Contro il razzismo adesso nasce la «Lega dei terroni»

Contro il razzismo adesso nasce la «Lega dei terroni» Manifesto in un paese emiliano Contro il razzismo adesso nasce la «Lega dei terroni» REGGIO EMILIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Liga Veneta, Lega Lombarda, adesso anche, sia pure a livello sperimentale, la Lega emiliana. E, in giro, case con su scritto: «Non si affitta ai meridionali». Perché non costituire anche una «Lega dei terroni»? L'idea è venuta agli immigrati di Sant'Ilario d'Enza, in Emilia: decisi a presentare una Lista civica meridionalista alle prossime elezioni amministrative. Il modello economico emiliano, per la verità non più osannato come una volta, deve agli insediamenti meridionali degli Anni 50, 60, 70, una parte del suo successo. A Reggio, i muratori di Cutro (Catanzaro) contano la loro colonia più massiccia. A Scandiano e Casalgrande, nelle aziende ceramiche, il dialetto più parlato non è certo 3nello reggiano. Tanto lavoro i giorno, poi la sera in piazza, in un angolino sotto il municipio, mani in tasca, emarginati. I partiti del governo locale ne hanno accolti diversi. Ma la maggioranza degli immigrati non si è realizzata socialmente e teme di non potersi realizzare mai. A suonare il campanello d'allarme sono i cittadini meridionali di Sant'Ilario d'Enza, sulla via Emilia, verso Parma: sembra abbiano ormai deciso di presentarsi alle prossime elezioni con una lista civica aperta a tutti i santilariesi, ma soprattutto a quelli meridionali. Per questo, hanno distribuito un volantino, firmato «un gruppo di meridionali», piuttosto esplicito: «Noi "terroni" rappresentiamo circa il 20 per cento degli abitanti di Sant'Ilario. Per molti anni abbiamo vissuto nel disinteresse totale, sia politico sia sociale. E' giunta l'ora di uscire dal letargo perché ormai siamo costretti da queste forme di razzismo. Se è vero che anche noi facciamo parte integrante di questo tessuto sociale, è altresì vero che possiamo avere rappresentanti nostri, non pilotati da partiti politici, in seno al consiglio comunale, attraverso una lista civica». E' singolare che tra i sostenitori di questa lista figuri — pur escludendo una sua candidatura — un ex consigliere comunale, dimissionario dal partito comunista, Antonio De Vincenzo, immigrato anni fa dalla Calabria. «Se si farà una lista civica — sostiene — e se si lavorerà bene, c'è il rischio che il pei perda la maggioranza. Il mio obiettivo non è combattere il pei. La verità è che non mi piacciono per niente le nuove forme di razzismo espresse dalle leghe emiliane o lombarde». I comunisti locali per ora non temono più di tanto. Amministrano il comune di Sant'Ilario (9000 abitanti e tante fabbriche) dal 1945, dall'alto del 60% di voti. Ma queste «lighe» sono scomode anche per loro. Bruno Cancellieri

Persone citate: Antonio De Vincenzo, Bruno Cancellieri