«Siringa antiAids? Fallirà»

«Siringa antiAids? Fallirà» Il governo la promuove, i medici perplessi sull'efficacia «Siringa antiAids? Fallirà» «Il tipo che si può usare una volta sola non è pronto e costa troppo» «I tossicodipendenti non sanno rinunciare al rito del buco collettivo» ROMA. Arriveranno presto nelle farmacie italiane le siringhe usa-e-getta di nuova concezione, dette «autobloccanti», che dovrebbero impedire la diffusione dell'Aids tra tossicodipendenti. Il governo ha deciso di spendere 10 miliardi per incentivarne «produzione, commercializzazione e pubblicità». La novità è nella meccanica: lo stantuffo, spinto a fondo, si blocca ed è impossibile aspirare il liquido un'altra volta. «Ma serviranno a poco se non scompaiono le altre: i tossicodipendenti sono testardamente legati al rito del buco collettivo con una sola siringa», dicono in coro i medici. «E' un espediente utile — ammette Ferdinando Aiuti, immunologo — ma non ce lo vedo il tossicodipendente che in farmacia chiede proprio questo tipo. Si dovrebbero distribuire gratis». Il Consiglio dei ministri si affida alle nuove siringhe per rallentare il diffondersi dell'epidemia da Aids. In Italia sono 5020 i casi accertati di immunodeficienza, e le cifre corrono. Serviranno a qualcosa le siringhe «autobloccanti» nella lotta al contagio da Aids? «Ho qualche dubbio — dice Alfredo Zampieri, a lungo direttore del Laboratorio epidemiologico dell'Istituto superiore di Sanità — Il problema vero è il rituale dei tossicodipendenti di passarsi la stessa siringa». Le siringhe «autobloccanti» sono ancora allo stato di prototipo; occorrerà del tempo per vederle in commercio. «Noi siamo pronti», assicura il presidente dell'Ordine dei farmacisti, dottor Giacomo Leopardi. Ma l'Istituto superiore di Sanità deve ancora sperimentarle. Ci sono certe terapie, infatti, che rendono obbligatoria una doppia o tripla aspirazione. In questo caso, la siringa «autobloccante» non va bene. In farmacia, quindi, dovrebbero essere vendute le vecchie e le nuove. «E' un problema: condizione indispensabile alla diffusione delle nuove siringhe è la scomparsa delle usa-e-getta tradizionali. Le «autobloccanti» co¬ stano cinque volte più delle altre e i tossicodipendenti le rifiuterebbero», dice Zampieri. Questo spiega lo scetticismo, degli operatori anti-Aids nei confronti della novità. Il diffondersi della malattia, del resto, impone interventi risoluti e urgenti. cNel solo Lazio sono 500 i casi di Aids e 5000 i sieropositivi. Nei prossimi dicci anni i sieropositivi potrebbero essere 40 mila», spiega Carlo Pèrucci, direttore dell'Osservatorio epidemiologico regionale del Lazio. Non meno allarmani le cifre sulla tossicodipendenza: sono 40.689 secondo i dati del ministero dell'Interno i tossicodipendenti in trattamento presso i presidi pubblici e privati alla data del 30 settembre scorso: è quanto risulta dai dati dell'«Osservatorio permanente sul fenomeno droga», istituito presso il Viminale. In particolare, 32.080 risultano in trattamento presso le strutture sanitarie pubbliche e 8.609 presso le comunità terapeutiche residenziali, (f. gri.]

Persone citate: Alfredo Zampieri, Carlo Pèrucci, Ferdinando Aiuti, Giacomo Leopardi, Zampieri

Luoghi citati: Italia, Lazio, Roma