Borsa, o la riforma o si favorisce il riciclaggio di Ugo Bertone

Borsa, o la riforma o si favorisce il riciclaggio Confronto a Torino sulla tutela penale degli investitori di fronte al crack delle fiduciarie e alle lacune dei controlli Borsa, o la riforma o si favorisce il riciclaggio Bankitalia: regole più severe per le banche, ora tocca agli altri settori TORINO. L'avvocalo Desiderio, legale della Banca d'Italia, non usa giri di parole: «La situazione è abbastanza chiara: le banche e i fondi sono sotto controllo. Per le fiduciarie c'è l'assicurazione del ministero dell'Industria. Per tutto il resto esiste un'area grigia, senza controlli». E li si annida il problema più grave. «Ci sono spiega Alberto Maria Flick, maestro del diritto in tema di criminalità economica — sacche di opacità nella gestione del risparmio. Risulta una massa sterminata di fiduciarie in Sicilia. E una cosa non dobbiamo dimenticare: lo stesso legislatore ha ormai stabilito uno stretto rapporto tra ordine pubblico e ordine economico, nel senso che il rispetto della Costituzione è messo in pericolo dal potere criminale». La riforma della Borsa, la na¬ scita delle società di interine diazione di Borsa, assume perciò un valore assai al di là della semplice proiezione del mercato di Piazza Affari in vista del '93, come ha sottolienato l'avvocato Benessia Si tratta di eliminare la «zona grigia». Altri menti il riciclaggio passerà di li, in quella massa di intermediari che trattano anche titoli non quotati in Borsa e non rispon dono a nessuno. «E non dimentichiamo aggiunge l'avvocato Flick — che con il nuovo codice cambia la natura del processo: o si individuano reati precisi e concreti, di fronte a | regole certe oppure con il nuovo processo non si potrà condannare nessuno sul fronte della criminalità economica». Finisce così l'assise, promossa dalla sezione piemontese dell'Associazione Nazionale Magistrati, sui riflessi penali delle attività di fiduciarie, finanziarie e altre formule di raccolta del pubblico risparmio. Torino, al centro di tante insolvenze è un po' la sede naturale per un processo alla struttura delle fiduciarie. Molte società sono cadute nel corso degli ultimi anni, l'emergenza risparmio è più sentita che altrove. Si tratta, però, di una realtà parziale di fronte allo scenario di questi anni: la liberalizzazione valutaria, l'apertura delle frontiere impone di accelerare l'iter di leggi chiare, in grado di offrire armi efficaci a Bankitalia e Consob (sia sui flussi finanziari e la regolarità, sia sul fronte della trasparenza). Altrimenti la vigilanza su truffe o denaro sporco sarà inefficace. L'aspetto della criminalità organizzata mette addirittura in secondo piano il fenomeno delle varie insolvenze. «Banca d'Italia — prosegue Desiderio — insiste nella sua azione sulle banche. Il 2 novembre l'istituto di vigilanza ha mandato all'Abi una lettera in cui si raccomanda agli istituti di interrompere, con effetto immediato, i rapporti di lavoro con fonti di denaro di cui si sospetta la natura illecita. E questo viene dopo la dichiarazione di Basilea dei governatori, in cui si è messa in chiaro la necessità di far fronte ai collegamenti internazionali del denaro sporco, e le raccomandazioni all'Abi che hanno portato a controlli ferrei. Come ha detto Gustavo Minervini, il segreto bancario non esiste più, richiederlo è un po' come la scoperta dell'esistenza del cavallo». Ma al di là delle banche e dei fondi non esiste gran che in Itaiia. C'è una mole impressionante di disegni di legge, di dispute sulla nuova Borsa, ma esiste anche il «buco» sulle fiduciarie. «Quelle riconosciute — spiega Morrone responsabile del ministero dell'Industria — sono 434, di cui 39 attive nella provincia di Torino. Quest'anno, in Italia, abbiamo messo in liquidazione coatta 5 società, 23 da quando è nata la legge a metà anni ottanta. A queste vanno aggiunte 79 società co!lcgate. Non possiamo venir acccusati di inazione. Siamo solo in 14 al ministero, con gradi e ruoli diversi». Eppure in occasione dell'insolvenza di Italfin e dell'Istituto milanese fiduciario il ministero si è scontrato con «tanti diaframmi, tanti legami che rendevano difficile appurare i collegamenti tra la massa fiduciaria e il sostegno dei quattrini raccolti a vantaggio del gruppo premotore». Ugo Bertone

Persone citate: Alberto Maria Flick, Benessia, Flick, Gustavo Minervini, Morrone

Luoghi citati: Basilea, Italia, Sicilia, Torino