Occhetto punta a un compromesso

Montessoro Montessoro «Non io, loro lasciano il pei» ROMA. «Enrico Berlinguer per principio non era salottiero. Invece tutti i dirigenti del nuovo corso hanno questo atteggiamento verso la politica. Molti di loro ripropongono ancora le battaglie goliardiche dell'Ugi senza comprendere la realtà dei grandi partiti popolari». Antonio Montessoro è un berlingueriano con una grande nostalgia di Berlinguer: sono passate 24 ore da quando si è dimesso dal pei e dal gruppo parlamentare comunista della Camera ed è convinto di aver agito per il meglio. Nel Transatlantico di Montecitorio non sono pochi i deputati del pei che gli esprimono solidarietà. E' un fatto che non sorprende. Lui, la prima vittima della svolta di Occhetto, è una persona conosciuta nel partito: nel suo curriculum è descritta la carriera di un qualunque dirigente (da segretario provinciale della Fgci a segretario regionale del pei) che alla fine approda in Parlamento. E dopo due legislature ha deciso di abbandonare il «nuovo» partito, «non andrò neanche nella sinistra indipendente — si affretta a precisare — ma nel gruppo misto». Perché un esponente come lei lascia il pei? Non è una crisi, ma una decisione politica consapevole. Ho preso le distanze da una proposta, come quella del cambio del nome del partito, e da un metodo che rende tutto irreversibile. Ora, l'unica strada per impedire che questo processo arrivi fino in fondo è costringere l'attuale gruppo dirigente, a partire dal segretario, ad andarsene immediatamente. Ma è un'ipotesi improbabile. Così ho preso le distanze nell'unico modo che avevo a disposizione. La sua è una decisione senza ritorno? Sono loro senza ritorno. E' questa fantomatica forza politica nuova che è senza ritorno, rispetto agli ideali del pei. Loro hanno dato le dimissioni dal pei, non io. Che differenza c'è tra Enrico Berlinguer e il nuovo corso? La differenza più grande è prepolitica. E' l'improvvisazione, l'imperizia, la superficialità con cui si muovono. Mancano di preparazione. Quando Fassino dice che per ogni linea politica c'è un gruppo dirigente, sbaglia. Loro non hanno la capacità di gestire nessuna linea politica. Lo dimostra la confusione, l'indeterminatezza, il pressappochismo della loro proposta. Ma perché non ha dato battaglia prima di dimettersi? Qualche vecchio dirigente me lo ha chiesto, ma per me i tempi sono scaduti. Se questo gruppo dirigente non viene sostituito da questo comitato centrale, il congresso straordinario è già segnato e qualsiasi tipo di «consultazione democratica» diventa una mistificazione che io non mi sento di avallare Quando uno sbaglia così clamorosamente non gli si può lasciare il bastone del comando neanche per un momento. Se nascesse un nuovo pc in Italia vi aderirebbe? E' troppo presto per dirlo. [a. .m.) L'on. Antonio Montessoro

Persone citate: Antonio Montessoro, Berlinguer, Enrico Berlinguer, Fassino, Montessoro, Occhetto

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