Krenz rifiuta l'unione ma accetta le avances confederative di Alfredo Venturi

Dalla Ddr un no a Kohl Krenz rifiuta l'unione ma accetta le avances confederative Dalla Ddr un no a Kohl Un gruppo di intellettuali di Berlino Est: «Non svendiamo il Paese» La Francia sostiene Bonn ma chiede una «professione di fede europea» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il piano in dicci punti di Helmut Kohl, che propone la creazione di «strutture confederative;» fra i due Stati tedeschi, incontra ostilità nell'Est europeo, reazioni prudenti all'Ovest, e una risposta tutto sommato possibilista da parte dell'interlocutore numero uno, il nuovo regime dell'altra Germania. E' vero che Egon Krenz respinge la finalità unitaria del Cancelliere: un solo Stato tedesco, dice, non è all'ordine del giorno. Ma in questo modo il successore di Honecker rifiuta soltanto un decimo della proposta Kohl, quell'ultimo punto in cui si dice, appunto, che la creazione di una sola Germania resta un obbiettivo del governo federale. Su tutto il resto, sui «passi confederativi» che costituiscono la novità del piano di Bonn, Krenz annuncia di non avere pregiudiziali. Anche la stampa Ddr distingue fra i due aspetti del piano: che cosa vuole Bonn in definitiva, si chiedono i commentatori, un programma di cooperazionc o piuttosto S'Anschluss, l'annessione della Repubblica Democratica allo Stato federale? Krenz ha evitato finora di valutare le intenzioni del Cancelliere. Della proposta, sembra disposto a accogliere prima di tutto la parte che si riferisce alla cooperazione economica. Del resto, dice, purché si parta dal riconoscimento che esistono due Stati tedeschi sovrani, e purché non si pongano pregiudiziali vincolanti, «si può discutere di tutto». Lui stesso, nella recente intervista al Financial Times, non aveva escluso la possibilità di «una forma di confederazione» fra le due Germanie, sia pure ponendo una condizione preliminare al momento proibitiva: la dissoluzione della Nato e del Patto di Varsavia. Sembra dunque di poter concludere che il 19 dicembre, quando il Cancelliere andrà a Berlino Est, fra le due parti ci saranno margini di manovra per avviare un negoziato costruttivo. Anche perché la Repubblica Democratica ha disperatamente bisogno di quella cooperazione economica di cui Kohl, nei primi punti del suo decalogo, offre una adeguata intensificazione. Per parare le suggestioni unitarie che vengono da Ovest, e che ormai anche le piazze della Ddr hanno fatto proprie, Krenz ha ricevuto in questi giorni un aiuto inatteso. Un gruppo di intellettuali, guidato dalle figure prestigiose degli scrittori Stcfan Heym e Christa Wolf, ha elaborato un appello «per il nostro Paese», in cui si difendono i valori materiali e morali della Repubblica Democratica. Di quei valori, di quella individualità nazionale, si rischia la svendita. Bisogna evitare che il Paese venga assorbito dalla Repubblica Federale, cui va contrapposta una «alternativa socialista». In calce all'appello, Krenz ha aggiunto la sua firma a quella di decine di artisti, scienziati, economisti, molli dei quali militano in quegli stessi movimenti di opposizione che chiedono, per un profondo rinnovamento socialista, il suo allontanamento dal vertice del partito e dello Stato. E' la stessa corrente di opposizione che le scorse settimane contrapponeva nelle piazze uno slogan all'ondata delle fughe: wir bleiben hier, noi restiamo qui. Il nuovo regime prosegue intanto sulla strada delle riforme: ieri è stato presentato, ri¬ veduto e corretto, il contestato progetto di legge sui viaggi all'estero. Al confine intertedesco i soldati orientali prosegueno lo smantellamento degli sbarramenti di frontiera. Ieri sono stati rimossi i dispositivi di sicurezza lungo la frontiera con la Baviera, e la stessa cosa sta accadento lungo il confine tra l'Assia e la Turingia. E' stato annunciato che la tavola rotonda con l'opposizione vedrà la sua prima riunione il 7 dicembre. Vi parteciperanno ventotto delegati: quattordici per i cincue partiti ufficiali, altrettanti per sette gruppi indi pendenti di oppositori. Quanto al governo federale, è impegnato a presentare per via diplomatica, dopo il lancio parlamentare di martedì, la proposta del Cancelliere. Qualche delusione ha provocato a Bonn la tiepida reazione occidentale al piano Kohl. Le dichiarazioni più benevole sembrano venire da Parigi che riconosce, in linea di principio, la legittimità dell'unità. Un assenso non incondizionato però: il ministro degli Esteri francese Dumas ha ieri commentato il piano Kohl dicendo che la riunificazione va affrontata «senza precipitazione e nell'ambito della costruzione europea». E Parigi chiede a'Bonn di dimostrare la fermezza della sua scelta europea. Ieri il Cancelliere ha dettagliatamente illustrato il suo piano, in una conversazione telefonica, al presidente Bush che rivedrà domenica sera a Bruxelles dopo il vertice di Malta. Horst Teltschik. consigliere personale di Kohl, ha illustrato Eersonalrnente il piano agli amasciatori di Stati Uniti, Unione Sovietica, Francia, Gran Bretagna. Alfredo Venturi