. «Prima» di John, risposta sbagliata di Chang e «out» del giudice di battuta senza però il «beep» del Ciclope. Apriti cielo. McEnroe si precipitava dal giudice di sedia, l'inglese Gerry Armstrong, e chiedeva il punto. «Avevamo detto di attenerci alla macchina — sbraitava Mac — e questa è stata muta, quindi la battuta era buona e Chang ha sbagliato senza essere disturbato». Armstrong salomonicamente concedeva due palle. Chang faceva presente che quando la battuta cade a oltre un palmo dalla linea di battuta, il Ciclope non funziona, ma la sua tesi era accolta solo dal pubblico che da quel momento voltava le spalle al McEnroe schierandosi con Chang. Urla che rallentavano la ripresa del gioco, poi applausi a ogni errore di «Mac» che, innervosito, cedeva la battuta. Per vincere al decimo gioco doveva attendere il secondo match-point dopo aver annullato tre palle-break che avrebbero riportato in per¬ ) fetto equilibrio l'incontrò. «L'ho sempre detto, il beep del Ciclope è per me un'ossessione. Prima del match ci eravamo accordati con l'arbitro per attenerci solo alla maledetta macchinetta. Quindi non ho fatto niente di male nel chiedere il punto. Il tradimento del pubblico mi ha amareggiato». Poi tanti elogi per Chang, per le sue gambe da scattista, per la sua eccezionale freddezza e maturità in campo. «Lui riflette moltissimo su qualsiasi cosa. Pensate che al momento di scegliere di servire o rispondere, si è seduto sulla sedia e ha dato la risposta dopo mezzo minuto. E' la sua forza». Chang non ha fatto scene in campo, ha solo giocato al massimo delle sue possibilità attuali. «L'ho quasi superato stavolta. Ma non ho vinto perché c'è ancora quel quasi di differenza, molto legato all'efficacia del mio servizio». Chang ha confermato la sua presenza agli Open d'Italia. Non andrà invece in Australia. In precedenza Ler.dl si era qualificato rapidamente contro Krickstein per correre a vedere in tv la vittoria in trasferta dei suoi Hartford Whalers sui St. Louis Blues 5-3 (hockey su ghiaccio). Quindi Gilbert infliggeva ad Agassi la terza lezione di questo Masters. Rino Cacioppo McEnroe. Avanti nel Masters

Persone citate: Agassi, Armstrong, Gerry Armstrong, John Mcenroe, Louis Blues, Masters, Rino Cacioppo

Luoghi citati: Australia, Italia, New York, Parigi