Operazione ambiente nel Bormida

Operazione ambiente nel Bormida Con 21 miliardi Operazione ambiente nel Bormida TORINO. Comincia la difficile bonifica della Valle Bormida. La giunta regionale del Piemonte ha approvato i primi stanziamenti per ridare vita ad un'area fortemente compromessa da pesanti eredità: inquinamento del suolo, delle falde acquifere, dell'aria. Epicentro del degrado: l'Acna di Cengio. Il piano di bonifica è stato avviato dalla Regione con l'intento di riqualificare un'area compromessa e di restituirla alla comunità. Come dire che quella fabbrica non è tutto, non e la sola fonte di guadagno al confine tra Piemonte e Liguria. In attesa che ministri e tecnici decidano se l'azienda chimica ha ancora o meno un futuro, la giunta regionale piemontese ha deciso di investire su un presente al limite di rottura. Da qui l'impiego di una ventina di miliardi, anticipazione di una quota almeno tripla stanziata dal ministero dell'Ambiente. Questi soldi pubblici rendono possibile l'attuazione di tre interventi: bonifica delle discariche di Castellazzo Bormida e Saliceto; progetto di monitoraggio ambientale della Valle Bormida. Nel dettaglio. Discarica di Castellazzo Bormida. L'area ha un'estensione di circa 80 ettari sulla quale in vent'anni sono stati depositati quantità enormi di rifiuti urbani e tossiconocivi. Posta tra Bormida e Orba è considerala una discarica tra le più pericolose d'Italia. Gli interventi di bonifica assegnati alla società Castalia prevedono la messa in sicurezza della zona, l'eliminazione del rischio di inquinamento delle falde acquifere superficiali e sotterranee e l'elemininazione dei rifiuti presenti. Costo: 13 miliardi e mezzo. Bonifica dei Comuni di Saliceto e Cengio nell'area denominata «Pian della Rocchetta» dove l'Acna ha depositato rifiuti tossico-nocivi che hanno compromesso le acque del Bormida e le falde profonde. Non è che un primo intervento in attesa di attuare un progetto ben più complesso di recupero dell'area: costo dell'operazione 5 miliardi e 335 milioni. Il terzo intervento prevede l'istituzione di una postazione di controllo, attraverso monitoraggio, dei livelli di inquinamento del terreno, delle acque e dell'atmosfera. La «stazione» sarà a Saliceto subito dopo il confine con la Liguria. Costo: 2 miliardi e 350 milioni, [p. p. b.)