l verdi: pericoloso lo stabilimento Stoppani

«Un'altra Acna in Liguria» Domenica referendum ad Arenzano sull'azienda che produce sali di cromo «Un'altra Acna in Liguria» / verdi: pericoloso lo stabilimento Stopparti ROMA. Decenni di inquinamento, innumerevoli processi e ora anche un referendum consultivo domenica prossima nel Comune di Arenzano. La vicenda dello stabilimento Stoppani di Cogoleto (Liguria), un'azienda leader nella produzione di sali di cromo, «rischia di diventare un altro caso Acna, un nuovo caso clamoroso di aziende a rischio con licenza di inquinare». Gli ambientalisti sono, scesi ad Aronzano a tutto campo, con Rosa Filippini e Gianfranco Amendola: chiedono un no alla domanda posta ; agli elettori («Siete favorevoli i alla prosecuzione dell'attività produttiva della Stoppani e alla [ sua permanenza sul territorio?»), e nello stesso tempo : avanzano progetti per una trai sformazione dell'arca dello sta j bilimenlo. Progetti — secondo | la lega ambiente — che recupej rino la vecchia vocazione turi! stica e garantiscano il reimpiego dei lavoratori. Il referendum di domenica è consultivo, ma si ritiene che il suo esito possa essere determinante. Ieri i verdi hanno organizzato una conferenza stampa in cui hanno anche annunciato la presentazione di una mozione che chiede la dichiarazione di area a rischio per il territorio su cui insiste lo stabilimento chimico. «Lo Stoppani — ha detto l'on. Filippini, che ha anche tracciato una storia dello stabilimento — è costruito sulla foce del Lerone, tra Cogoleto e Arenzano, e dagli inizi degli Anni 60 ha creato problemi gravi per 1' ambiente per la produzione di sali di cromo direttamente dalla materia prima». Fino al 1982 lo Stoppani, infatti, ha riversato direttamente sulla battigia 200 tonnellate di terre al giorno contenenti 22 chilogrammi di cromo, «Una sostanza — ha detto Filippini — di cui è accertata la cancerosità». Nel 1982 dopo un'azione del pretore di Voltri che la diffida a scaricare sulla spiaggia, 1' azienda ottiene dalla Marina Mercantile l'autorizzazione a scaricare in mare a 5 chilometri dalla costa. Autorizzazione che cessa alla fine del 1985. L'azienda accumula allora più di 20 mila tonnellate di rifiuti all'interno dello stabilimento, ma dopo alcuni mesi è costretta ad arrestare la fase più nociva del ciclo produttivo, quella dell'estrazione dalla materia prima. «Lo stabilimento però — ha detto Filippini — ha avuto l'autorizzazione dalla Regione Liguria a riprendere la produzione a pieno ritmo e a riaccendere i forni, non appena avrà trovato una discarica a terra a cui far pervenire i propri rifiuti tossici». In quanto ai pericoli per la salute causati dall'azienda, i verdi hanno ricordato che Luigi Stoppani e altri 10 dirigenti dell'azienda sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo in seguito alla morte per cancro di 11 operai. La grave situazione ambientale è stata sottolineata da rappresentanti locali che hanno rilevato come «anche a forni spenti le concentrazioni di cloro csavalente negli scarichi siano superiori a quelle previste dalla legge». Se Arenzano ha deciso per il referendum, Cogoleto intende — in un secondo tempo — rimeditare i quesiti da porre, puntando sul rifiuto delle discariche. Modifiche agli assetti di giunta hanno creato una divisione tra i due Comuni, separati appena dal torrente Lerone, che qualche anno fa già non erano d'accordo sul rifiuto alla fabbrica. Si ripete il caso dell'Acna di Cengio: Cogoleto cerca disperatamente di difendere i 400 posti di lavoro (compreso l'indotto), Arenzano che dalla Stoppani non ha ricadute in termini di occupazione dice che lo stabilimento reca gravi danni alla salute della gente e all'economia turistica. La fabbrica reagisce con pagine a pagamento sui quotidiani e con spot sulle reti commerciali. «La richiesta del referendum è partita dagli abitanti, che noi democraticamente abbiamo ritenuto di accontentare», dice il sindaco di Arenzano, Fernando Maseila, a capo di una giunta de, pei e pri, cercando di evitare polemiche. (Ansa)