L'Urss ben disposta

L'Urss ben disposta L'Urss ben disposta // Vaticano chiederà rapporti diplomatici CITTA' DEL VATICANO. Contatti permanenti a livello diplomatico fra il Vaticano e il Cremlino: è questa una delle principali richieste che Giovanni Paolo II farà a Gorbaciov nell'incontro di venerdì mattina nei palazzi pontifici. Il leader sovietico pare orientato a rispondere positivamente: nella lettera che fece consegnare il 24 agosto scorso al Papa a Castelgandolfo si parlava in maniera esplicita dell'opportunità di avere rapporti più stabili. «Che ci siano problemi fra Unione Sovietica e Santa Sede nessuno lo può negare — ha dichiarato ieri il portavoce del Papa, Joaquim Navarro Walls —, ma Gorbaciov vuole instaurare un nuovo rapporto con i credenti, e allora i problemi potrebbero essere risolti. Ma bisogna avere un contatto permanente». Dalla rivoluzione del 1917 Vaticano e Mosca non hanno più avuto relazioni ufficiali stabili, anche se negli ultimi venticinque anni si sono scambiati visite ad altissimo livello e un certo dialogo, per quanto frammentario, si è mantenuto vivo, grazie all'ambasciata presso il Quirinale. Il tema dei rapporti diplomatici è completamente aperto: «Bisogna discuterne», ha detto Navarro. Le possibilità sono molto ampie: se pare prematuro un vero e prorio scambio di ambasciatori e nunzi, si può ricorrere (come è accaduto per anni con la Polonia) a una «delegazione di lavoro» mista; oppure a un «inviato personale», una formula sperimentata per decenni con successo nei rapporti fra Santa Sede e Stati Uniti, a cui la Costituzione impediva di avere un ambasciatore in Vaticano. «E la cosa ha funzionato», ha detto Navarro. Le aspettative legate al primo incontro di un Papa con un Segretario del pcus sono molto alte. «Qualcosa di nuovo nella vita del mondo», ha definito ieri l'udienza il Segretario di Stato, cardinale Agostino Casaroli. Il Pontefice chiederà a Gorbaciov la possibilità per la Chiesa cattolica (tredici milioni di fedeli in Unione Sovietica) di avere una gerarchia liberamente nominata; la possibilità di aprire seminari, e la possibilità di costruire edifici di culto in cui i credenti possano liberamente manifestare la loro fede. E naturalmente la legalizzazione della Chiesa cattolica ucraina di rito greco-bizantino, «incorporata» d'autorità da Stalin nella Chiesa ortodossa russa nel 1946. «Fino a quando non ci sarà una legge in linea con ciò che è stato deciso a Helsinki e confermato a Madrid e Vienna ha detto Navarro — la situa¬ zione religiosa non avrà una base legale». Il «nodo» uniate non si può sciogliere senza un accordo con la Chiesa ortodossa e ieri il metropolita Juvenaly, vicario di Pimen, Patriarca di tutte le Russie, ha manifestato una certa disponibilità alla trattativa. «Non può esservi una soluzione estemporanea», ha detto. «L'unica via possibile per uscire dalla situazione che si è venuta a creare è quella del dialogo. La nostra proposta consiste nell'awiare una trattativa con la Chiesa cattolica». Un punto importante riguarda i beni dell'ex Chiesa «uniate» passati agli ortodossi. «La Chiesa ortodossa dovrebbe restituire le strutture già apppartenenti ai cattolici», ha dichiarato ieri il cardinale Myroslav Lubacivski, capo della Chiesa ucraina. Ma la Chiesa ucraina, alla vigilia della visita di Gorbaciov, avrebbe concertato con Giovanni Paolo II — secondo l'agenzia «Asca» — una linea «morbida» sulla questione patrimoniale. La questione sarà discussa su una base di «disponibilità al compromesso»: gli uniati chiederanno solo la restituzione di alcune chiese e edifici particolarmente significativi per la loro storia religiosa. Il Papa e Gorbaciov parleranno, almeno all'inizio del loro colloquio nello studio privato, senza interpreti; e solo in seguito decideranno se avvalersi dell'aiuto dei traduttori. Il colloquio dovrebbe durare poco meno di un'ora. Giovanni Paolo II attenderà l'ospite nella Sala del Trono (una cortesia riservata in precedenza solo a Pertini) e lo accompagnerà nello studio. Intanto Raissa visiterà alcuni punti particolarmente significativi dei Palazzi e dei Musei in attesa di essere presentata al Papa. Poi i discorsi, trasmessi in diretta sia in Italia che in Unione Sovietica. E' probabile che l'inizio e la fine del testo letto dal Papa siano in russo e il resto in italiano. Gorbaciov pronuncerà il suo saluto in russo Il programma è stato mantenuto molto flessibile, proprio perché non si sa quanto tempo durerà il colloquio fra i due «numeri uno». Oltre a Raissa, della delegazione che accompagna Gorbaciov fanno parte il ministro degli Esteri Shevardnadze, il sindaco di Mosca, il metropolita Juvenaly, l'ambasciatore Lunkov e altri due funzionari. Due ore in tutto, dalle 10,30 alle 12,30: con dieci minuti per ammirare gli affreschi della Sistina, restaurati. Marco Tosarti