Di nuovo Poi Pot, e il mondo tace
Di nuovo Pol Pot, e il mondo tace L'Occidente sostiene i khmer rossi dimenticando colpe e atrocità del passato Di nuovo Pol Pot, e il mondo tace L'Onu riabilita ilfamigerato capo cambogiano LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il tempo passa, cancella molti incubi, ma nessuno oggi tenderebbe la mano a un partito nazista, armato e avido di potere, tuttora guidato da Hitler, con le SS e la Gcstapo. L'idea stessa è raccapricciante. Eppure, 124 nazioni, fra le quali l'America e gli europei tutti, appoggiano oggi un mostruoso Hitler asiatico. Poi Pot, e sostengono i suoi feroci khmer rossi nella loro campagna, militare e politica, per una partecipazione al governo. Impossibile? E' la verità: ma pochi l'hanno notata. Povera Cambogia. Ancora nel '69, era una terra prosperosa e indipendente, governata da un eccentrico ma tollerante dittatore, il principe Sihanouk, scaltro navigatore diplomatico. Ma nella primavera del '70 gli Stati Uniti invadono la Cambogia, un tragico errore di cui Kissinger porta le responsabilità più gravose: errore che non salvò il Vietnam ma distrusse la Cambogia. Nel '75, gli americani fuggono e fugge il loro protetto, il presidente Lon Noi. Trionfano i khmer rossi. Nel '78, i vietnamiti (mirano in Cambogia e spingono i khmer rossi verso il confine thailandese. Ora, dieci anni più tardi, le forze di Hanoi hanno abbandonato il Paese. Un lungo inferno, con un girone apocalittico, quello tra il '75 e il '78. sotto Poi Pot. L'«Economist» ha così descritto il calvario: «Fu uno dei crimini più orrendi di questo secolo, perpetrato da una tribù omicida di trogloditi comunisti». I khmer rossi tentarono di abolire la civiltà moderna e, nell'impresa, ammazzarono almeno un milione di cambogiani, il 15 per cento della popolazione. Non basta. Si sa ora che Poi Pot voleva coronare il suo genocidio con lo sterminio di tutti i maschi al di sopra dei 15 anni, compresi i militari. Fra i comandanti che abbandonarono il folle tiranno vi era un Hun Sen: e adesso Hun Sen è il primo ministro del governo cambogiano appoggiato dal Vietnam. E Poi Pot? Più truce che mai, dispone tuttora di una muscolosa forza di khmer rossi, lungo il confine con la Thailandia. E' uno dei tre gruppi che, pur odiandosi a vicenda, si sono alleati contro Hun Sen, è la «resistenza»; khmer rossi, il Fnlpk (Fronte nazionale di liberazione del popolo khmer) non comunista, diretto da Son Sann più i partigiani dell'eterno Sihanouk. Adesso che i vietnamiti se ne sono andati, la «resislenza» comincia ad azzannare. E' l'inizio di una nuova guerra civile. Ed è l'inizio altresì di una saga diplomatica, tortuosa e penosa. L'Occidente non vuole «premiare» l'invasione vietnamita, per cui nega il suo riconoscimento al governo di Hun Sen: ha invece votato con la maggioranza delle altre nazioni all'Onu in favore di una mozione della Association of SouthEast Asia Nations (Aaean). Il lesto, approvato nei giorni scorsi con 124 «sì» e 17 «no», tende la mano alla «resistenza» e indica che un «Cambodioii settlement» dovrebbe includere un governo provvisorio con la partecipazione dei khmer rossi. Perché? Perché la Cina protegge i khmer rossi e odia il Vietnam: e senza la cooperazione cinese — afferma la diplomazia internazionale — un «Cambodian settlement» è impossibile. Ma più passano i giorni, più questo compromesso suscita sdegno e disgusto, soprattutto nei Paesi anglosassoni. Due diplomatici inglesi e neozelandesi andranno a Phnom Penh (i primi funzionari occidentali dopo 11 anni) per «sondare» i propositi di Hun Sen e i sentimenti dei cittadini. La partita aperta dalla mozione Onu è pericolosa, oltre che immorale. In teoria, si assiste la «resistenza» nella speranza che, dopo la vittoria, il Fnlpk e Sihanouk schiaccino in qualche modo Poi Pot. Ma Poi Pot è il più forte, il più agguerrito. I cambogiani già vivono nel terrore e domandano: «Perché il mondo, le democrazie stesse, aprono la via del potere alle sanguinarie milizie dei khmer rossi?». Quelle democrazie che già una volta tra il '75 e il '78. quando comu nismo e terzomondismo eran< sacri e intoccabili, chiusero gli occhi dinanzi a quel milione di cadaveri. Mario Cirietlo
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