«Ustica, il Dc9 esplose in volo» di Francesco Grignetti
«Ustica, il Dc9 esplose in volo» La deposizione del gea Fazzino, ex responsabile nazionale degli uomini-radar «Ustica, il Dc9 esplose in volo» E l'ammiraglio Tortisi cade in contraddizione ROMA. «Il Dc9 volava tranquillamente. Regolare il contatto radio. Bene anche il "transponder", il segnale elettronico. Lo seguivamo sul radar senza difficoltà. Improvvisamente il monitor sembrò impazzire: il segnale del Dc9 scomparve e al suo posto vedemmo un nugolo di tracce. L'aereo era esploso in aria e i relitti cadevano in mare. L'agonia del velivolo sarà durata due minuti. Poi più nulla». Questo vide il controllore di volo in servizio a Ciampino la notte del 27 giugno '80. E questo ha raccontato ieri alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle stragi il generale dell'Aeronautica Cesare Fazzino, all'epoca responsabile nazionale degli uomini-radar. Ha riferito Fazzino: «Dove c'era una traccia unica, facilmente ricollegabile al Dc9, l'operatore vide all'improvviso una "nube" di echi. Contemporaneamente si interrompeva il collegamento elettronico. Ciampino era dotata di due radar: uno più vecchio e un altro moderno. Su tutti e due il fenomeno era chiarissimo. Lo vide l'operatore quella sera, lo hanno visto tutti i periti sulle registrazioni». Ma tra quelle tracce tanto confuse, hanno chiesto i deputati, non ci potrebbe essere quella dell'ipotetico aereo-killer? Fazzino non ha voluto dare una sua risposta. Ha sottolineato di non aver mai neppure letto le perìzie. Ma ha spiegato: «Il numero di echi registrati à considerevole, perché molti dovevano essere stati determinati dai pezzi dell'aereo. Se però si riescono a collegare tre battute in sequenza, allora si può parlare di un velivolo con una sua rotta». E' quanto ha fatto l'esperto statunitense, John Maaduli, che ha «riconosciuto» l'attacco di uno o due jet militari al Dc9. Ieri sera si è saputo però che Macidull non verrà a deporre davanti alla Commissione. Fazzino ha anche spiegato di non aver mai creduto all'ipotesi del cedimento strutturale del¬ l'aereo. «Io ho sempre sostenuto l'esplosione in aria». Se nell'ambiente dei controllori di volo si era fermamente sicuri che il Dc9 fosse precipitato per una esplosione, non altrettanto si può dire dei massimi vertici militari. L'ammira- 5Ho Giovanni Tonisi, ex capo i stato maggiore della Difesa (il cui nome compare negli elenchi della P2), ha spiegato che «le Forze armate attesero l'esito dei lavori della commissione nominata dal ministro dei Trasporti, tanto più che la voce ricorrente accreditava il disastro a un cedimento delle strutture dell'aereo». Ma quella commissione, è stato fatto notare, già nel novembre '80 aveva escluso il disastro per fatalità. «Prese forza l'ipotesi di un missile. L'ex ministro della Difesa, Lelio Lagorio, a noi ha detto che in quell'occasione le Forze armate vennero "rivoltate come un guanto". E' vero o non è vero?», ha chiesto Libero Gualtieri (pri), presidente della commissione. «Non mi risulta nessuna indagine particolare. Con me Lagorìo non ne parlò. Forse trattò la questione direttamente con l'Aeronautica», ha rispo¬ sto l'ammiraglio. «E' forse possibile — ha insistito il radicale Teodori — che l'Aeronautica le nascondesse qualcosa per gelosie interne?». E Tonisi: «No, lo escludo. C'era un rapporto particolarmente stretto tra me e il generale Bertolucci, comandante di stato maggiore dell'arma». Per contraddire Tonisi i commissari li hanno mostrato una lettera all'Aeronautica, del dicembre '80, in cui si segnalava «un'inquietante campagna di stampa collegata ai risultati della commissione Luzzatti (che escludeva il cedimento strutturale, iulr.) e si suggeriva «la versione da dare». C'è stato un momento di imbarazzo di Tonisi. Poi ha ammesso che «effettivamente non è nonnaie che si ;•,gerisca a un superiore il comportamento». I «suggerimenti» dell'Aeronautica non sono piaciuti invece all'attuale ministro della Difesa, il de Mino Martinazzoli. Secondo quanto ha riferito il senatore democristiano Lipari, il ministro avrebbe impedito la trasmissione di un documento tecnico di 70 pagine, elaborato dall'Arma azzurra, alla magistratura e alla commissione parlamentare. E' la «controperìzia» su cui si appuntano molte speranze dei vertici militari: 1 Aeronautica insiste, infatti, nel negare l'esistenza di un missile o di ui. aereo killer. Francesco Grignetti
Persone citate: Bertolucci, Giovanni Tonisi, John Maaduli, Lelio Lagorio, Libero Gualtieri, Luzzatti, Mino Martinazzoli, Teodori
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