Nel pci le «correnti» allo scoperto di Fabio Martini

Nel pci le «correnti» allo scoperto I fronti dei sì e dei no al nuovo partito potrebbero dar vita a quattro schieramenti Nel pci le «correnti» allo scoperto Si va verso il congresso con mozioni contrapposte ROMA. E ora verranno allo scoperto anche le correnti. Dopo la storica votazione di due giorni fa che ha messo in chiaro un dissenso di proporzioni mai viste dentro il pei, da domani i gruppi emersi dal comitato centrale si preparano ad un altro passo avanti: le mozioni contrapposte in vista del congresso straordinario di marzo. Con la proposta di rifondazione del partito formulata da Achille Occhetto, infatti, è destinata a cadere anche la vecchia liturgia dei congressi comunisti a tesi. Con il crollo dell'ultimo «muro» del centralismo democratico, stavolta non ci saranno falsi unanimismi. Dopo i timidi approcci dell'ultimo congresso (con la presentazione della mozione Cossutta), ci si dividerà su diversi documenti. E che ci sarà bagarre lo ha già fatto capire Elio Quercioli: «Stavolta — ha detto l'ex vice sindaco di Milano — sarà uno scontro aspro, ci organizzeremo per correnti, che cominceranno la raccolta di fondi. Come del resto accade già». Una rivoluzione che dovrà essere consumata in gran fretta. I documenti in vista del congresso, infatti, dovranno essere presentati al prossimo comitato centrale che sarà convocato entro 15-20 giorni. L'itinerario che, nelle intenzioni del segretario, porterà alla nascita del nuovo partito, si svilupperà lungo quattro tappe. La prima è Erevista tra l'I 1 e il 16 dicemre (anche se la data non è stata ancora fissata) con la convocazione del «parlamentino» pei, che metterà a punto tutti i dettagli del congresso straordinario. In particolare dovrà essere deciso un nuovo regolamento congressuale, visto che è data per scontata la presentazione di più mozioni contrapposte. Seconda tappa, i congressi locali. Alla fine di gennaio dovrebbe iniziare la battaglia nelle assemblee di sezione e di federazione, dove si si discuteranno e voteranno le mozioni. E poi, finalmente, il congresso. La data, che sarà stabilita dal prossimo comitato centrale, dovrebbe cadere tra la fine di febbraio e il 15 marzo. Non oltre perché poi la macchina del fiartito dovrà essere pronta per e amministrative del 6 maggio. Il congresso straordinario non prenderà in esame il problema del nome, ma dovrebbe gettare le basi per l'ultimo appuntamento della «marcia» di Occhetto: il congresso costitutivo del nuovo partito, da tenersi dopo le elezioni di primavera. Se il pei, dunque, non cambierà subito nome, non è però escluso qualche esperimento. Se il congresso di marzo sarà favorevole a Occhetto, già alle amministrative il pei si presenterà alle amministrative con altri nomi, sull'esempio di quanto accade da tempo a Bologna, dove i comunisti si presentano col simbolo delle «Due Torri». Ma nell'immediato il vertice del pei sarà tutto proiettato nella battaglia congressuale. E' difficile prevedere quante mozioni verranno presentate. All'ultimo comitato centrale l'ordine del giorno di Occhetto ha raccolto il 67% dei voti, mettendo assieme diversi gruppi: gli occhettiani «doc» e quelli di sinistra di D'Alema, Bassolino e Trentin; la «destra» di Napolitano; quella milanese di Corbani e Cervetti; quella romana di Ferrara e quella togliattiana di Bufalini. Il gruppone di maggioranza rimarrà compatto oppure, come è possibile, si staccherà qualche troncone sulla destra dello schieramento? Più movimentato il fronte degli astenuti e dei no. Appare difficile, per esempio, la confluenza su un'unica mozione di Ingrao e Cossutta. E visto che anche per Natta la convivenza con in - fao appare problematica, non escluso che il fronte anti-Occhetto possa dividersi in tre tronconi. Alla fine, tra destra, centro e sinistra, le mozioni saranno almeno quattro. O di più? Da stamattina, in tutta Italia, la discussione è aperta. Fabio Martini

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