La «Rote Armee» rompe la tregua di Alfredo Venturi

La «Rote Armee» rompe la tregua L'attentato al presidente della Deutsche Bank: innesco a fotocellula per l'esplosione La «Rote Armee» rompe la tregua E' ilprimo agguato contro un «Vip» dopo tre anni BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una fragorosa esplosione, la Mercedes blindata ridotta un fumante rottame, il vano accorrere delle guardie del corpo. Così è morto ieri mattina Alfred Herrhausen, il numero uno della Deutsche Bank, il presidente del consiglio di amministrazione della Daimlér Benz, uno degli uomini più influenti sulla scena finanziaria internazionale. Una bomba di notevole potenza, legata a una bicicletta e fatta esplodere da un innesco a fotocellula, ha interrotto a pochi minuti da casa il consueto percorso da Bad Hamburg, sulle alture termali del Taunus dove Herrhausen abitava, a Francoforte, dove lo attendeva il suo ufficio in cima a una delle due torri gemelle, sede e simbolo della prima banca tedesca. Attorno a quelle torri, poco dopo, è risuonato con i rintocchi funebri di tutte le campane cittadine il lutto della capitale finanziaria di Germania. Un terrorismo che pareva non inquietare più ha dunque fatto il suo sanguinoso ritorno sulla scena tedesca. La tecnica dell'attentato, la stessa scelta della vittima hanno fatto immediatamente pensare alla Rote Armee Fraktion, la famigerata Raf, protagonista degli anni di piombo in questo Paese. Kurt Rebman, il procuratore federale che coordina i casi di terrorismo, e lo stesso ministro della Giustizia Hans Engelhard, hanno immediatamente puntato il dito su questo gruppo. Anche perché la scena di Bad Homburg assomigliava in modo impressionante a qualcosa che è accaduto più di tre anni fa. Fu in una strada periferica di Monaco, era il luglio dell'86, a morire nell'auto sventrata da uno scoppio furono il dirigente della Siemens Karl-Heinz Beckurts e iì suo autista. L'autista di Herrhausen, Jakob Nix, non è morto ma è gravissimo. Pista Raf, dunque: prima ancora che la polizia rendesse noto il contenuto di un foglio, trovato accanto al detonatore nei pressi del luogo del delitto. Quel foglio suscita qualche perplessità: c'è il truce simbolo della Raf, certamente, una stella a cinque punte e la sagoma di un mitra kalashnikov, e inoltre c'è una firma in sé attendibile, Kommando Wolfgang Beer, dal nome di un simpatizzante dei brigatisti tedeschi, morto nove anni fa in un controverso incidente stradale. Ma quello che manca è ogni accenno di dichiarazione: in questi casi la Raf è solita spiegare le sue gesta con plumbee definizioni della vittima di turno, con apocalittici riferimenti al quadro generale di un sistema che va abbattuto, e di cui la vittima era uno dei punti di riferimento. Niente di tutto questo, nel foglio lasciato cadere vicino a quell'auto sventrata. L'attentato è stato condotto con notevole perizia tecnica. L'uso dell'innesco a fotocellula ha fatto sì che la bomba esplodesse proprio nell'istante in cui la Mercedes ne interrompeva il raggio luminoso. Per chi si trovava nella vettura non poteva esserci scampo: l'auto pesante parecchie tonnellate è stata lanciata in alto, poi è ricaduta collocandosi di traverso sulla strada. Nonostante la violenza dello scoppio, sono rimasti illesi gli uomini della scorta, che su altre due macchine precedevano e seguivano l'auto di Herrhausen. Sono stati loro a constatare che per il capo della Deutsche Bank, ormai, non c'era più niente da fare. Le indagini si preannunciano difficili. Gli investigatori stanno lavorando attorno a numerosi corpi di reato: il meccanismo che ha attivato a distanza l'innesco a fotocellula, i resti della bicicletta cui era stato fissato l'ordigno, quel foglietto enigmatico con la stella a cinque punte, una Lancia bianca che era stata vista allontanarsi a tutto gas subito dopo lo scoppio. E ci sono vaghe indicazioni. Si ricerca un giovane che portava una giacca a vento su una tuta blu da ginnastica. Si indaga, più generalmente, in quel sottobosco di potenziali proseliti del terrorismo che vegeta sui margini estremi dell'ultrasinistra, fra quei gruppi che da queste parti vengono chiamati Chaoten, gruppi autonomi che pochi giorni fa, a Gottinga, sono stati protagonisti di cruenti scontri con la polizia. La notizia dell'uccisione di Herrhausen ha colpito una Germania tutta presa dall'euforia della questione tedesca. E ha avuto anche per questo l'effetto di una mazzata, che costringe il Paese a ripiegarsi su un fenomeno che si credeva, si voleva risolto. Il capo della Deutsche Bank era amico personale di Helmut Kohl, che ièri mattina ha appreso la notizia poco prima di salire, a Duesséldórf, alla tribuna di un convegno di imprenditori. Profondamente commosso, il Cancelliere ha comunicato la tragica fine di Herrhausen, poi ha rinunciato a parlare, è partito per Francoforte a confortare la vedova e le due figlie della vittima. Adesso la Germania dei potenti è in allarme: si teme che l'attentato di ieri non sia che l'inizio di una nuova stagione del terrorismo e le difese mirate, le scorte, l'intero apparato di sicurezza, tutto questo è stato riattivato e potenziato. Ci si chiede anche se tutto sia stato fatto per prevenire l'insidia, se gli avvertimenti dei servizi di sicurezza, su un persistente pericolo di ripresa terroristica, non siano stati per caso sottovalutati. Si parla di minacce rivolte alla Deutsche Bank. Ma non si può fare a meno di notare che Herrhausen viaggiava, scortato, su un'auto blindata, e che questo non è bastato a proteggerlo da gente freddamente intenzionata a uccidere. Alfredo Venturi La polizia tedesca a Bad Homburg, sul luogo dell'attentato; a 150 metri di distanza è stata trovata la lettera di rivendicazione dei terroristi della Raf

Luoghi citati: Bad Hamburg, Bad Homburg, Francoforte, Germania