Maggie e sir Nessuno di Mario Ciriello
Maggie e sir Nessuno Deputato tory chiede al partito un voto contro il premier Maggie e sir Nessuno / conservatori non abbandoneranno la Thatcher per Anthony Meyer Ma astensioni e dissensi potrebbero far impallidire la sua immagine LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Davide sfida Golia. Il biblico dramma rivive in Inghilterra, con un pugnace deputalo conservatore, sir Anthony Meyer, nella parte del futuro re d'Israele e Margaret Thatcher, in quella del gigante filisteo. Con una differenza Che Meyer nnn abbatterà Maggie E allora perché tenta? Perché spera d'incrinare la leadership di Margaret Thatcher, di mostrare, mediante un voto segreto, che la signora non gode più la fiducia di tutto il gruppo parlamentare conservatore Alla fine di ottobre, la sua impresa aveva ancora qualche possibilità di successo. Oggi ricorda invece il vano coraggio di Don Chisciotte. La scena è mutata in meno di un mese Margaret Thatcher. scossa da molte e diverse bufere, dalle fratture nel governo alla minacciosa involuzione economica, dal suo isolamento in Europa a tutta una serie di errori sul fronte interno, non ha più il prestigio e il carisma d'altri tempi: tuttavia, i tories hanno rinunciato a liberarsene. Superato il panico che li raggelò all'inizio dell'autunno, hanno ora deciso che un ammutina mento affonderebbe il partito Ragionano «Le prossime elezioni politiche sono lontane, il mandato di questo Parlamento scade nel giugno '92 Calma, dunque, Maggie potrebbe ricuperare il terreno perduto: e, se non lo farà, potremo eleggere un nuovo leader l'anno venturo, nel dicembre '90». Sir Anthony Meyer (che il Daily Express, sprezzante, ribattezza z)r Nobody, sir Nessuno) non si lascia convincere. Vuole che si proceda a una votazione per eleggere un nuovo leader, ricorda che da oltre dicci anni i tories non osano vagliare la credibilità del loro condottiero, sostiene che i voti contrari permetteranno a Margaret Thatcher, se vittoriosa, di meglio correggere i propri errori. La sua risolutezza impaurisce i notabili tory, che temono non una sconfitta di Maggie, sconfitta impossibile, ma un «imbarazzante» coagulo di astensioni e di suffragi ostili. Sarebbe un altro schiaffo alla sua immagine nazionale e internazionale. L'istanza di sir Anthony Meyer è prevista dalle procedure stabilite dal partito tory negli Anni Settanta. Il leader ò scelto dai soli deputati, in un Leader- I ship Contest che può essere indetto subito dopo l'apertura della nuova sessione parlamentare, quindi tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre. I deputati conservatori sono ora 373 e. per vincere, un candidato deve ottenere oltre la meta dei voti. Vi saranno altri candidati oltre Meyer? Non lo si può escludere, ma tante e tali sono le pressioni del partito che, oggi come oggi. Meyer pare destina^ to a scendere solo in campo, per il grande duello della prima settimana di dicembre. Due soli uomini potrebbero battere; Margaret Thatcher, l'ex ministro degli Esteri e ora vicepremier sir Geoffrey Howe e Michael Heseltine, il favorito, uomo di valore, che lasciò il governo nell'87, indignato e furibondo. Ma sia Howe sia Heseltine hanno detto ieri che non parteciperanno alla gara. Sir Geoffrey ha aggiunto anzi: «Esorto tutti i colleghi tory in Parla¬ mento a non imporre un'elezione per la leadership. Tale elezione gioverebbe soltanto ai nostri oppositori, al partito laborista. Non c'è una crisi. Il primo ministro ha la piena fiducia del partito, in Parlamento e nel Paese tutto». Appelli simili lanciano altri notabili tory. Il baronetto sir Anthony Meyer, un bell'uomo di 69 anni, educato a Eton. è un ribelle nato, non ha un grande seguito neppure fra coloro che condividono le sue idee, tra le «colombe» tory. Avversò la guerra per le Falkland; condannò Maggie per aver permesso agli aerei americani in Inghilterra di bombardare la Libia; ha votato più volte contro il premier, la cui politica sociale descrive spesso con l'aggettivo «repellent». Il suo fiammeggiante anti-thatcherismo non lo assisterà in questa sfida. Quella che dovrebbe essere un'elezione storica rischia di divenire una zuffa tra due persone che si odiano. Mario Ciriello
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