Caravelle in gara verso Marte di Piero Bianucci

Caravelle in gara verso Marte La «regata» nel '92, anno di Colombo: le navicelle saranno spinte dai raggi del Sole Caravelle in gara verso Marte Avranno vele più grandi di un campo di calcio Tre «caravelle» spaziali partiranno verso Marte nel 1992 e una potrebbe essere italiana. Sarà la prima regata interplanetaria, a celebrazione del viaggio compiuto da Colombo 500 anni fa. Cambia la meta, non più le Indie ma il «pianeta rosso». Rimane, in certo senso, la tecnologia: non sarà il vento a gonfiare le vele delle caravelle spaziali, ma la luce del Sole. La Nasa metterà a disposizione gratis tre razzi per il lancio in orbita. Di lì le sonde, una americana, una europea e una asiatica, dovranno proseguire da sole, sfruttando i raggi solari. E vinca il migliore. L'idea è del Comitato per le celebrazioni del cinquecentenario della scoperta dell'America e dell'Accademia americana di astronautica, che selezionerà i candidati e metterà a disposizione di ognuno dei tre progetti prescelti una somma pari a 25 miliardi di lire. «Tre giorni fa — dice Ernesto Vallerani, responsabile del Gruppo Sistemi Spaziali dell'Aeritalia — abbiamo presentato la nostra proposta. Speriamo di essere noi a rappresentare l'Europa. Ma se non ci riuscissimo, potremmo forse partecipare ugualmente come outsider. Abbiamo deciso di chiamare "Capitana Italica" la nostra caravella perché "Capitana" era il nome della "Santa Maria" prima che Colombo la ribattezzasse». La luce è costituita da minuscole particelle, i fotoni, che esercitano una lievissima pressione sugli oggetti da cui vengono riflesse. Il fenomeno è noto e quasi banale. Negli Usa è diffuso un giocattolo che si fonda su questo principio: dentro un'ampolla a vuoto pneumatico c'è una specie di elica nera da un lato e bianca dall'altro, la luce viene assorbita dalla faccia nera e spinge sulla faccia chiara, così l'elica si mette a girare. Se la superficie illuminata è grande, la spinta incomincia ad essere consistente. Nello spazio, poi, il vuoto è perfetto, non ci sono attriti, e la pressione si accumula, imprimendo un'accelerazione crescente. «Nel nostro progetto — spiega Vallerani — la vela sarà un quadrato di cento per cento metri in mylar alluminato (un materiale già in commercio, sottile e leggero. Il dispiegamento avverrà nello spazio, a più di mille chilometri da Terra. Due telecamere, impone il bando di concorso, dovranno riprendere e trasmettere in diretta l'apertura della vela: un grande spettacolo tecnologico». La vela spaziale sarà spessa appena 5 millesimi di millimetro. Così, pur misurando 10 mila metri quadrati (molto più di un campo da calcio), peserà solo 130 chili d'intera sonda non deve superare i 500). Piegata in 4 rulli ognuno di 62 fogli, a tenderla e a tenerla tesa nello spazio saranno 4 diagonali di uno speciale materiale plastico che verranno gonfiate in orbita con azoto. Sotto la luce del Sole, la plastica polimerizza e si irrigidisce. A questo punto l'azoto viene espulso (con ulteriore guadagno in leggerezza) e la navicella può orientare la vela verso il Sole per iniziare la traversata. La stessa pressione di radiazione servirà a orientare la sonda lungo la rotta: la vela funzionerà anche da timone. La «Space Sail Cup» (Coppa Velica Spaziale) avrà un primo traguardo volante segnato dalla «boa» della Luna. Si considererà arrivata la navicella che passerà a meno di 10 mila chilometri da Marte, il che, dopo un viaggio di 100 milioni di chi lometn, richiede buona mira. Per abbreviare i tempi sarà determinante studiare una traiettoria il più possibile favorevole, il che non sempre vuol dire la traiettoria più breve. Nel caso del progetto italiano la Luna sarà raggiunta dopo 288 giorni, mentre occorreranno quasi 5 anni per approdare a Marte. L'Aeritalia, che ha vasta esperienza spaziale, ha raccolto intorno al suo progetto ricercatori di sei università e varie industrie (Bdp, Laben, Selenia, Galileo, Fiar, Gavazzi, Microtecnica). «Ci saranno anche interessanti opportunità per gli sponsor», aggiunge Vallerani, scherzando ma non troppo. «Per esempio chi vuole con mille dollari potrà mettere la sua firma sulla vela». Piero Bianucci Non trova ospitalità sulle colline liguri il progetto per la Disneyland italiana

Persone citate: Ernesto Vallerani, Gavazzi, Space, Vallerani

Luoghi citati: America, Europa, Indie, Usa