Rai3 batte Rai2, ma si preparano i tagli di Maria Grazia Bruzzone

Rai3 batte Rai2, ma si preparano i tagli Rai3 batte Rai2, ma si preparano i tagli // sorpasso avviene 2-3 volte la settimana Il nuovo direttore Pasquarelli ridurrà i fondi? ROMA. Rai3, la rete televisiva di area pei, ha superato in novembre la soglia del 10% di ascolto. Nelle ore di punta, tallona ormai da vicino Rai2, vicina al psi, a quota 12,7%. Non era mai successo. L'anno scorso, nel periodo settembre-novembre, Rai3 arrivava al 6,7%. Rai2 era sempre al 12,2 Ma non basta: cresce la rete e cresce il telegiornale. «Telekabul», come è stato ribattezzato il Tg3 di Alessandro Curzi (il notiziario inizia alle 19, quando il pubblico televisivo è ancora ridotto) è passato in un anno da un milione 600 mila a 2,3 milioni di spettatori. I Tg regionali in onda alle 19,30 sono saliti da 2 milioni e mezzo a 3,362 milioni. Negli stessi mesi (settembre-ottobre), il Tg2 è rimasto fermo sui 4 milioni, scendendo di 100 mila ascoltatori. Il Tgl è cresciuto della stessa cifra mantenendo i suoi 7,7 milioni di ascoltatori. Sarà questa la prima novità che il nuovo direttore generale della Rai, Gianni Pasquarelli, si troverà ad affrontare e alla quale — si dice — dovrà cercare rimedio. Nei programmi del nuovo gruppo di comando de che approda a viale Mazzini c'è un ridimensionamento del peso degli investimenti di quella parte di Rai affidata al pei. Fra i telegiornali, tuttavia, la distanza è ancora molta, non fosse altro perché, quando Tg2 e Tgl cominciano, davanti al video si siedono 8 milioni di telespettatori in più. Ma con la rete il sorpasso potrebbe essere imminente. Nei corridoi del quinto piano, dove è alloggiata Rai3. all'idea si sono quasi abituati: «Il sorpasso avviene ormai due, tre, anche quattro giorni la settimana. Certe volte, ci capita di superare persino la grande Rail». A far esplodere l'ascolto, in questo scorcio d'autunno — spiegano i funzionari — sono state trasmissioni vecchie e nuove: «Un giorno in Eretura» e «Telefono giallo» anno ormai un loro pubblico che oscilla sui 3 milioni di persone. «Samarcanda» arriva spesso ai 2 milioni. Lo scatto è venuto però con Pippo Baudo: 4 milioni di ascoltatori. Cosa dicono a Rai3 delle voci di ridimensionamento? Angelo Guglielmi, diventato direttore quando l'ascolto era al 2%: «Il 10% è un obiettivo sul quale non avremmo osato, non dico scommettere, ma neppure sperare. Eppure non è tanto a Rai2 che diamo noia, quanto ai privati. Tre anni fa le reti Fininvest e quelle Rai correvano appaiate. Berlusconi credeva che fosse il momento del grande balzo. Invece le cose sono andate diversamente e la Rai oggi è saldamente in testa». Aumenteranno i fondi? «Non credo proprio — prevede Guglielmi —. Sarà già molto se continueranno a farci esistere così». Una conferma dell'analisi di Guglielmi viene da Piero Zucchelli, socialista, probabile nuovo direttore del Servizio opinioni Rai. Il 6 dicembre presenterà una ricerca sugli ultimi tre anni di ascolto. «In autunno — ricorda —, mentre il peso della Rai è cresciuto dal 44,8% al 48%, toccando a novembre il 51%, la Fininvest è scesa dal 44% al 42%, arrivando al 40% negli ultimi 21 giorni». E' certo, comunque, che l'uscita di scena di Agnes sembra coincidere per la Rai con la fine di un'epoca. Al di là degli avvi¬ cendamenti legati ai nuovi equilibri politici, è tutta una classe dirìgente e una classe di quadri intermedi che sta per raggiungere l'età della pensione. Sono i dirìgenti e i funzionari della storica età di Bernabei. Molti avevano in comune una passata militanza politica o intellettuale. Emilio Rossi, 67 anni, di area cattolica, ha già lasciato il suo posto di vicedirettore. Leone Piccioni, vicedirettore per i servizi radiofonici, de, sta per lasciare il posto a Dino Basili, oggi consigliere culturale del presidente Cossiga. I due vicedirettori Livi e Lari, poco noti ai pubblico, ma decisivi nel decidere le sorti finanziarie e strategiche dell'azienda, sono delle classi '27 e '28. Il direttore amministrativo Castelli nel '90 compirà i 63 anni, il capo della direzione tecnica, Agresti, va per i 64. Poco più giovane è il sessantenne Emmanuele Milano, vicedirettore, coetaneo di Guglielmi, un intellettuale del gruppo detto dei «corsari» perché erano arrivati in Rai col primo concorso, nel 1955. Con loro c'era anche Fabiano Fabiani, ora alla Finmeccanica, e Giovanni Leto, oggi capostruttura a Rai2. Loro coetaneo è il vicedirettore Massimo Fichera, ii primo a essere catapultato in Rai dall'esterno quando, nel 1976, il secondo canale tv divenne la Hai2 socialista. Maria Grazia Bruzzone

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